Ne La Sposa Promessa, la regista israeliana Rama Burshtein racconta le implicazioni di un matrimonio in quel di Tel Aviv. Cultura, religione, morale e una tradizione ancestrale che arriva attraverso il chiacchericcio della gente: è il pesante bagaglio della donna che va all'altare, vista qui da una prospettiva tutta femminile
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Ogni religione è nel contempo precetto morale, norma di culto, regola di comportamento e di controllo associativo. Spesso è anche elemento di riferimento, quando non di sovrapposizione, all'interno della legge laica. Ma il cuore, continuamente diviso tra il sacro e l'umano - impropriamente detto profano - come se la cava? Da sempre, e sotto ogni sole, si arrangia e soffre. Tanto più se siamo all'interno di una comunità ebraica contemporanea di strettissima osservanza, che già di per sé costituisce elemento di interesse estetico, etnologico e etologi
Per seguire le ultime volontà dello zio capocomico il giovane e impacciato Herman assume la direzione di una scalcagnata compagnia. Il folle cabaret del professor Fabrikant è l'esordio letterario del vignettista Yirmi Pinkus, a sua volta erede di una lunga tradizione di umorismo ebraico
di Alessandra Minervini
Due gemelli alla ricerca di un padre sconosciuto si trovano a Daresh, la stessa città frequentata dalla madre in gioventù. Sullo sfondo, il Medio Oriente in guerra. Un dramma che Dennis Villeneuve tratta come fosse una formula scientifica, mettendo insieme Edipo e Pitagora. Il risultato però è uno scontato Come Volevasi Dimostrare
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Una finestra aperta su un paesaggio frusciante di pietre e di ulivi. E un bambino tosato a forza dai nemici che guarda in macchina. Stacco. Un ufficetto notarile in Canada, dove due gemelli orbati ricevono le ultime volontà della madre. E, insieme al testamento, due buste da consegnare a un padre sconosciuto e a un fratello insospettato. Stacco. La madre da giovane che parte a sua volta alla ricerca del figlio che è stata costretta ad abbandonare. Stacco. Citazioni matematiche da Archimede e da Eulero, con il problema dei ponti di Konisberg. Stacco. Ce n’è abb
Il responsabile delle risorse umane di un panificio di Gerusalemme deve raggiungere l'est europa per poter dare sepoltura a una sua dipendente. Candidato agli Oscar come miglior film straniero, quello di Eran Riklis è un road movie con tante citazioni e qualche pretesa di troppo
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Il regista è lo stesso de Il giardino dei limoni; la sceneggiatura è tratta da un romanzo di Abraham B. Yehoshua. E queste sono due certezze. La terza è la trama: in un panificio industriale di una Gerusalemme filmata di sfuggita, il responsabile delle risorse umane (in realtà poco più di un factotum) si vede complicare la vita da un fatto inusuale. Che non consiste tanto nella morte per attentato di una dipendente immigrata, quanto nel fatto che, pur essendo stata licenziata un mese prima, la donna è ancora a libro paga. La stampa lo
"Eliminare i non ebrei", anche bambini "se è evidente che crescono per farci del male": è quello che sostiene Yitzhak Shapira, religioso ultraortodosso, nel suo ultimo libro. Lui è stato arrestato, ma il suo scritto ancora non è stato pubblicamente sconfessato dal premier Netanyahu. Perché in Israele fanatismo folle e conservazione dello status quo non sono così distanti come sembrano
di Leonardo Bianchi
“I Non-Ebrei sono crudeli di natura e dovrebbero essere uccisi per stroncare le loro inclinazioni malvagie”, si legge, tra le altre cose, nel libro che ogni teocrate fanatico/guerrafondaio dovrebbe tenere sul suo comodino – la perfetta lettura dopo aver rimboccato le coperte ai propri figli, preparato un attentato dimostrativo e baciato la propria moglie. Proponendo un’interpretazione decisamente estremistica della legge ebraica, Yitzhak Shapira arriva addirittura a giustificare l’uccisione di bambini innocenti, qualora “risulti evidente che questi cre
Era tra i titoli più attesi al Lido, Miral, trasposizione del libro autobiografico La strada dei fiori di Rula Jebreal. Il regista-pittore e suo attuale compagno ne riprende la storia, ma, preso com'è dal fare il ritratto all'amata, dimentica sullo sfondo mezzo secolo di guerre
di Andrea B. Previtera
E’ possibile abbiate sentito dire che Miral, di Julian Schnabel, è una coraggiosa pellicola filopalestinese. E’ possibile abbiate sentito dire che non è vero, che è una rappresentazione – finalmente! – imparziale del conflitto. E’ possibile abbiate sentito dire che “Miral è un piccolo fiore rosso, cresce sui bordi delle strade, ne avrete visti a migliaia”. Nei primi due casi, avete prestato orecchio a delle opinioni non propriamente analitiche. Nel terzo caso, ahivoi, avete già visto il film. Ahivoi, ahim&eacu
Ne Il tempo che ci rimane il cineasta palestinese racconta la propria vicenda e quella della sua famiglia. Tra realismo e metafora, gli ultimi, tragici sessant’anni in Terra Santa vengono ripercorsi da uno sguardo fisso, straniante ma solo apparentemente distaccato
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Nazareth, circa 2000 anni dopo. Viene proclamato lo Stato di Israele, che ingloba sia gli ebrei sia quei palestinesi musulmani che, decidendo di non abbandonare la propria terra, di fatto accondiscendono ad essere una minoranza ribelle. Minoranza sopportata e sorvegliata con tolleranza o ferocia nel corso di circa sessant’anni: dalla presa di Nazareth, appunto, nel 1948, alla guerra del Kippur, fino ai giorni nostri. Tuttavia, questo non è propriamente né un film sulla guerra, né una presa di posizione politica a favore di una parte dei contendenti. E&rs
Amori, paure e speranze di quattro amici non ancora trentenni. La simmetria dei desideri racconta il passaggio all'età adulta senza toni melodrammatici, ma con sensibilità e bravura tali da fare dell'autore la più grande penna israeliana dopo Grossman
di Alessandra Minervini
Da oggi nelle sale italiane il secondo film di Micha Wald: Simon Koniaski è un uomo che, a quarant'anni suonati, viene scaricato dalla moglie e torna a vivere dal padre. Parenti paranoici, caricature di rabbini, caotiche cene di famiglia e rocamboleschi viaggi in macchina a completare il solito carosello di humour yiddish
di Andrea B. Previtera
Diluvi universali, schiavitù, aperture di mari, genocidi, fondazione di stati: quante ne dovranno ancora toccare al popolo di Israele prima di essere (ri)preso più seriamente dall'occhio della cinepresa? Simon Konianski, di Micha Wald, è l'ennesimo film a budget limitato che sfrutta come ingrediente vivificante una categoria già di per sè dai colori forti, saturandoli ulteriormente ad arte. Con un sentore di figurine sostituite, parrebbe lo stesso album di Kusturica, dove nomi e costumi gitani vengono rimpiazzati da candelabri a sette braccia e slang e
A due passi dal Mar Morto, tra Gerusalemme e Gaza, la riserva naturale di Ein Gedi accoglie i suoi visitatori in uno spartano hotel-kibbutz. Le comodità garantite dalla Spa sono poche ed essenziali, ma sole, mare e fango possono diventare degli insostituibili comfort naturali
di Antonella Giani
Che sia solo civile o no, il programma nucleare di Teheran rende ormai l'Iran una potenza atomica. Una vera rivoluzione per la galassia islamica, che vedrebbe gli sciiti conquistare una supremazia mai avuta prima. E un dilemma per il resto del mondo
di Mimmo Càndito
Questo è l'uomo, niente di più, secondo un doloroso romanzo di Hilsenrath, Il nazista e il barbiere
di Dario De Marco
Meta del turismo di massa, emblema del posticcio e del tamarro. Una stroncatura troppo scontata? Invece no: ecco un viaggio alla scoperta del fascino che nessun finto suk o colata di cemento potrà cancellare. In questa seconda e ultima puntata finalmente arriva il bello: ed è tutto sotto il livello del mare
di Viola Rispoli
Meta del turismo di massa, emblema del posticcio e del tamarro. Una stroncatura troppo scontata? Invece no: ecco un viaggio alla scoperta del fascino che nessun finto suk o colata di cemento potrà cancellare (ma in questa prima puntata c'è soprattutto il peggio...)
di Viola Rispoli