Leggere il destino di un paese attraverso le macerie, così come Scipione L'Emiliano fece per Roma. Questo è il proposito del documentarista Alessandro Scillitani, a caccia di "abitazioni fantasma" che, anche con l'intervento di alcuni volti noti, raccontano storie sul nostro passato e ci interrogano sul futuro

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Lo storico greco Polibio narra che Scipione Emiliano pianse intravedendo nello sfacelo di Cartagine, da lui stesso provocato, il destino di Roma. Il tema delle rovine e dell’abbandono non è certo di recente scoperta. I romantici ci costruirono attorno un importante castello, un culto poetico, quasi ideologico. Anche il Leopardi più razionalista, quello della Ginestra, ne cantò il fascino ammonitore, parlando della vecchia Pompei: "Or tutto intorno la ruina involve". 
 
E' un motivo che pare essere eterno, ricorrente nell’animo degli italiani e non solo. Il grande Bruno Bozzetto dedicò, nel 1977, una delle più belle di sequenze di Allegro non troppo ( “La risposta italiana a Fantasia di Walt Disney) ad un gatto randagio che si aggira, sulle note del Valzer triste di Sibelius, in una casa diroccata e prossima alla demolizione. Guardatelo su You Tube. E’ bellissimo. 
 
Nonostante un argomento non proprio inedito, questo Case abbandonate del regista reggiano Alessandro Scillitani, scritto insieme a Mirella Gazzotti, è un lavoro importante. Si tratta, di un viaggio lungo (forse appena troppo) e intrigante attraverso le storie meste di villaggi diroccati e dimenticati per tutta l’ Italia. Un viaggio poetico e sognante, ma non solo. Si parla di quella vecchia abitazione sul delta del Po che ispirò Pupi Avati per La casa dalle finestre che ridono, ma anche dell’Aquila dopo il terremoto. Si parla di fantasmi ma anche del problema concreto di restituire alla vita reale le antiche cascine, della possibilità di recuperare insediamenti abbandonati a fini abitativi. Dell’atroce contraddizione di outlet costruiti in un orrendo stile antico, a simulare antichi villaggi, mentre i veri vecchi paesi di montagna sono lasciati preda del tempo e della rovina. 
 
Una tematica, dice ad un certo punto la scrittrice Antonella Tarpino, che attiene più all’etica che all’estetica. Le rovine narrano il conflitto fra uomo e natura, fra lo sforzo della costruzione e quello della vegetazione che lentamente le corrode, argomento ricco da sempre di simboli e di riferimenti esistenziali.
 
Case abbandonate si può quindi definire come l’ultimo e ancora incompleto capitolo di una riflessione labirintica e potenzialmente infinita. Chiunque potrebbe aggiungere un suo tassello a questo mosaico. Chiunque conosca nella sua storia o in quella della sua città la vicenda di una casa, un palazzo, una fabbrica consegnati talora al lento disfacimento, talora a nuova e vita. Film evocativo e razionale al tempo stesso, intriso di struggimento per il passato e di passione per il futuro. Fra le tante interviste che ne tessono la trama ricordiamo quelle a Pupi Avati, Tonino Guerra, Massimo Bubola, Marco Revelli.

Oggetto recensito:

Case Abbandonate, di Alessandro Scillitani, Ita 2010, 86 m

L'autore: documentarista e videomaker, è direttore artistico del Reggio Film Festival e sempre a Reggio Emilia cura la documentazione video della Biennale Paesaggio, dove Case abbandonate è stato presentato in anteprima nazionale
 
Il film: è attualmente in corso una tournée di presentazioni in tutte le città d'italia, consultabile dalla pagina caseabbandonate.blogspot.com (nei prossimi giorni, il 27 aprile a Valenza (AL), il 5 maggio a Modena). Dallo stesso sito è possibile acquistare il dvd o organizzare una proiezione del documentario, accordandosi direttamente con lo staff

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