Realizzare un allestimento tratto dal capolavoro dell'autore boemo, Il Castello, significa piegare non solo la sceneggiatura ma anche la stessa scena alle esigenze del testo. Così ha fatto Giorgio Barbiero Corsetti, che firma la regia di questo trittico dove lo spettatore vive lo stesso smarrimento dell'agrimensore K
di Cristina Geninazzi
Non è semplicemente uno spettacolo itinerante, quello che offre la regia di Giorgio Barberio Corsetti nella sua ultima produzione, ispirata all’ambiziosa opera di Franz Kafka Il Castello, bensì un viaggio tortuoso e destabilizzante che permette allo spettatore di sperimentare la frustrazione e lo smarrimento del protagonista, l’agrimensore K. Giunto in una terra straniera per compiere il lavoro che gli è stato commissionato, il povero signor K , scopre, in un clima di reticente diffidenza, che la sua venuta con ogni probabilità è stata cau
Se in scena veste i panni del Gran Mago, il primario pazzo del Sanitario della Rocca di Palermo, fuori Vincenzo Perrotta è il regista e l'autore di questo adattamento di Diceria dell'untore, il romanzo di Gesualdo Bufalino. Il protagonista Colui che dice io (un convincente Luigi Lo Cascio) racconta come è sopravvissuto alla malattia e all'amore
di Cristina Geninazzi
Diceria dell’untore è il romanzo d’esordio di Gesualdo Bufalino, che gli valse il successo e il premio Campiello nel 1981, e dal quale sono stati tratti un film nel 1990 e una interessante rivisitazione teatrale, firmata dal bravo Vincenzo Pirrotta. Ambientato nel sanatorio della Rocca sulla alture di Palermo la diceria è una testimonianza, il tentativo di un riscatto del protagonista, che, unico fra molti, è sopravvissuto all’“apprendistato di morte” della malattia; guarito e sbigottito, tornato vivo tra i vivi, ricorda e fa rivivere nel racc
La figlia e la nipote del grande maestro hanno presentato in anteprima nazionale il loro spettacolo Murmures des murs: una meraviglia di illusioni in movimento
di Cristina Geninazzi
L'undicesima edizione del festival torinese Teatro a Corte, finestra spalancata sulla scena europea e vetrina dinamica delle arti performative contemporanee, si è aperta con una prima nazionale di tutto rispetto: oltre ad essere lo spettacolo vincitore del premio "Hystrio - Teatro a Corte 2011 - I linguaggi del corpo" - Murmures des murs è l’ultima creazione della prolifica progenie dei Chaplin. Concepito e diretto da Victoria Chaplin, lo spettacolo è un delicato e suggestivo viaggio nel mondo dell’onirico, un tuffo nelle vie dell&rs
Conosciuto anzitutto per i suoi lavori con il Cirque de Soleil, il regista circense Daniele Finzi Pasca porta "sotto il tendone" un omaggio alla vita e alle opere del grande scrittore russo. Donka si avvale di scenografie spettacolari e di un cast brillante e cosmopolita: eppure qualcosa manca
di Cristina Geninazzi
C’era grande attesa al Piccolo Teatro di Milano per la nuova produzione di Daniele Finzi Pasca, pluripremiato regista di spettacoli di successo internazionale quali Corteo del Cirque du Soleil, e la trilogia (Nomade, Rain, Nebbia) del Cirque Eloize. Un’occasione è ancor più allettante perché la sua nuova opera affronta un capostipite del teatro del ‘900, il grande drammaturgo Anton Cechov. Lo spettacolo si presenta come un viaggio nella profondità misteriosa dell’universo cechoviano, nei silenzi che hanno forgiato lo spessore dei suoi
Una grande mostra a Palazzo Reale sottolinea per la prima volta il fondamentale legame fra il capoluogo lombardo e l'autore delle "teste composte", che lavorò gran parte della sua vita alla corte degli Asburgo
di Cristina Geninazzi
Milano si regala una mostra di straordinaria bellezza, dall'accattivante profondità artistica e culturale, potente come lo sfarzo che esige l'evento: riaccogliere in patria un grande artista tutto milanese, ma poco valutato come tale dalla critica precedente. Giuseppe Arcimboldo infatti, pittore del '500 dall'estro geniale e ironico, è un artista formatosi nelle botteghe lombarde ma chiamato presto alla corte asburgica dal futuro imperatore Massimiliano, presso la quale restò in servizio per 25 anni. A Palazzo Reale, per la prima volta, la curatrice
Spettacolare compagnia di attori-ballerini-acrobati, Kataklò propone una nuova arte che fonde la poesia del teatro, la suggestione della danza e la potenza dell'acrobazia. Ma in questo Love machines i tre ambiti non trovano una perfetta unione
di Cristina Geninazzi
Presentata come l’unica compagnia italiana che coniuga all’atletismo acrobatico la poeticità della danza e la forza di immagini coreografiche, in spettacoli che riecheggiano la magia dei Momix, i Kataklò Athletic Dance Theatre continuano a mietere successi e fare il pieno ai botteghini di tutta Italia. Fondato a Milano nel 1995 da Giulia Steccioli, il gruppo si avvale della prestanza atletica di giovani acrobati e ballerini diretti e coreografati dall’ideatrice stessa e da Jessica Gondini. Love machines è l’ultima delle creazioni della rinoma
Giullare di fama internazionale, giocoliere, eccentrico, provocatore poliglotta, discendente diretto di una famiglia di artisti circensi da più di centocinquant'anni. Nel suo ultimo spettacolo, Utopia, sceglie di raccontare al pubblico i grandi ideali, la politica e l'economia: ma per farlo getta la maschera da pagliaccio e si reinventa monologhista, rinunciando a tutta la forza scenica del circo
di Cristina Geninazzi
Utopia è l’ultima produzione teatrale del mattatore Leo Bassi: uno spettacolo che si presenta come uno show politico e propone di addentrarsi nei congegni malati e implacabili dell’economia mondiale e della società moderna, per dimostrarne l’assurdità e prospettare nuove speranze. Leo Bassi, clown di fama internazionale, giocoliere, antipodista, eccentrico, provocatore cosmopolita, insignito di premi in tutto il mondo e discendente diretto di una famiglia di artisti circensi da più di centocinquant'anni, presenta così la
Abbiamo visto in prima assoluta l'ultimo, visionario spettacolo del Teatro Valdoca, nato dai versi di Mariangela Gualtieri. Il primo omicida della storia è incredibilmente vicino alla confusione, alla solitudine e alla rabbia dell'uomo contemporaneo
di Cristina Geninazzi
Ancora una volta il Teatro Valdoca colpisce. Colpisce per la forza delle immagini, la novità del linguaggio e l’audacia della propria ricerca teatrale, partorendo una nuova potente creazione che non delude le aspettative di cui era stata circondata in gestazione. In un succedersi di quadri visionari, la compagnia di Cesena ci mostra il volto di un Caino (l’intensissimo Danio Manfredini) straordinariamente vicino alle confusioni orgogliose e testarde dell’uomo contemporaneo, che solo, violento e rabbioso, ormai lontano dal volto della divinità, trova nella fondaz
L'aver perso una gamba durante i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale non lo scoraggiò: il pittore francotedesco continuò a pensare un'arte che metteva al centro fisicità e azione. Al Museo di Scienze Naturali di Torino l'Associazione Italiana Paralisi Spastica gli dedica una personale
di Cristina Geninazzi
Una mostra senza pretese, senza un’acclamata curatura, senza una pubblicizzazione a tappeto per la città: una mostra fatta di quadri appesi a pannelli di compensato. Niente di più. Ma allo stesso tempo, niente di meno. La semplicità spoglia dell’esposizione, organizzata al Museo di scienze naturali di Torino fino al 30 gennaio, esalta la bellezza singolare delle opere di Hans Hartung, audace pittore del Novecento. L’artista (1902-1989), tedesco di nascita ma francese d’adozione, dagli albori alla maturità si espresse attraverso l&rsquo
Sessanta dei suoi cani hanno già invaso tutta Milano, da Piazza Duca d'Aosta a Palazzo Reale. Sbarco è l'esposizione che fa il punto sulla poetica dell'artista, da sempre attento ai temi dello smarrimento e della solitudine nella società moderna
di Cristina Geninazzi
Velasco Vitali sbarca a Milano con una mostra di straordinaria semplicità e bellezza. La condizione precaria del migrante e lo spaesamento dell’individuo nel rapportarsi agli altri sono le linee tematiche di questo viaggio tra metaforico e reale che l’artista ha declinato in quattro momenti diversi e in altrettanti gruppi di opere. Si parte dalla stazione centrale, centro nevralgico della città, in piazza Duca d’Aosta, dove si staglia l’avamposto della mostra: è lo Sbarco, appunto. Una barca di acciaio