TELEVISIONE

Il teorema del brutto anatroccolo

Dopo i bond argentini si poteva credere che la patria del tango e di Maradona avesse toccato il fondo, invece no. C’è chi dice che non ci sia limite al peggio e Il mondo di Patty (titolo originale: Patito Feo che in spagnolo significa brutto anatroccolo) sembra confermarlo. Questa telenovela argentina ripropone l’eterna favola della ragazza bruttina e sfigata con un cuore grande così e una voce da talento di X Factor.

La protagonista è Patricia “Patty” Castro Díaz Rivarola, un cognome che solo a pronunciarlo tutto si rischia un embolo. E’ interpretata dall’attrice quindicenne di Buenos Aires Laura Natalia Esquivel, in questi giorni in Italia per il suo tour musicale. Come se non bastasse, la vedremo nel 2010 su Canale 5 nella fiction Un paradiso per due, prodotta da Gabriele Muccino. Il brutto anatroccolo è proprio lei, con tanto di occhiali alla Craxi, denti ferrati e trecce che ricordano Mariangela, la mostruosa figlia di Fantozzi, ma più racchia. Almeno questo è il messaggio che le fa subito arrivare la sua antagonista del cuore: la compagna di scuola Antonella Lama Bernardi, impersonata dalla diciottenne Brenda Asnicar. Una carogna patentata che ha riscosso un immediato e clamoroso successo tra le malefiche preadolescenti italiane.

 

La trama è densa di amori e intrighi che s’intrecciano come l’edera rampicante nelle oltre 160 puntate della prima serie, di cui 155 trasmesse anche in Italia su Sky e, attualmente, su Italia 1. Da metà gennaio 2010, il canale italiano Disney trasmetterà altre 135 puntate della seconda serie, poi replicate da Italia 1 a partire da luglio 2010. Una delle location principali della serie è la Pretty Land School of Arts che ricorda tanto la school of the art of De Lollis di Paolantoni. In questa scuola c’è un laboratorio di musical, ma non si vede un libro nemmeno per sbaglio. La mamma di Patty (Carmen) e la mamma di Antonella (Bianca) si contendono il buon Leandro, un medico facoltoso che possiede una clinica privata. Da quanto è ricco viene il sospetto che traffichi in organi oppure abbia una convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale nostrano. Altro tema della serie è la rivalità musicale, ma non solo, tra il gruppo delle “Popolari”, formato da Patty, Giusy, Tamara, Sol, Santiago, Alan, Felipe, Matias e Gonzalo, e le “Divine” di Antonella con Pia, Caterina, Fabio, Guido e, successivamente, anche Luciana, Martina e Bruno. Tutti personaggi davvero imperdibili per capigliature e brillantezza delle sinapsi.
 

Antonella, come Patty, all’inizio è innamorata di Matias e prova a metterle i bastoni tra le ruote, in tutti i modi possibili, come del resto fa la madre con Carmen e Leandro. Quest’ultimo è il padre inconsapevole di Patty e ha un peculiarità davvero originale: ogni volta che gli capita di finire a letto con Carmen (due per la precisione), la mette puntualmente incinta. Un bel giorno Antonella e Patty diventano amiche perché hanno capito di avere una cosa in comune: entrambe sono cresciute senza un padre. Un idillio che non dura a lungo. Infatti, dopo qualche puntata tornano a essere nemiche per la pelle. Ovviamente, questo giochetto si ripeterà ancora, salvo prodigio taumaturgico che restituisca un po’ di creatività agli autori. Quando non sanno proprio più che pesci prendere, gli arguti sceneggiatori si abbandonano a una marea di flashback, riproponendo ampi spezzoni di qualche puntata precedente, manco la storia avesse bisogno di essere ricordata.
 

Ma l’elemento più curioso di questa incredibile soap opera per adolescenti turbati non sono i cappelli di Tamara e nemmeno i patchwork che indossa Carmen, bensì l’insulsaggine ostinata della variegata galleria dei personaggi adulti. Ovviamente, non è casuale che tutti gli adulti siano delineati dagli autori come dei perfetti cretini che, in un paese normale, andrebbero sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio. La comicità apparentemente involontaria, si sa, aiuta l’audience. Infine, la musica che merita una citazione a parte. Ogni puntata è segnata dalla ripetizione ossessiva di alcune canzoncine orecchiabili per quanto odiose, Gasolina e Amigos del corazón, solo per citarne un paio a sproposito, che vengono immancabilmente accompagnate da coreografie che ricordano, ai trentenni di oggi, i balletti ormonali di Non è la Rai del compianto Buoncompagni (lo so, è ancora vivo, ma mi pareva bello chiudere così).