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TEATRO

Luca Ronconi firma il secondo capitolo di un'eptalogia tutta dedicata a Rafael Spregelburd, autore figlio dell'Argentina della crisi di inizio millennio. Tra scenografie "sghembe" e unioni che crollano, l'interpretazione degli attori è meritevole, anche se fin troppo imbrigliata in schemi registici risaputi


di Sergio Buttiglieri

L'ultima prova di Luca Ronconi, seconda tappa dell'Eptalogia sull’autore argentino Rafael Spregelburd, rappresenta per il regista un altro magnifico pretesto per "uccidere" la realtà nel modo che diverte sommamente noi, devoti delle sue maratone. Panico è uno spettacolo interpretato con grande trasporto da una serie di attori sopraffini, "trattenuti" nel delizioso manierismo ronconiano. Un testo che serve a decifrare il mondo e annientarne le illusioni. Ogni cosa, sembrano dirci all’unisono Ronconi e Spregelburd, ci illude nel momento stesso
21 Gennaio 2013