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LIBRI - NARRATIVA

Torna Elasti, non solo blogger

Il terzo figlio è in arrivo, ma non è un semplice diario sulla maternità. In Nonsolodue, il sequel di Nonsolomamma, Clauda De Lillo riesce a descrivere tutte le peripezie di una genitrice moderna: con bravura, umorismo e profondità, ma soprattutto con talento da vera scrittrice


di Dario De Marco

 


claudiadelillo.jpgCategoria: sequel.
Genere: libro tratto da blog.
Argomento: maternità acrobatica (ma quale non lo è) nell'Italia contemporanea.
 
L'estensore della presente recensione non può, e non potrà mai, a meno di improbabili traversie chirurgico-burocratiche, fregiarsi del titolo di “mamma”. Rappresenta però, per così dire, l'altra metà del pannolino radioattivo, e non gli sono quindi estranee esperienze interiori quali: nottate in bianco per coliche neonatali, entusiasmi ingiustificati ai primi vagiti e/o movimenti pseudovolontari, ansia da malattia esantematica, preparazione e assaggio di sbobbe biologiche bilanciate cereali-proteine-grassi-fibre, inopinato sollievo per la possibilità di andare a lavorare, dialoghi surreali con peluche e personaggi dei cartoni animati, astinenza prolungata dalle sale cinematografiche, cavernicolo istinto di protezione nei confronti delle belve che al nido osano minacciare l'integrità psicofisica dell'unico indifeso cucciolo ivi presente, insomma l'esaltazione e lo sfinimento e tutto ciò che significa essere genitori (!?) moderni (??).
 
Ma il recensore non si sente, per questa personale esperienza, più abilitato di altri a parlare di Nonsolodue. Perché lo scopo di questa recensione non è dire quanto sia brava e divertente e profonda nel descrivere la sua vita di (non solo) mamma Claudia De Lillo, “tre hobbit maschi, un marito part-time e un lavoro a tempo pieno”, detta per intuibili motivi Elasti. Perché brava e divertente e profonda (non a volte l'una e volte l'altra cosa, ma tutte e tre insieme) Elasti lo è davvero - sul suo blog, nel primo libro, nella rubrica su D di Repubblica, in questo secondo libro - alternando aneddotica familiare, follie da open space, angoli intimi commoventi e spaccati sociali deprimenti. Ma non è questo che qui preme sottolineare: perché tutti si soffermano sul contenuto, e pochi sulla forma.
 
De Lillo, cioè, è una vera scrittrice. Non una mamma che ha saputo mettere a frutto la propria esperienza scrivendo spassosissimi articoli e libri. Ma una scrittrice che per il momento ha messo alla prova il proprio talento sul tema “maternità e dintorni”. De Lillo (staccato, neh) infatti padroneggia perfettamente il mezzo tecnico: essere una giornalista può averla più ostacolata che aiutata (spesso la pratica ininterrotta di lanci d'agenzia usura lo smalto, anziché affinarlo) e altrettanto si dica del cammino da blogger (non necessariamente i blog sono sobri e sintetici).
 
De Lillo alterna dialoghi secchi e dialoghi “commentati”, narrazione pura e riflessioni, attualità e flashback “formativi”, uso intelligente della terza persona (che consente il distacco del narratore dal protagonista, il che paradossalmente rende più facile l'identificazione con questi da parte del lettore) e rari ma decisivi inserti in prima.

Altri scrittori si sono trovati con un'etichetta appiccicata, e hanno faticato per liberarsene: pensiamo ad Andrea Bajani (in questi giorni è uscito Ogni promessa) che cinque anni e quattro libri dopo Cordiali saluti finalmente non è più identificato come “lo scrittore del precariato”. Percorso simile, anche se con affrancamento più agevole, è toccato a Michela Murgia. Resta da vedere se Claudia Di Lillo abbia la voglia (e la forza, certo, con varie vite da gestire in multitasking) di fare altrettanto. Quel che è certo, è che ne ha il talento.



Tags: bambini, blogger, Claudia De Lillo, Dario De Marco, Elasti, maternità, Nonsolodue, precarietà, recensione,
19 Novembre 2010

Oggetto recensito:

Claudia De Lillo, Nonsolodue, Tea 2010, p. 306, Euro 12

Il prequel: Nonsolomamma, Tea 2008
Il blog: www.nonsolomamma.splinder.com

giudizio:



8.2575
Media: 8.3 (4 voti)

Commenti

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Trovare una recensione debilitante invece che informativa, è ormai la prassi in Italia, dove si deve ridere, ridere, ridere! Questa recensione è una immondizia intellettuale, non biodegradabile. Dove la butti inquina, soprattutto l'oggettivazione del terzo figlio, frutto di orgoglio per pecore ingiallite come siamo noi donne italiane. Fate bene, fin che si continua a brucare nel mediocre, perchè voi no?

Addio.

mah. a parte le cose

mah. a parte le cose incomprensibili tipo "debilitante", "oggettivazione", "pecore ingiallite", essendo io napoletano, in questo momento non posso che accettare la definizione di "immondizia non biodegradabile". e a napoli, a chi saluta e se ne va, si dice così: 'a maronna t'accumpagne.   

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