• Seguici su:
TEATRO

Veri o falsi che siano, gli Urka in esilio raccontati nel romanzo di Nicolai Lilin stanno conoscendo in Italia un plauso unanime in ogni disciplina artistica. Se Gabriele Salvatores ha già provveduto a tradurre il testo per il cinema, Giuseppe Miale di Mauro lo porta a calcare le assi del palcoscenico, ma i risultati non convincono fino in fondo.


di Igor Vazzaz

Se è vero che gli Urka siberiani ritenevano i soldi qualcosa di sporco e incline alla corruzione di chi li maneggia al punto da proibirsi di portarseli a casa e seppellirli lontani dalle abitazioni (a onor del vero, pure il vituperatissimo Occidente ha una consolidata, carsica tradizione di spregio monetario, testimoniata peraltro nel bel libro Il denaro Sterco del demonio di Massimo Fini), se ne potrebbe evincere che, a un primo sguardo, Nicolai Lilin non dev’essere poi granché siberiano. Dal successo assoluto del suo primo romanzo, l’eclatante Educazione siberiana p
15 Aprile 2013