Dopo Il Profeta del 2009, il cineasta francese torna con un altra 'favola' dal retrogusto realista, quella di un giovane straniero spiantato e della sua "principessa" rimasta senza gambe per un tragico incidente. Più che per la storia, Un Sapore di ruggine e ossa vale soprattutto per le suggestioni di un artista dell'immagine
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Che la fiaba fosse un rito di iniziazione finalizzato a illustrare la vita ricorrendo alle rappresentazioni della morte lo sosteneva già Karl Popper ne Le radici storiche dei racconti di fiabe (1946). Che il regista Jacques Audiard se ne avvalga per ottenere lo stesso scopo lo diciamo noi. Nell'osannatissimo Il profeta (2009, recensito qui) la nascita e l'ascesa criminale di un boss all'interno di una prigione si poneva come un racconto di crudo realismo, ricorrendo tuttavia a tutte le caratteristiche della fiaba: la vaghezza, la verosimiglianza solo di superficie, l'insistenza
L'ormai tradizionale appuntamento annuale per Allen, che dopo Londra, Barcellona e prima di Roma, fa tappa nella capitale francese. In Midnight in Paris il suo alter ego, lo sceneggiatore e aspirante scrittore interpretato da Owen Wilson, incontra le personalità artistico intellettuali della Belle époque
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Sostiene Cacciari, ci sembra citando Hegel, che il bello del passato è che è passato (professore, adoperi la matita blu se stiamo dicendo una fesseria). Mentre Woody Allen sostiene l’esatto contrario, secondo il rigurgito adolescenzial-nostalgico di un’età anagrafica ancora nutrita di solide reminiscenze classiche. Il film si apre con tre minuti di una Parigi ancora più accattivante delle più belle cartoline, con punti di vista e rendez vous atmosferici che un turista nemmeno si sogna dopo anni di appostamenti, ed un autoctono che v