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ARTE CONTEMPORANEA

Cronache dalla Biennale/2. Cina, Emirati Arabi e Sudafrica, ma anche gli insospettabili (per diversi motivi) Azerbaijan e Vaticano. I paesi emergenti reclamano il loro posto anche nel mondo dell'arte, e a Venezia lo trovano nell'ex struttura militare. Abbiamo selezionato per voi le opere migliori


di Chiara Di Stefano

Gli spazi dell’Arsenale - destinati negli anni Ottanta ad ospitare eventi innovativi e un po’ laterali rispetto alla tradizione della centenaria mostra veneziana - oggi, ultimati i lavori di restauro di gran parte delle strutture appartenute al demanio militare, rappresentano l’approdo ideale per tutti quei Paesi emergenti che necessitano di una vetrina “istituzionalizzata”.   Negli ultimi anni infatti la Cina, gli Emirati Arabi Uniti e il Sudafrica hanno scelto di sistemarsi nelle affascinanti sale dell’ex arsenale militare di Venezia, operando in mol
08 Luglio 2013

ARTE CONTEMPORANEA

Cronache dalla Biennale/1. Guida alla multiforme esposizione lagunare, arrivata alla 55esima edizione. Iniziamo con l'ambizioso progetto del giovane curatore Massimiliano Gioni


di Chiara Di Stefano

La Biennale di Venezia è la mostra internazionale d’arte più antica del mondo. E' nata 1895 e da allora, ad eccezione di una manciata di edizioni saltate durante la Seconda Guerra Mondiale, ogni due anni è pronta a mostrarsi nelle sue contraddizioni, a nutrirsi delle polemiche degli addetti ai lavori. E, purtroppo, ad allontanarsi sempre di più dal visitatore medio, appassionato d’arte ma spesso lontano dalle logiche glamour che la contraddistinguono. Iniziamo una serie di articoli per offrire al pubblico una guida alla comprensione, una sorta di portola
03 Luglio 2013

MOSTRE

Addio alle planimetrie e ai progetti su carta: alla XII edizione Biennale i padiglioni delle varie nazioni hanno indetto la gara a chi "lo fa più strano", e le archistar giocano a fare gli artisti concettuali


di Chiara Di Stefano

Il lungo percorso comincia all’Arsenale. Lo spazio centrale curato quest’anno dall’architetto Kazuyo Sejima appare lontano dall’idea che i profani possono essersi fatti della Biennale di Architettura. Una sensazione di già visto non appena si palesa di fronte il neon di ingresso, troppo simile a quello di una delle passate biennali di arti visive. Passata un’ampia stanza allestita in modo scarno e sbarrata da un enorme monolite ci si ritrova a passeggiare per i corridoi, pensando di lì a poco di trovarsi faccia a faccia con q
28 Settembre 2010