• Seguici su:
ARTE

L'arte dello sguardo

A Lugano la bella mostra Guardami ripercorre la storia della rappresentazione artistica del volto


di Remo Bassetti


wharol2.jpgPartiamo male. All’inizio della mostra Guardami. Lo sguardo e il volto nell’arte 1969-2009, il testo nella prima sala chiarisce il dilemma dell’esposizione:  "E’ lecito tuttora pensare la rappresentazione del volto come indice di identità?". E’ evidente che di fronte a un interrogativo tanto stupido verrebbe voglia di andarsene, oppure di prendere per il bavero della giacca chi ha scritto questa roba e chiedergli se ci è o ci fa.
Se però si continua, beh, ne vale davvero la pena. Tanti piccoli gioielli, e un montaggio coerente e significativo. Cosa ci dicono questi ultimi quarant’anni sulla rappresentazione del volto (al di là dell’ovvio dettaglio che con il volto sempre più si gioca, decostruendolo o deformandolo)? Ci dicono che si è chiuso il cerchio che parte dalla scultura arcaica, la quale aveva pudore a mostrare gli occhi perché temeva che le figure prendessero vita. Ed è vero: ormai l’iconografia ritrattistica è un pretesto per mettere in gioco lo sguardo del soggetto rappresentato. Ma attenzione, non lo sguardo come statico indice rivelatore della personalità individuale, ma uno sguardo che racconta un momento piuttosto che una vita, e che nella sua intensità osa confrontarsi al presente con l’occhio dello spettatore, lo trapassa, lo sfida, prova a indicargli ciò che rischia di sfuggirgli, gioca con lui. 
 
L’opera-simbolo di questa svolta è quella, probabilmente, più emozionante tra quelle esposte, il video di Bill Viola Observance, nel quale una serie di persone, diverse in tutto (sesso, generazione, etnia) si pongono frontalmente rispetto all’osservatore e sfilano al ralenti, una per volta, a tributare omaggio a quella che dovrebbe essere un’invisibile salma. Tutti hanno un indugio, un gesto non omologabile, un contrasto tra la manifesta interiorità scossa e il composto cordoglio, un cenno tra loro, un ultimo abbraccio visivo a un’assenza che noi spettatori ci sentiamo colpevoli di non riconoscere e accarezzare.
PENONE Rovesciare i propri occhi2.jpgVale la pena menzionare almeno la stanza di Boltanski (commovente e miracoloso come sempre nelle sue invenzioni di sovrapposizione e accumulo), le lenti specchianti di Penone (qui accanto), il clown "nebulizzato" di Roni Horn, una splendida foto di Daniela De Lorenzo (Vetro), dove il viso, nel proporre un taglio sfuggente che nasconde lo sguardo, sembra ricomporsi in un’inedita prospettiva anatomica, che nemmeno pare facciale. E poi una trovata curiosissima: nel video Casting di Joao Onofre si vedono dei bei ragazzi che, in sequenza e in primo piano, leggono una frase della Bergman in Stromboli ("Che io abbia la forza, la convinzione, il coraggio") che detta da chi ne ignora la lingua e il contesto si riduce ad arida cantilena. E però, siccome forza ne ha di sua, dissemina dubbi sull’esserci di coloro che la pronunciano, svilendoli ad automi (per chi poi è interessato agli automi veri, è in corso, sempre a Lugano, la mostra Robot, interessante ma un tantino più scontata).
 
Il 21 febbraio Guardami sbaracca, quindi affrettatevi. I ritardatari avranno da fare poco conto sul catalogo perchè una strana scelta editoriale presenta buon parte delle opere con la dimensione delle figurine della Panini.



Tags: arte contemporanea, bill viola, christian boltanski, daniela de lorenzo, dolore, guardami. lo sguardo e il volto nell'arte, joao onofre, lugano, montaggio, occhi, Remo Bassetti, volto,
10 Febbraio 2010

Oggetto recensito:

GUARDAMI. IL VOLTO E LO SGUARDO NELL'ARTE 1969-2009, MUSEO CANTONALE D'ARTE DI LUGANO

Dove: Museo Cantonale d'Arte, via Canova 10, Lugano (Svizzera)
Orari: martedì dalle 14 alle 18, da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18
A cura di: Marco Franciolli e Bettina Della Casa
Fino al: 21 febbraio
Sul web: www.guardami.usi.ch

giudizio:



7.515
Media: 7.5 (2 voti)

Commenti

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.