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VIDEO CONCERTI

Per i Radiohead il regista è collettivo

Decine di spettatori hanno ripreso la stessa esibizione, i filmati amatoriali sono stati montati, il gruppo ha regalato il sonoro ufficiale: è Live in Praha. Esperimento intrigante, ma il risultato com'è?


di Simone Dotto


Il primo punto d’interesse di questa recensione è che, in un certo senso, non si sa bene che cosa si sta recensendo. Come molti suoi omologhi in rete, anche questo “coso” se ne va a spasso senza editore né autore - o, perlomeno, non uno soltanto. Per comodità lo chiameremo Live in Praha ma non è che ci sia un vero e proprio titolo ufficiale.
 
Ciò che però più di tutto rende il nostro un oggetto non identificato è la mancanza di una forma materiale, un supporto fisico che ci aiuti a metterlo in questo o in quel cassetto. I nostri radar tradizionali non lo individuano, la nostra divisione classica fra dischi, concerti, video, film in sala e quant’altro va a farsi benedire. Non è nemmeno un sito: semplicemente si trova all’indirizzo http://radiohead-prague.nataly.fr/ e tanto deve bastarci.
 
Rinunciamo a scartare una confezione che non c’è e cerchiamo almeno di badare al contenuto. Si tratta di una videoregistrazione integrale del concerto che i Radiohead tennero al Výstavištĕ Holešovice Esibition hall a Praga nell’agosto del 2009, e quindi di un componente dalla famiglia dei film-concerti. Una stirpe di audiovisivi dalle nobili origini che è ben presto caduta in disgrazia, passando dai fasti su grande schermo di Woodstock al cumulo di dvd e videocassette che ora vedete prendere polvere sugli scaffali. Perché lì per lì una ripresa professionale del concerto può anche sembrare una buona idea, il surrogato perfetto per qualcuno che per qualsiasi ragione (geografica, anagrafica, economica…) quella sera proprio non ha potuto esserci, anche se avrebbe tanto voluto.
 
Ma una volta davanti al televisore quel qualcuno si ritroverà inesorabilmente a chiedersi in che cosa quell’ora e mezza passata in poltrona assomiglia anche solo lontanamente ad una serata tra la folla sotto un palcoscenico. E a quel punto il video verrà archiviato, senza troppe speranze di essere riesumato prima di qualche anno. A peggiorare ulteriormente le cose, poi, sono arrivati Mtv prima e Youtube dopo, con una proposta videomusicale a getto continuo ma rateizzata in comode pillole da cinque minuti l’una: roba da far apparire quell’ora e mezzo di fronte al televisore una noia mortale che non vale più la pena di autoinfliggersi.
 
Ora, due sono le strategie messe in campo per superare quest’empasse e risparmiare il film-concerto da una fine ingloriosa. La prima è la cura Rolling Stones, altrimenti detta Metodo Sborone: rockstar milionarie assoldano un Autore di quelli con la maiuscola (Martin Scorsese) e gli mettono a disposizione qualcosa come trentasette macchine da presa da montare in ogni angolo del teatro. Il risultato sarà una pellicola (Shine a light, 2006) ad alto tasso di spettacolarità, che si staglia su tutta la plebe di videoclip e homevideo vari per tornare alla conquista delle sale cinematografiche.
 
L’altra strategia è il metodo “fai-da-te”, noto pure come cura Radiohead. Anche in questo caso abbiamo un gruppo di rockstar milionarie, ma dalla provata sensibilità tecnodemocratica. Non troviamo invece, come si è già detto, nessun Autore, ma tutt’al più una coordinatrice, che di mestiere fa la programmatrice e che si firma Nataly: dal suo sito ha organizzato quella che chiama la “missione: riprendere la band da più angolature possibili”. E qui - alla faccia di Scorsese - gli occhi elettronici puntati sul palco sono più di sessanta: tutte macchine fotografiche digitali o camcoder portatili, veri eredi hitech dei vecchi accendini da concerto.
 
I loro manovratori, semplici fan strategicamente disposti in platea, rispondono all’appello e spediscono tutto il loro girato al sito. Di lì, quattro editor da altrettanti angoli del mondo si dividono il lavoro e realizzano il montaggio. Il 23 agosto 2010, ad un anno esatto dallo show, il filmato viene pubblicato online e senza che i diretti interessati ci abbiano mai messo becco. Ce lo metteranno, e in maniera piuttosto inaspettata, solo quando Nataly busserà alla loro porta, spiegando candidamente l’intrigo internazionale che ha escogitato per piratare la loro esibizione praghese e, visto che quello catturato dalle camere non è sto granché, potrebbero per cortesia mettercelo loro l’audiomix ufficiale per completare l’opera?
 
Sia per tener fede alla loro reputazione progressista o perché autenticamente colpiti dal gesto, fattostà che i Radiohead dicono di sì e forniscono il sonoro direttamente dai loro archivi ufficiali, senza pretendere la titolarità del progetto o i diritti che pure, secondo copyright, gli spetterebbero. La band appare citata nei ringraziamenti al pari del cameraman peruviano e del montatore inglese: a ben vedere, il loro non è che l’ultimo tassello di un mosaico, importante sì ma non indispensabile.
 
Prima di cantare le lodi di questa repubblica socialista ed egualitaria che è internet, dove i pirati vanno a braccetto con i piratati, dove i soldi non sembrano contare nulla e ognuno di noi spettatori paganti può sentirsi Scorsese per una volta nella vita, sarà meglio toccare con mano: chissà mai che, com’è già successo in passato, tanto sventagliamento di democraticità e povertà di mezzi non vada a discapito del risultato finale.
 
Bene, scaricato gratuitamente dal sito e visto per intero Live in Praha è un prodottino niente male, con un montaggio e una qualità d’immagine sufficiente a tener testa a un film-concerto di quelli “veri”. Basta per giustificare la famigerata ora e mezzo (due, in questo caso) sul divano? Forse no, ma il bello di questi “cosi” senza una forma è che, all’occorrenza ne possono assumere svariate. Sulla pagina download del sito si può trovare ogni formato immaginabile, dal classico ad alta definizione per il lettore dvd casalingo a quello pensato apposta per goderselo in viaggio, dallo schermo del proprio iPod o iPad che sia. Lo si può caricare sul proprio pc portatile e poi continuare a vederlo sbocconcellandolo da Youtube, senza costringersi ad uno stazionamento troppo prolungato in salotto.
 
Quanto al confronto con l’esperienza “analogica”, dal vivo, beh lì ancora ce ne passa: ma non è escluso che di fronte al risultato di un progetto collettivo così intensamente “partecipato” non si ritrovi la voglia di frequentare il popolo dei liveclub e delle arene, magari provvisti di opportuna telecamerina.
 
 



Tags: concerto, live in praha, praga, prague, Radiohead, Simone Dotto, video,
11 Ottobre 2010

Oggetto recensito:

Radiohead, Live in praha

giudizio:



7.515
Media: 7.5 (2 voti)

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