TEATRO DANZA
Un poveraccio entra nel supermercato delle banlieu parigina, ruba una birra dagli scaffali e viene pestato a morte. Un crudo episodio di cronaca contemporanea sublimato dal coreografo francese in Ce que j'appelle oubli. Corpi danzanti mimano la scena mentre un fiume di parole ripercorre l'accaduto, senza pause.
di Sergio Buttiglieri
E’ uno spettacolo di sfolgorante cupezza quello che il Ballet Preljocaj ha messo in scena in prima italiana al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia. Il coreografo francese, formatosi con Merce Cunningham e attuale Direttore Artistico del Pavillon noir di Aix-en-Provence, stavolta ci ha spiazzato intrecciando alla sua barbarica danza cerebrale un sottotesto narrativo che implode dentro di noi, scatenando angoscia e indignazione. Lo aveva già fatto in passato: prima con L’Anoure (1996), tratto da La Voix perdue di Pascal Quignard, e più recentemente con Le
02 Maggio 2013