• Seguici su:
TEATRO

E' un esperimento isolato, quello di When, un "unicum" nel percorso di un gruppo teatrale in continua sperimentazione. Il ritorno alla regia di Enrico Casagrande, insieme a Daniela Nicolò, mette insieme media digitali e arie d'opera rossiniana, con Silvia Calderoni a dare corpo al tutto. Suggestioni che avremmo ritrovato nel loro spettacolo successivo, Nella tempesta.


di Igor Vazzaz

Ha la rapidità d'un bozzetto, la plasticità flessuosa d'una performance, la rabbia agrodolce e intellettuale delle ultime realizzazioni questo When presentato da Motus, miniallestimento, studio espressivo in forme cangianti a seconda dello spazio cui si trova destinato. Era successo la passata estate a Dro, nella luce crepuscolare che lambiva le Alpi trentine, si è ripetuto poi adesso al Teatro Studio di Scandicci, tutt'altro contesto: l'urbanizzazione anonima, da teoria post-atomica, d'una Toscana che abdica a se stessa affastellando strade su strade, capannoni su capanno
18 Settembre 2013

TEATRO

E' Armando Punzo, che come ogni anno ci propone i suoi allestimenti unici all'interno del penitenziario di Volterra. Come sempre lontano dal buonismo ricattatorio e dalle lusinghe della fama, stavolta è alle prese con Santo Genet, commediante e martire


di Igor Vazzaz

C'è qualcosa di inaudito e impossibile, nel teatro di Armando Punzo e della Compagnia della Fortezza, nel senso letterale dei termini: inaudito come inascoltato, oltre che inusitato, grido d'allarme entusiasta e sanguinante che giunge da quell'altrove inferico che è l'istituto penale; impossibile non perché materialmente irrealizzabile, ma perché il gioco (al massacro) utopico praticato da questo teatrante allucinato sembra sempre sfuggire alla contrattazione, quasi applicasse davvero quel paradossale slogan lottacontinuista che recitava "Se ci dai dieci, chied
12 Agosto 2013

TEATRO

 L'irriverente monologhista Daniele Timpano continua la sua "storia cadaverica d'Italia", mettendo alla berlina nientemeno che il segretario della DC rapito dalle brigate rosse. Laddove gli altri incenserebbero, il suo teatro non conosce pietà.


di Igor Vazzaz

Stralunato, strampalato, stranito. Arriva in scena completo e cravatta scuri, quasi iena, tradito da un'andatura che fa del disequilibrio matrice poetica ed espressiva. Infantile e arguto, saettante e maligno, dà vita a un monologo estenuato, puntuto, in smarcatura perenne da quella coltre di retorica che sembra moneta unica in corso da parte di coloro che si prendono la briga di parlar di quegli anni Settanta così lontani (per orizzonti ideologici, pratiche sociali, rivendicazioni culturali) e così vicini (perché i problemi son quasi gli stessi e per aver costitui
14 Giugno 2013

TEATRO

Veri o falsi che siano, gli Urka in esilio raccontati nel romanzo di Nicolai Lilin stanno conoscendo in Italia un plauso unanime in ogni disciplina artistica. Se Gabriele Salvatores ha già provveduto a tradurre il testo per il cinema, Giuseppe Miale di Mauro lo porta a calcare le assi del palcoscenico, ma i risultati non convincono fino in fondo.


di Igor Vazzaz

Se è vero che gli Urka siberiani ritenevano i soldi qualcosa di sporco e incline alla corruzione di chi li maneggia al punto da proibirsi di portarseli a casa e seppellirli lontani dalle abitazioni (a onor del vero, pure il vituperatissimo Occidente ha una consolidata, carsica tradizione di spregio monetario, testimoniata peraltro nel bel libro Il denaro Sterco del demonio di Massimo Fini), se ne potrebbe evincere che, a un primo sguardo, Nicolai Lilin non dev’essere poi granché siberiano. Dal successo assoluto del suo primo romanzo, l’eclatante Educazione siberiana p
15 Aprile 2013

TEATRO

Già ai tempi di Goldoni andare in scena non era cosa da niente. Il commediografo ne ha dato saggio ne L'impresario delle Smirne, testo ficcante su un allestimento incompiuto declinato all'attualità dalla regia di Roberto Valerio, che ricompone i cinque atti originali in simultanea. E nel farlo, perde per strada un po' di umorismo


di Igor Vazzaz

Il Settecento veneziano non conosceva certo i tagli al Fondo Unico dello Spettacolo né le bizantine politiche culturali della futura Repubblica Italiana: ciononostante, allestir spettacoli, già all'epoca di Carlo Goldoni, rappresentava autentica impresa, dai rischi non limitati al mercato, quanto alle ubbie degli artisti, le cialtronate dei vari addetti ai lavori, gli sprechi assortiti d'un sistema pletorico malavvezzo al buonsenso.   È tra 1758 e 1759 che il commediografo veneto compone un testo ficcante, disincantata rappresentazione del coevo mondo dello spettacol
14 Marzo 2013

TEATRO

Il Decalogo del disgusto studiato da Cristian Ceresoli è una dettagliata escatologia sulle faccende più immonde della nostra società. Affidato all'interpretazione della brava Silvia Gallerano, il monologo è stato pluripremiato e ben accolto dal pubblico: ma a cosa, di preciso, rivolgiamo il nostro applauso?  


di Igor Vazzaz

Si entra, buio in sala. Lattei fasci di luce lambiscono il centropalco. Un’attrice, microfono in pugno, rossetto sbafato d’intenso vermiglio, chiacchiera con le prime file, assisa sul trespolo dal quale non si schioderà per l’intera durata dello spettacolo. È nuda. È incinta. Ostenta il nitore abbacinato d’una pelle ampia e slabbrata, cadente di carni provate dalla gestazione, e la sfrontatezza caratteristica dei performer, ammantata marcatura di territorio mista a tenerezza da celare.   Il pubblico, bendisposto e plaudente, ascolta, studia la
07 Marzo 2013

TEATRO

Celeste Brancato parla attraverso la voce e il corpo di Federica De Cola, unica abitante di una scena spoglia. I miei occhi cambieranno racconta il decorso del male incurabile che ha portato via l'autrice a soli quarant'anni, sotto la regia del compagno Giampiero Cicciò 


di Igor Vazzaz

Teatro e morte. Binomio inscindibile, misterico e profondo, inesaurita e inesauribile sorgente di pulsanti visioni sceniche a sondar quel che una cultura sempre più tecnologicamente evoluta sembra non riuscire a contenere, comprendere. Al punto di rimuoverla, negarla, obliterarne la presenza nell'orizzonte discorsivo quotidiano, nella previsione di ciò che accadrà o che potrebbe occorrere. Proprio lei, l'unica certezza a disposizione, livellante, parafrasando il principe De Curtis.   Non è certo una novità imbattersi in uno spettacolo che della morte fa
05 Marzo 2013

TEATRO

Non è da solo, perché come sempre gli habitat della compagna Flavia Mastrella lo accompagnano nell'abbattimento delle pareti convenzionali del teatro borghese: eppure anche nel nuovo spettacolo Fratto_X l'attore è demiurgo del suo testo, padrone di una scena che coinvolge gli stessi spettatori 


di Igor Vazzaz

"Ma ancora esiste la spensieratezza?" Sono dovuti passare tre anni dall’ultimo spettacolo a firma Rezza-Mastrella, l’ideoaritmetico 7 14 21 28 primo episodio di un filone d’evocazione matematica, per giungere a Fratto_X, debuttato a Torino lo scorso novembre e riproposto in una tournée che vorremmo senza fine.   Nel frattempo, è stata la volta di Doppia identità elevata al superficiale, caustico percorso intermedio d’abbinamento e collazione di sketch preesistenti, best of d’indagine sui temi dell’omosessualità e d
28 Febbraio 2013

TEATRO

Dal nazionalpopolare della serie tv al teatro contemporaneo più chiaccherato delle nostre scene. Ricci/forte è la coppia d'autori del momento e imitationofdeath la loro ultima provocazione. Sedici figure seminude elencano trivialità su una scena spoglia: ma è vera gloria?


di Igor Vazzaz

È sempre un rischio recensire i fenomeni del momento, compagnie o spettacoli che assurgono, per meriti propri o di sistema, a monstre d'un peculiare tratto d'attualità. Attualità, sia chiaro, non Storia, benché pure a quest'ultima non siano attribuibili investiture prive di (almeno) un tentativo analitico. Il rischio ad incrociar il brando con chi-è-à-la-page consiste nel non potersi sottrarre a un insidioso, e di per sé urticante, tritacarne che vuole, specie in presenza del fenomenochefadiscutere, partire il mondo in sostenitori o detrattori,
19 Febbraio 2013

TEATRO

Gli angry young men delusi e irrisolti di John Osborne tornano a teatro grazie alla regia di Luciano Malchionna. I monologhi rancorosi che diedero scandalo la Londra del '56 vengono esaltati da un'interpretazione che li esplicita forse troppo, mettendo a rischio l'attualità ancora notevole del testo


di Igor Vazzaz

"Cosa è cambiato da quel lontano 1956? Tanto, sicuramente, ma non la rabbia". Si fa una domanda, si dà una risposta Luciano Melchionna dal libretto di sala che accompagna la sua ultima regia, Ricorda con rabbia di John Osborne, in prima nazionale sulle tavole del Teatro Verdi di Pisa. Non si può dire che l’allestimento non desti interesse, a partire dal testo, sino al cast e allo stesso regista: Melchionna, infatti, è metteur en scéne eclettico, talentuoso, protagonista sia di trasmigrazioni formali sia d’un autentico “caso”
23 Gennaio 2013

TEATRO

La penna di Annibale Ruccello è tra quelle che hanno contribuito a rendere il dialetto partenopeo una vera e propria lingua franca per il teatro italiano. Il suo outsider Ferdinando torna a far mostra di sé, sotto la regia di un sapiente "direttore d'orchestra"


di Igor Vazzaz

Una delle maggiori ricchezze del teatro italiano è costituita, non da ieri, dalla dimensione plurilinguistica di un idioma per secoli costretto a un peculiare cabotaggio, costantemente affiancato, quando non superato, schiacciato o messo in crisi, dalla presenza massiva dei dialetti. Caleidoscopio di lingue, colori, sonorità, il nostro palcoscenico, assai più di altri ambiti espressivi, ha saputo piegare la propria natura a un campionamento degli accenti e delle calate, sfruttando la preziosa metamorfosi implicata nel processo tutto poetico che rende teatrale un idioma sot
17 Gennaio 2013

TEATRO

Stanchi delle classifiche di fine anno? Non ne potete più dei siti che vi propinano le migliori opere del 2012? Giudizio Universale guarda avanti: in esclusiva per voi ecco le migliori opere dell'anno prossimo! Capolavori che non sono stati messi in scena, e che non lo saranno mai: li hanno immaginati i nostri recensori di fiducia. Perché il meglio, come sempre, deve ancora venire

di Giulia Stok, Igor Vazzaz, Nicola Arrigoni

PROSA Una stanza tutta per lui, di Fausto Paravidino “Ma quanta bella roba!” e le due aggressive adolescenti soppesano la mercanzia dai loro posti in fondo all’autobus. La roba in questione sono gli attributi di un Fabio Troiano poco più adulto di loro e terribilmente intimidito. Inizia così l’ultima pièce firmata Fausto Paravidino, che racconta un mondo rovesciato, in cui è normale che siano gli uomini ad essere oggetto di attenzioni non desiderate, molestati nei luoghi pubblici, discriminati sul lavoro e gravati di enormi responsabilit&agra
20 Dicembre 2012

TEATRO

Pirandello secondo Placido. L'attore e regista cinematografico porta a teatro uno dei testi più famosi dell'autore suo conterraneo, puntando sulla forza della scenografia, l'efficacia del recitato e l'attualità della pièce in sé. Un esordio non negativo ma troppo scolastico, riuscito soltanto a metà


di Igor Vazzaz

Sono i frantumi aguzzi d’un gigantesco specchio soverchiante la scena l’emblema più nitido, forse persino didascalico, della rilettura di Così è (se vi pare) offerta dalla regia di Michele Placido. Frantumi d’una verità inconoscibile e beffarda, d’una società sgretolata dalla maldicenza, dilaniata dalla curiosità pelosa d’un coro gracchiante di petulanti all’indirizzo di un ambiguo e malcapitato trio giunto da poco in città.   La scenografia dell’ottimo Carmelo Giammello concretizza appieno la teor
13 Dicembre 2012

TEATRO

Satira per attrice e pupazze sul lusso di essere donne, sottotitola lo spettacolo diretto e interpretato da Marta Cuscunà esponente di un presunto "teatro al femminile". Si apprezzano le doti attoriali ma il testo, ambientato in tempi antichi e cupi, specie per il gentilsesso, resta confinato nella caricatura


di Igor Vazzaz

 Uno dei refrain più usati e abusati della nostra critica scenica, unitamente agli immancabili noncisonopiùautori, serriamolefilaadifesadelnostroteatro, comefaràlacriticaasopravvivere, è quello riguardante drammaturgia e spettacolo al femminile. Come se l’espressività sia inoppugnabilmente questione di gender. Non vogliamo liquidar temi complessi (sono i refrain a banalizzare), ma restiamo convinti, innamorati come siamo e non da ieri di alcune grandi “attautrici” (Franca Valeri e Lucia Poli su tutte), che la questione di cui sopra sia
14 Novembre 2012

TEATRO

Il dramma che lo stesso Pirandello trasse da una sua novella, portato in scena da Gabriele Lavia (con la figlia Lucia) dopo quasi cento anni. Che si sentono tutti


di Igor Vazzaz

Un imponente interno borghese dagli alti e inquietanti finestroni verticali, avvolto nella fioca luce retrostante o dai proiettori con parsimonia ritagliati a calibro sulle sagome degli attori. L’opacità d’una tela semitrasparente rende la teoria ancor più flebile, ovattata: solo il sollevarsi del drappo ne segnala in senso compiuto la presenza all’occhio miope dello spettatore. La realtà è nascosta, celata tra le pieghe del non detto, dai velami sordidi del taciuto, dell’insinuato in faccia o alle spalle delle persone. A segnarne irreparabil
19 Novembre 2012