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FILM

Dopo Il Profeta del 2009, il cineasta francese torna con un altra 'favola' dal retrogusto realista, quella di un giovane straniero spiantato e della sua "principessa" rimasta senza gambe per un tragico incidente. Più che per la storia, Un Sapore di ruggine e ossa vale soprattutto per le suggestioni di un artista dell'immagine


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Che la fiaba fosse un rito di iniziazione finalizzato a illustrare la vita ricorrendo alle rappresentazioni della morte lo sosteneva già Karl Popper ne Le radici storiche dei racconti di fiabe (1946). Che il regista Jacques Audiard se ne avvalga per ottenere lo stesso scopo lo diciamo noi. Nell'osannatissimo Il profeta (2009, recensito qui) la nascita e l'ascesa criminale di un boss all'interno di una prigione si poneva come un racconto di crudo realismo, ricorrendo tuttavia a tutte le caratteristiche della fiaba: la vaghezza, la verosimiglianza solo di superficie, l'insistenza
10 Ottobre 2012