Amori, paure e speranze di quattro amici non ancora trentenni. La simmetria dei desideri racconta il passaggio all'età adulta senza toni melodrammatici, ma con sensibilità e bravura tali da fare dell'autore la più grande penna israeliana dopo Grossman
di Alessandra Minervini
Tel Aviv, 1998. Quattro amici, quasi trentenni, si ritrovano per vedere la finale dei Mondiali di calcio e decidono di scrivere su un bigliettino dove sognano di trovarsi tra quattro anni e con chi. Ai prossimi Mondiali vedranno cosa è successo nel frattempo. Questo “frattempo” è il nucleo narrativo del più bel romanzo israeliano degli ultimi tempi che parla di calcio senza parlare di calcio.
L'ha scritto Eshkol Nevo, nato nel '71 a Gerusalemme, conosciuto in Italia per il romanzo Nostalgia (Mondadori, 2007) e ora di nuovo nelle nostre librerie con La simmetria dei desideri, grazie al quale è ufficialmente diventato “una voce fondamentale della giovane narrativa israeliana, forse il più vicino a David Grossman per la capacità di raccontare il rapporto sottile che esiste tra le vite individuali e la storia collettiva” (Nouvel Observateur).
Nevo avrebbe potuto prendere i quattro amici e scaraventarli in mezzo alle lacrime e al sangue dell'Intifada (nel romanzo si fa un accenno alla prima Intifada, nella quale i protagonisti hanno prestato servizio militare, non senza traumatiche conseguenze) e appassionarci alla vita di merda che hanno questi giovani, colpevoli solo di essere nati nel Paese sbagliato, mentre nei Paesi giusti altri giovani si abbandonano al piagnisteo da eterni innocenti.
Non è il plot che fa grande questo romanzo. Se vogliamo parlare di storia, La simmetria dei desideri racconta l'amore e la morte, l'amicizia e il sesso da trentenni, cose che abbiamo letto in molti romanzi. Solo che Nevo queste cose le racconta da dio. Piace la scelta di mettere in primo piano quattro bamboccioni israeliani, che associano la maturità alla fine della goliardia maschia e delle scorribande sessuali, che si fanno i dispetti e battute cattive mentre guardano le partite di calcio, programmano viaggi improbabili che faranno solo a occhi aperti e sono sicuri che il peggio che possa capitare nella vita è l'omologazione che sa di mutuo e pancetta da birra. Piace la trasgressione di non annullare i propri desideri, ma al contrario di moltiplicarli al sopraggiungere delle avversità. Credendo nei loro desideri, i ragazzi cresceranno e scopriranno che “ci poniamo delle mete e ne diventiamo schiavi. Siamo talmente impegnati a raggiungerle, che non ci rendiamo conto che nel frattempo sono cambiate”.
I quattro protagonisti sono Yuval, l'autorevole voce narrante (di sapore dostojevskijano) che ogni giorno si sente in colpa per aver amato la sibarita Yaara, la quale gli ha preferito il leader del gruppo, Churchill, rampante quanto basta per fallire nella vita sua e in quella degli altri. Poi ci sono Ofir, il pubblicitario sempre sotto pressione da ispirazione creativa, e Amichai, il bravo ragazzo sistemato con moglie e figli che tutti invidiano ma al contempo temono, vedendo nella sua normalità una sorta di memento mori sempre in agguato.
Accanto a loro, le donne, comprimarie solo per finta: in realtà sono loro che, nel bene e nel male, decideranno della vita dei quattro amici, smentendo l'ironia corrosiva del cinico Churchill per il quale: “Non esiste una ragazza bella, intelligente, arrapata e anche libera. Uno degli elementi è sempre assente”. Quasi quattrocento pagine di un romanzo che, a fine lettura, lascia con il malinconico entusiasmo di un desiderio che si è appena avverato.
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Eshkol Nevo, La simmetria dei desideri, Neri Pozza 2010, p. 376, 18 euro
Commenti
imperdibile. nel suo genere,
imperdibile. nel suo genere, un vero capolavoro
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