• Seguici su:
TEATRO

Le eredi di Chaplin traslocano

La figlia e la nipote del grande maestro hanno presentato in anteprima nazionale il loro spettacolo Murmures des murs: una meraviglia di illusioni in movimento


di Cristina Geninazzi


L'undicesima edizione del festival torinese Teatro a Corte, finestra spalancata sulla scena europea e vetrina dinamica delle arti performative contemporanee, si è aperta con una prima nazionale di tutto rispetto: oltre ad essere lo spettacolo vincitore del premio "Hystrio - Teatro a Corte 2011 - I linguaggi del corpo" - Murmures des murs è l’ultima creazione della prolifica progenie dei Chaplin.
 
Concepito e diretto da Victoria Chaplin, lo spettacolo è un delicato e suggestivo viaggio nel mondo dell’onirico, un tuffo nelle vie dell’inconscio dove ogni cosa dimostra di essere il suo contrario, in un universo fatto di illusioni, collisioni, stralci di realtà e dispiegamento di fantasia pura. Tutto ha inizio in una stanza ingombra di scatoloni e cellophan, triste segnale di un trasferimento malvoluto, dove la giovane inquilina (la formidabile Aurélia Thierrée Chaplin) alterna stati di inebetimento malinconico a un’attività compulsiva di impacchettamento. Tra tecniche di illusionismo e manipolazione di oggetti, il trasloco apre le porte alle possibilità dell’immaginazione e si trasforma in un viaggio, reale e onirico allo stesso tempo. 
 
Imponenti e mutevoli scenografie creano spazi realistici che poi svaniscono e si contraddicono l’un l’altro, come le architetture che strutturano il mondo dei sogni. Il paesaggio emotivo spazia da scenari inquietanti, come un ospedale psichiatrico, a momenti delicatamente romantici, come quando una nave strappa due giovani da un ballo passionale tra i tetti di una città, fino a incursioni comico-clownesche. 
Lo spettacolo procede per quadri che non hanno una connessione diretta gli uni con gli altri, ma si accostano per analogie o contrasti scenici e tracciano un sentiero multisfaccettato e pluridimensionale dove si rincorrono tre personaggi non ben definiti, in una incessante relazione di fuga e ricerca reciproca. 
 
Veri attimi di rapimento sono regalati dalla capacità di Aurélia Thierrée di manipolare qualsiasi oggetto regalandogli una vita propria. Un mostro di cellophan, un fantoccio di carta, un cappello di piume divengono esseri vivi e credibili che suggestionano e commuovono. Il filo conduttore a tratti si perde e gli attori che affiancano la protagonista non ne sono sempre all’altezza ma poco importa, poiché ciò che rimane impresso di questo spettacolo è una fascinazione sottile e nebulosa, proprio come al risveglio da un sogno. 
 
Victoria e Aurélia Chaplin creano un opera d’arte che traccia un ponte diretto tra la realtà razionale e il subconscio, per ricordarci che quasi sempre niente è quello che ci aspetteremmo che sia: nemmeno una serata trascorsa a teatro. Uno spettacolo intimo e delicato che lascia il pubblico ammaliato e piacevolmente irretito dalla magia intrigante del palcoscenico.



Tags: Aurélia Thierrée Chaplin, Cristina Geninazzi, festival teatro a corte, linguaggi del corpo, manipolazioni, murmures des murs, recensione, trasloco, victoria chaplin,
27 Luglio 2011

Oggetto recensito:

Victoria Chaplin e Aurélia Thierrée Chaplin, Murmures des murs

Il festival Teatro a Corte: si è svolto a Torino e dintorni dal 7 al 25 luglio, informazioni su www.teatroacorte.it

giudizio:



8.422497
Media: 8.4 (12 voti)

Commenti

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.