Strano esperimento di geoletteratura quello tentato da Valeria Luiselli in Carte false: rinchiudere le diverse dimensioni (storiche, culturali, artistiche...) di diverse città, da Venezia a Città del Messico, dentro un libro, lasciando al lettore il compito di completare il viaggio con la propria fantasia
di Mario Minarda
Si resta fermi con il corpo e si viaggia con la mente. Pronti-via, ecco gli ingredienti per un po’ di istantanea tranquillità di fine estate: una bicicletta, un buon libro, una serie di peregrinazioni provviste di immaginazione (soprattutto se fino a ora non avete avuto modo e tempo di partire sul serio). Sono queste le coordinate essenziali del testo di Valeria Luiselli, giovane scrittrice italo-messicana dall’estro cosmopolita e dalla scrittura vivace. Il suo libro è un piccolo album-atlante filologicamente ben curato, un prezioso raccoglitore virtuale che ci &lsquo
Come i suoi colleghi del movimento YBA (Young British Artists), l'artista inglese gioca a scandalizzare con immagini forti: una donna focomelica incinta, sfondi di carne cruda, un autoritratto di sangue (tutti inni all'esistenza, dice lui). Come provocazioni hanno fatto il loro tempo, ma nella cornice lagunare trovano una collocazione originale, e in certi casi un nuovo senso
di Chiara Di Stefano
Anche i turisti mordi e fuggi si saranno accorti che da qualche mese campeggia, al centro del bacino di San Marco, proprio di fronte alla bellissima Isola di San Giorgio Maggiore, un’enorme installazione. Si tratta di Breath, riedizione gonfiabile della scultura Alison Lapper Pregnant (2005) dell’artista inglese Marc Quinn. L’opera - che ritrae l’artista focomelica Alison Lapper all’ottavo mese di gravidanza - come sempre, da quando ha occupato per la prima volta il quarto plinto di Trafalgar Square, ha suscitato una pletora di polemiche che hanno strumentalmente
Il nuovo film di Paul Thomas Anderson, premiato a Venezia e incensato dalla critica, è una storia sui giochi di potere e le insicurezze psicologiche. Sulla sua ribalta si confrontano Philip Seymour Hoffmann e Jacquin Phoenix, attori di prima grandezza che non riescono a nascondere le lacune di un'opera debole
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Dopo aver visto durante le vacanze due film diversamente dignitosi o più che dignitosi (La regola del silenzio di Robert Redford e La miglior offerta di Giuseppe Tornatore) ma entrambi annacquati dal bisogno di inserire una trama a tutti costi che fa da comune debolezza, ecco l'interessante caso di The master, con cui inauguriamo l'anno nuovo. Caso interessante perché pluriosannato, eppure con parecchi difetti: lungo, noioso, tetro, a tratti decisamente sgradevole, nonché nettamente in contrasto con i primi due di cui abbiamo parlato. Qui infatti la trama non
Ultime anteprime dalla mostra di Venezia. Il premiato esordio alla regia "solista" di colui che, insieme a Franco Maresco, fu uno dei papà di Cinico Tv gioca su una cifra stilistica tutta spostata sul farsesco. E' stato il figlio è una storia di umanità piccola e meschina, che si avvale di un'ottima prova d'attore corale
di Giovanni Desideri
Quando un libro o un film mostra un’umanità degradata, ci si può sempre chiedere se siamo di fronte a un ritratto fedele, o almeno verosimile, o se non si tratti di un esercizio un po’ fine a se stesso. E ci si chiede, naturalmente, se il risultato sia comunque un’opera avvincente, che "funziona". Tra le proiezioni italiane in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia È stato il figlio di Daniele Ciprì (senza la partecipazione dell'abituale collega Franco Maresco), film tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Alajmo (2005), e
Grande escluso dai premi della 69esima mostra di Venezia, Bella Addormentata non parla tanto della vicenda di Eluana Englaro, ma piuttosto del circo sociale e mediatico che le si scatenò intorno. Storie e conseguenze che si intrecciano anche da lontano, tra le quali però si perde la posizione dell'autore
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Il grande potere significante nella presenza (o assenza) di un semplice articolo determinativo: La bella addormentata era quel personaggio fiabesco che viveva sottotraccia in attesa che un cavaliere - e magari berlusconiano - la riportasse con un bacio ai sogni della vita attiva; Bella addormentata, viceversa, non è tanto un personaggio, quanto una condizione, un modo sospeso di essere inerme, in balia di fedi "calcistiche" contrapposte e non dialoganti, perché rigide come tutte le verità possedute una volta per sempre. In questo senso, Marco Bellocchio no
Tra i titoli più attesi della mostra di Venezia, in uscita a gennaio nelle nostre sale, l'ultimo lavoro di Paul Thomas Anderson non è solo "il film su Scientology" come è stato presentato. E' la storia di un rapporto di dipendenza tra due uomini, un guru e un reduce della Seconda Guerra Mondiale, interpretati da una straordinaria coppia di attori
di Giovanni Desideri
The Master di Paul Thomas Anderson è uno dei film più attesi della stagione cinematografica; l’anteprima è andata in scena la scorsa settimana alla Mostra del Cinema di Venezia. Non nuova la storia raccontata: i traumi psicologici di un reduce di guerra (il secondo conflitto mondiale, non il solito Vietnam), possibile metafora del disagio della civiltà vissuto da chiunque e affrontato mediante un percorso di analisi. Diciamo subito che tra le più vistose qualità del film ci sono le prove eccellenti offerte dai due protagonisti: in ordine d
La seconda mezzanotte si inserisce nel filone apocalittico: in un futuro prossimo, e nemmeno troppo improbabile, Venezia è in mano ai colonizzatori cinesi, che dopo averla salvata la trasformano in un crudele parco a tema... Chi o cosa ci salverà?
di Dario De Marco
Antonio Scurati è un raro esempio di intellettuale totale, uno che scrive saggi avvincenti come romanzi, e romanzi documentati e interessanti come saggi. La seconda mezzanotte è l'ultimo romanzo, che segue quello dell'anno scorso: Il bambino che sognava la fine del mondo. Qui la fine del mondo è già avvenuta, però non siamo dalle parti della narrazione post-apocalittica in senso stretto, alla McCarthy de La strada. In quel genere ultimamente very cool, infatti, di solito l'apocalisse viene lasciata nelle premesse, e anzi il fascino vorrebbe essere proprio que
Tempo di visita calcolato, nove ore. Per chiudere il nostro speciale a puntate sulla mostra evento veneziana vi facciamo da guide in un tour breve e a prova di neofita. I padiglioni con le opere più interessanti: Arabia, Stati Uniti, Danimarca... un giro del mondo (dell'arte) in una giornata
di Chiara Di Stefano
Il profano che intende accingersi alla visita della Biennale di Venezia in un giorno solo ha necessariamente bisogno di qualche indicazione per evitare di perdersi tra i percorsi che attraversano Giardini ed Arsenale. Dunque, con un esplicito omaggio allo stile del Gazzettino delle Arti, celebre inserto del Gazzettino degli anni '60, guidiamo il visitatore in un percorso veloce e divertente. Si parte dai Giardini, sede regina dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia e puntiamo dritti sul viale alberato che culmina nel Padiglione Inglese. Cominciamo a destra co
Florian Henckel von Donnersmarck (Le vite degli altri) smette i panni dell'autore impegnato e si concede una gita in laguna. Il suo souvenir è questo thriller fiacco, che vede Johnny Depp e Angelina Jolie coinvolti in un intrigo internazionale. Molti cammeo di divi italiani su una Venezia da cartolina
di Marco D'Egidio
In The Tourist il vero turista non è l’imbolsito professor Johnny Depp, travolto a Venezia da un insolito destino con ill volto di Angelina Jolie, ma il regista Florian Henckel von Donnersmarck, che dopo l’impegnato e magnifico Le vite degli altri desiderava, per sua stessa ammissione, fare un film che potesse vedere a Natale con i suoi figli. Così ha deciso di andare in vacanza in Italia e ritornare con tanti souvenir perfettamente rappresentativi di come può apparire Venezia agli occhi di un visitatore superficialmente entusiasta, anzichè a q
Sta per concludersi la mostra cinematografica a Venezia ed è iniziato l’appuntamento con la letteratura a Mantova, mentre il prossimo weekend è diviso tra la filosofia a Modena e Pordenonelegge: i festival culturali sono diventati sempre più diffusi e di grande successo. Ma cosa si nasconde dietro la passione per i libri?
di Bruno Ballardini
Mentre sul Lido approdano artisti e star da ogni parte del mondo, al Museo Correr il tappeto rosso è tutto per il secolare concittadino. Nelle sue tele sono le lavandaie e i commercianti a fare passerella, senza però rinunciare a quel tocco di internazionalità che da sempre contraddisgue la laguna
di Chiara Di Stefano
Dopo quasi un secolo Giacomo Favretto (1849-1887) è omaggiato di una rassegna personale nella sua città natale. La mostra propone lavori che coprono tutta la produzione artistica del maestro veneziano: nel percorso museale (funestato dalla solita pessima illuminazione che non lascia apprezzare le opere e si riflette sugli olii lucidi delle tele) si riesce a percepire in pieno la maturazione dell’artista, sovente messo a confronto con colleghi veneziani celebri come Guglielmo Ciardi ed Ettore Tito. Il lavoro di Favretto si agita tra le molte anime dell’arte italia
Sofia Coppola porta al Lido la storia di Johnny Marco, divo annoiato dalla bella vita hollywoodiana fino all'arrivo a sorpresa della figlia undicenne. Un film ambizioso ma vuoto, a dispetto del cognome illustre dell'autrice e delle opere più degne firmate finora
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Giovane attore americano insulso - benché celebre nella finzione - sale e scende dalla sua Ferrari facendo il debito broooom; sale e scende da molte donne di cui ha una labile memoria, e, dopo molti sussulti sempre uguali, scopre di non sapere come comportarsi con la figlia adolescente, praticamente un'estranea, che gli piomba addosso durante una vacanza. E che (forse) lo vuole conquistare o (forse) inconsciamente redimere dal nulla in cui naviga a vista. E qui la recensione potrebbe esaustivamente finire; il film, invece, dura un'ora e 38 minuti. L'eroe scende dal
Il bel saggio Le botteghe di Tiziano ci svela la ramificata organizzazione dell'officina del maestro. Che aveva anche filiali all'estero
di Cesare de Seta
Trovandomi da qualche tempo a Venezia sono stato a cercare la casa-atelier di Tiziano Vecellio al Biri Grande: solo che non è cosa agevole, visto che il sapientissimo Giulio Lorenzetti che di Venezia e del suo estuario quasi tutto sa, tace al riguardo. Ma come Tommaso ho insistito fino a che un amico m’ha messo sulla buona strada. La bottega-atelier al Biri Grande è alle spalle del sontuoso palazzo Donà delle Rose, appartenuto a potente aristocrazia veneziana, uno dei pochi lungo una calle che conduce alle Fondamenta Nuove. Oggi il luogo che fu uno dei centri
Il grande pittore italiano e la scultrice da poco scomparsa: due percorsi che non si sono mai incontrati, almeno fino a questa doppia esposizione a Venezia. Un'occasione per scoprire sotterranee affinità
di Chiara Di Stefano
Quando mi è arrivato l’invito per la mostra Bourgeois-Vedova, ho pensato che fosse la solita mostra-pretesto per rispolverare l’abbastanza nuovo e semovente ambiente di Renzo Piano allestito per la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, che molte polemiche aveva destato sulla sicurezza e sulla bontà di fruizione. Le mostre invece sono due, distinte non solo nei titoli (Bourgeois - The Fabric Works e Vedova – Sculture) ma anche negli spazi. Per l’occasione è stato infatti inaugurato il nuovo spazio dell’Atelier Vedova, situat
La mostra si intitola Gli anni di Venezia, ma passa dal realismo classico alle sperimetazioni romantiche, attraversando simbolismo e fauvismo. Tutte le anime di un pittore ingiustamente identificato con il fascismo
di Chiara Di Stefano
La sempre affascinante sede dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti fa da cornice ad un’altra mostra a tema veneziano. Felice Carena e gli anni di Venezia promette un’antologica del pittore italiano con particolare riferimento agli ultimi anni della sua vita, trascorsi dopo la fine della guerra e l’esilio intellettuale nella città lagunare. L’opera di Carena (Torino, 1879 – Venezia, 1966) non è notissima ai più se non sotto il cartellino di Novecento: la mostra invece si rivela un utile compendio di S