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LIBRI

Quando Ubu pedalava

A cento anni dalla morte, i racconti surreali di Alfred Jarry sulla bicicletta


di Chiara Zocchi


Così ce lo racconta, nell’introduzione, Apollinaire:
... Jarry abitava al "terzo piano e mezzo",
secondo la logica sintetica delle abitazioni parigine,
che volevano (e vogliono) contenere sempre più vite del possibile.
Così, laddove ci sarebbe dovuto essere un solo soffitto, se ne erano ricavati due.
E un palazzo che avrebbe dovuto ospitare sette piani,
se ne è ritrovati una quindicina.
Il cocktail preferito di Jarry era così costituito:
metà aceto + metà assenzio + una goccia d’inchiostro... 
 
E, se è vero che noi siamo quello che mangiamo, (continuo io)
forse allora i suoi testi sono il risultato di quello che lui beveva. 
 
Undici racconti "surreali" compongono infatti
questo libretto dalla copertina giallo-arancione,
seguendo un ritmo incalzante da corsa in bicicletta,
con tanto di salite, di discese e di (molte) cadute. 
 
E con una morte, persino, che inizialmente passa inosservata,
perché il corpo, legato al meccanismo,
continua a pedalare anche senza vita e senza volontà,
come se la forza dello spirito della gara
superasse quella dello spirito umano. 
 
"Jewey Jacobs è morto! morto! morto!"
"Ah! È morto? Me ne f..." 
 
Il culmine del libro è però a pagina 20,
quando iniziano le argomentazioni sul "pedone investitore",
per arginare la cui pericolosità
Jarry ha sviluppato un "regolamento" costituito da quattro articoli, che spiegano
come sarebbe opportuno segnalarne la presenza sulle strade eccetera eccetera. 
 
E, mentre il libro percorre la sua discesa verso la "fine",
Jarry, dopo aver giocato con tutto,
dal tema della morte a quello delle regole sociali,
si mette a farlo (ma sempre in modo bonario)
anche con la religione, che parodizza
paragonando la Passione di Cristo ad una corsa in bicicletta: 
 
"Quindi Gesù, dopo l’incidente del pneumatico,
affrontò il pendio a piedi, prendendo in spalla
il suo telaio, o, se si vuole, la sua croce." 
 
Il libro andrebbe letto ovviamente pedalando in bicicletta,
anche se io confesso di averlo letto stando seduta su una macchina.



Tags: alfred jarry, Chiara Zocchi, guillaume apollinaire, parigi, racconti, surreale, ubu in bicicletta,
03 Febbraio 2010

Oggetto recensito:

ALFRED JARRY, UBU IN BICICLETTA, PIANO B 2009, P. 96, EURO 9

giudizio:



7.184997
Media: 7.2 (6 voti)

Commenti

Ma la macchina su cui l'hai

Ma la macchina su cui l'hai letto era ferma o in movimento? Perché se era ferma, potevi anche scendere e sederti su una panchina... ma magari pioveva, non so. Se invece la macchina era in movimento, ti invidio molto perché io soffro il mal d'auto e non riesco a leggere nulla. Devo comprarmi degli audiolibri, mi sa. Anche se leggere "Ubu in bicicletta" su un'auto mi sembra una forma di meta-lettura, una specie di paradosso.

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