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TEATRO

Branciaroli si fa in tre per l'Edipo

Nello spettacolo diretto da Antonio Calenda il mattatore gioca un triplice ruolo: assieme a quelli del protagonista, veste i panni di Tiresia e di una disinibita Giocasta. Rilettura psicologica della tragedia sofoclea, che al famoso complesso freudiano aggiunge qualche disturbo di personalità


di Maria Rosaria Corchia


Si sa, andare in teatro è anche un modo per conoscersi meglio, per specchiarsi, per guardarsi dentro. È un po’ come stendersi sul lettino dello psicoanalista. Nell’allestimento dell’Edipo Re di Sofocle per la regia di Antonio Calenda il lettino è al centro della scena tutto il tempo dello spettacolo, e accanto ad esso, seduto su una sedia e di spalle, scorgiamo la testa di un uomo, che ascolta. Sono più che espliciti i riferimenti a Freud e a tutto quel Novecento che ha fatto di Edipo, simbolo della colpa e del limite umano, il pilastro della società occidentale.
 
L’Edipo Re secondo Calenda è un percorso simile a un sogno, un viaggio intimo che porta alla scoperta della verità che abbiamo dentro, che spesso dolorosamente intuiamo ma che abbiamo paura di ascoltare. Branciaroli gigioneggia e gli piace molto farlo. Interpreta da solo Edipo, Giocasta e Tiresia. Un espediente da lui spesso frequentato: fu così anche in Dentro Medea, dove interpretò tutti i ruoli primari, e in Don Chisciotte, dove fu sia il protagonista che Sancho Pancia, imitando le voci di Vittorio Gassman e Carmelo Bene.
 
In Edipo Re Branciaroli per dare sostegno filosofico a questa scelta ha scomodato l’antropologo francese Renè Girard, secondo il quale Tiresia, Edipo e Giocasta sono praticamente uguali, perché c’è una mostruosità di fondo che li accomuna. Bastava forse ricordare che gli stessi greci erano soliti mettere in scena queste tragedie con pochi attori e quindi spesso toccava a ciascuno di loro interpretare due-tre personaggi alla volta. La verità è che, anche se non si condivide fino in fondo questa ostentazione del suo egocentrismo artistico, non si può non ammirare la sua incredibile bravura e la straordinaria tecnica. 
 
Pur accomunati dalla loro incestuosità (anche Tiresia a suo modo è incestuoso, essendo stato donna per nove anni) Branciaroli riesce a restituirci tedipore.jpgre figure ben distinte e delineate con schizofrenia artistica quasi impressionante. Tiresia è la verità, parla con voce pacata, spietata e profonda. Giocasta è una donna che vorrebbe spingere Edipo a nascondere la polvere sotto al tappeto, che lo invita a non ascoltare profezie e oracoli e a non indagare, perché la scoperta della verità procura dolore. L’attore la interpreta vestito come una “escort” di primo Novecento, con corpetto, autoreggenti, guêpière e scarpe rosse: una visione quasi imbarazzante, soprattutto quando costretta a rivelare il passato Giocasta si stende sul lettino in posizione da parto simulando i dolori del travaglio. 
 
Edipo porta dentro di sé queste voci, che sono le sfaccettature di un’unica verità: egli è un uomo nella sua interezza, con il limite dal quale nessun essere umano può prescindere. Edipo è l’uomo che sceglie di attraversare il dolore per giungere alla conoscenza di sé, diventando protagonista consapevole e artefice della sua esistenza. Nel ruolo del protagonista Branciaroli dimostra una disinvoltura e una padronanza da maestro. A volte riesce addirittura a farci sorridere. Attorno a lui, per forza di cose in secondo piano, un cast di tutto rispetto.



Tags: Antonio Calenda, Edipo, Edipo re, Franco Branciaroli, Giocasta, Maria Rosaria Corchia, recensione, Renè Girard, Tiresia,
14 Dicembre 2011

Oggetto recensito:

Edipo re, regia di Antonio Calenda, con Franco Branciaroli 

Produzione: Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro degli Incamminati, Teatro di Messina
Cast: Giancarlo Cortesi, Emanuele Fortunati, Gianfranco Quero, Alfonso Veneroso, Livio Bisignano, Tino Calabrò, Angelo Campolo, Filippo de Toro, Luca Fiorino, Luigi Rizzo
Traduzione: Raul Montanari
Resto della locandina: scene Pier Paolo Bisleri, luci Gigi Saccomandi, costumi Stefano Nicolao, suono Giampiero Berti, musiche Germano Mazzocchetti
Tournée: dal 17 al 19 dicembre al Teatro Comunale di Treviso, dal 7 al 9 gennaio al Teatro del Giglio di Lucca, l’11 gennaio al Teatro Sociale di Mantova, dal 12 al 16 gennaio al Teatro Sociale di Brescia

giudizio:



5.496921
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