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MUSEI - WEEKEND

Altro che architettura prepotente che mortifica le opere: alla prova dei fatti il Museo d'arte del XXI secolo progettato da Zaha Hadid a Roma si svela in tutta la sua avvolgente accoglienza. Pareti che appaiono e scompaiono, mega installazioni e piccoli quadri, giochi di luce ed effetti sonori. Perché l'arte contemporanea è intelligente, innovativa, e soprattutto divertente


di Sandra Petrignani

Avevo visto il Maxxi il giorno dell'inaugurazione nel novembre dello scorso anno, quando era ancora vuoto. Si poteva ammirarne la movimentata architettura, l'intreccio vertiginoso delle scale, le grandi vetrate sul quartiere militaresco accanto a piazza Mancini, tutto caserme e fabbriche, palazzoni squadrati con una loro severa eleganza. Il Maxxi, Museo nazionale delle Arti del XXI secolo (come si chiamerà nel 2100…?), gigantesco corpo altrettanto squadrato, ma appoggiato sghembo, inclinato come non riuscisse a trovare la posizione giusta, domina improvviso gli angoli delle strad
05 Giugno 2010

SPAZI D'ARTE

Visita al nuovo polo di arte contemporanea di Roma, progettato dall'architetto iracheno Zaha Hadid


di Federico Capitoni

Faticoso: pieno di scale, salite e – ovviamente - discese, il nuovo spazio museale di cui si fregerà Roma a partire da maggio del 2010, se visto vuoto, emana le suggestioni di un cantiere, ancorché pulito. È un Maxxi in bianco e nero quello di Zaha Hadid; il colore lo fanno le persone che lo visitano e la vetrata obliqua (anche questa in salita… o in discesa) che proietta la visione sulla via Flaminia, con i suoi palazzi rossi e gialli, con gli alberi e le siepi. E si scorge anche il campanile della chiesa di via Guido Reni, Santa Croce al Flaminio, testimone
31 Dicembre 2009