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MOSTRE

Vedova e Louise Bourgeois, convergenze parallele

Il grande pittore italiano e la scultrice da poco scomparsa: due percorsi che non si sono mai incontrati, almeno fino a questa doppia esposizione a Venezia. Un'occasione per scoprire sotterranee affinità


di Chiara Di Stefano

 


01_Louise_Bourgeois_Fabric_Works.JPGQuando mi è arrivato l’invito per la mostra Bourgeois-Vedova, ho pensato che fosse la solita mostra-pretesto per rispolverare l’abbastanza nuovo e semovente ambiente di Renzo Piano allestito per la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, che molte polemiche aveva destato sulla sicurezza e sulla bontà di fruizione.  
 
Le mostre invece sono due, distinte non solo nei titoli (Bourgeois - The Fabric Works e Vedova – Sculture) ma anche negli spazi. Per l’occasione è stato infatti inaugurato il nuovo spazio dell’Atelier Vedova, situato un centinaio di metri dopo la sede principale, sempre nel cosiddetto chilometro dell’arte contemporanea. 
 
Per la mostra di Vedova non c’è molto da dire.  L’allestimento è scarno, scenograficamente orientato per esporre le grandi installazioni circolari sostenute dalle tipiche “bricole” veneziane, e offre una panoramica su una serie di piccole sculture di ferro e legno. L’ambiente è un open space bianchissimo, con travi industriali a vista, e propone allo spettatore lo stesso scenario che era possibile osservare negli anni '70, quando il luogo era destinato ad atelier del maestro veneziano. 
 
La mostra di Louise Bourgeois è invece allestita nella Fondazione vera e propria, celebre per possedere un complicato sistema di carrucole temporizzate che spostano i quadri avanti e indietro nello spazio espositivo, che però restano ferme per questa esposizione. 
 
Le opere di ricamo e di cucito della Bourgeois sono poste su un’ampia parete lunga quasi tutta la sala e colpiscono per la loro minuta forza comunicativa. Al centro della sala però sta la vera emozione: il celebre ragno–feticcio campeggia nella sua minacciosa figura, e tessendo la sua tela protegge dalle fobie e dalle insidie del mondo. (foto sopra)
 
immagine3.jpgLa forma circolare è forse il punto dove i percorsi di questi due artisti si incontrano. Molti dei patchwork della Bourgeois rimandano alla forma circolare e dunque alla tela di ragno-protettore; moltissime delle sculture di Vedova nella loro circolarità erano utilizzate dal maestro come una sorta di memorandum sulle brutture del mondo, come appunti a tutto tondo del secolo breve che si infiammava sotto ai suoi occhi. (qui a fianco, Emilio Vedova, Per uno spazio – 26, Foto: Vittorio Pavan, Venezia)
 
La morte della Bourgeois a pochi giorni dall’apertura della mostra ha caricato la mia aspettativa e ho così apprezzato con maggior emozione le tantissime piccole opere composte dai tessuti degli abiti dei suoi cari e da preziosissime perline di plastica colorata. 
 

La delicata sensibilità di Louise Bourgeois, giunta anziana alla fama nel mondo dell’arte, e la veemenza dei lavori scultorei di Emilio Vedova. Un incredibile ossimoro per una mostra ben congegnata, che trova il suo apice nella sala della Bourgeois ma che offre spunti interessanti anche agli estimatori dell’arte di Vedova. 



Tags: Chiara Di Stefano, Emilio Vedova, fondazione vedova, germano celant, Louise Bourgeois, ragno, Sculture, The Fabric Works, venezia,
15 Giugno 2010

Oggetto recensito:

Louise Bourgeois, The Fabric Works - Emilio Vedova, Sculture, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Dorsoduro 46, Venezia

Fino al: 19 settembre
 
Info: www.fondazionevedova.it
 
Ingresso: 10 euro, ridotto 5 euro
 
Curatore: il sempreverde Germano Celant
 
Catalogo: Skira
 

giudizio:



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