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TEATRO

Nello spettacolo diretto da Antonio Calenda il mattatore gioca un triplice ruolo: assieme a quelli del protagonista, veste i panni di Tiresia e di una disinibita Giocasta. Rilettura psicologica della tragedia sofoclea, che al famoso complesso freudiano aggiunge qualche disturbo di personalità


di Maria Rosaria Corchia

Si sa, andare in teatro è anche un modo per conoscersi meglio, per specchiarsi, per guardarsi dentro. È un po’ come stendersi sul lettino dello psicoanalista. Nell’allestimento dell’Edipo Re di Sofocle per la regia di Antonio Calenda il lettino è al centro della scena tutto il tempo dello spettacolo, e accanto ad esso, seduto su una sedia e di spalle, scorgiamo la testa di un uomo, che ascolta. Sono più che espliciti i riferimenti a Freud e a tutto quel Novecento che ha fatto di Edipo, simbolo della colpa e del limite umano, il pilastro della socie
14 Dicembre 2011