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FILM

Dimenticate il film, non perdonate Solondz

Anteprima cinema: in Perdona e dimentica, il regista torna sulle vicende della famiglia Jordan, già protagonista del suo Happiness. Durante la guerra in Iraq, le vite di tre sorelle si intrecciano fra padri pedofili, mariti sessuomani, abusi di psicofarmaci e inquietudini esistenziali: molta confusione, poco da capire


di Andrea B. Previtera


Proviamo per una volta ad iniziare una recensione in toni classici: Perdona e dimentica, per la regia di Todd Solondz, si ascrive alla categoria dei film... - e qui devo già impormi uno stop.
Perchè mi sono chiesto davvero che genere di pellicola fosse questo Perdona e dimentica, me lo sono domandato per l’intera durata della proiezione senza trovare risposta. Forse, inquadrare il tutto nel giusto angolo del casellario avrebbe conferito allo scempio un perché, una direzione. La risposta, infine, è in un tentativo di uscire dalle righe tanto forzato da infrangerle completamente, sparpagliarle qua e là e lasciare tutto in un caos scomposto all’arrivo degli spettatori.
 
Dunque: assistiamo alle storie di due sorelle e mezza che si intrecciano in modo confuso e innecessario, tra nevrosi, psicofarmaci, pedofilia, molestie, visioni, dissociazione, cenni sul terrorismo, ed un ampia scelta tra personaggi grotteschi e/o superflui.
Storie che ci vengono trasferite soprattutto attraverso micidiali dialoghi senza costrutto. Particolarmente irritante, già dopo i primi minuti, questa cadenza innaturale da teatro in cui si va a disciogliere e perdere buona parte della caratterizzazione dei personaggi: manca solo il tic-toc di un metronomo. 
I più coraggiosi potrebbero voler iniziare da Happiness (1998), di cui Perdona e Dimentica è il sequel realizzato con dichiarate pretese di “indipendenza” dal primo capitolo: obiettivo certamente conseguito, se per indipendenza si intende un pasticcio atemporale di nomi, cose, animali, città (e psicosi).
 
C’è incredibilmente poco da aggiungere: qualche risata di gusto è inevitabile, sospinta sull’onda d’urto di esplosioni di cinismo piuttosto ammirevoli. Qualche spettatore forse troverà (o pretenderà di aver trovato) nella chiazza di colori mescolati a caso, un qualche messaggio molto profondo: "Suvvia, ci sono tutti quei riferimenti espliciti a tanti temi così taboo (con due o), così attuali, un messaggio di fondo dovrà pur esserci!". Hm, hm.
Via, via dalla sala, c’è tutto da dimenticare ed un invito a non perdonare Todd Solondz, le sue orribili sorelle Joy Trish ed Helen, e le loro storie.



Tags: Allison Janney, Ally Sheedy, Andrea B. Previtera, Happiness, iraq, Perdona e dimentica, Shirley Henderson, terrorismo, Todd Solondz,
15 Aprile 2010

Oggetto recensito:

Perdona e dimentica di Todd Solondz, USA 2009, 98 M.

Premi: vincitore del premio Osella per la miglior sceneggiatura alla Mostra del Cinema di Venezia 2009

giudizio:



4.709997
Media: 4.7 (3 voti)

Commenti

Solondz guarda dall'alto un

8.01

Solondz guarda dall'alto un plastico, una riproduzione di una cittadina per bene dove sotto il sole si bevono rinfrescanti drinks di speranze(false), di autoconvinzioni e di promesse. L'ironia, come in un mojito, è in fondo, non viene a galla ma la si percepisce, la si assapora.Sono delle storie in cui il regista fa notare, quasi con casualità, il legame. Poi non capisco perchè si deve sempre cercare un messaggio o di inserire la pellicola in un genere (come dire, con le dovute distanze da un capolavoro, Barry Lindon che genere è?). Un'ultima cosa perchè Life During Wartime?(se proprio vogliamo approfondire) Forse la guerra è la mancanza di punti di riferimento, la continua lotta per trovarli, per passarli e soprattutto (in generale) per perdonare e comprendere... dimenticando. Ho trovato nel film estetica, serenità e immediatezza... insomma leggero, la stessa leggerezza che poi mi ha accompagnato all'uscita della sala ripensando a quelle storie inventate e mostrate a un pubblico senza farsi troppi problemi... Solondz è ancora ok. Secondo me sei entrato in sala un po di malumore, ma anche no ;)

Scusatemi per l'ignoranza, ma

Scusatemi per l'ignoranza, ma qualcuno può spiegarmi perchè Joy va al ristorante in camicia da notte, allucinata e presumo senza soldi?? Grazie

Ci dev'essere una profonda

Ci dev'essere una profonda significanza narrativa in un bambino che chiede all'amante della madre se un pedofilo è un terrorista: io però non riesco a coglierla. Come tutti i film che non ho apprezzato, lo vedrò ancora una volta.

Ora però una domanda ai sostenitori del film - io ho tentato di esporre le motivazioni per cui al momento di lasciare la sala non fosse rimasto in me nulla di buono dell'esperienza cinemtografica - adesso chiedo a voi di illustrarmi i valori da cui origina la nostra discordanza.

Grazie!

perdono e dimentico questa

perdono e dimentico questa recensione.

perdona e dimentica. :D

perdona e dimentica. :D

Madame, una delle due cose mi

Madame, una delle due cose mi riuscirà con nitida disinvoltura! :) Pace e bene in questo preciso ordine, abp

hahaahah, questo lo sapevo

hahaahah, questo lo sapevo già! il fatto è che tu la stai mettendo sul lato del torto o della ragione(già da come hai risposto in precedenza). il mio non è un problema di stroncare o meno un film, tu puoi stroncarli tutti (io sono più del partito : sparare poco, ma sparare bene. però, va bene anche sparare su tutti se sai motivare). Quello di cui semplicemente parlo è estetica cinematografica, significanti, metanarrazioni....nelle tue parole vedo solo uno spettatore spaventato di fronte a qualcosa che non ha apprezzato senza sapere effettivamente bene il perchè. Mi sarebbe piaciuto che con le tue parole tu mi avessi convinta, io che amo questo regista (ma anche hornby, per fare riferimento al passato dei tuoi scritti) a non andare a vedere il film (che in realtà ho già visto) oppure a rivedere le mie posizioni su di esso ( invece resterò delle mie opinioni e questa cosa ogni tanto rattrista)

AM, sono avulso dal conflitto

AM, sono avulso dal conflitto tra torto e ragione da quando mamma mi rimboccava le coperte, in questo frangente giUocavo soltanto :)

Anche a me sarebbe piaciuto alterare il tuo giudizio contaminandolo con il mio, ma in realtà ho una regola d'oro a riguardo: sostengo le mie posizioni solo una volta. Credo nella contaminazione a prima vista.

E davanti a "vedo solo uno spettatore spaventato di fronte a qualcosa che non ha apprezzato senza sapere effettivamente bene il perchè" (trad.: davanti a qualcosa che non capisce), alzo le mani.

carissimo, erano scambi di

carissimo, erano scambi di opinioni eh. mica la ghigliottina! del resto se non mi avessero colpito anche le tue precedenti recensioni, non sarei nemmeno intervenuta. :)

Ma sì, assolutamente :) Anzi

Ma sì, assolutamente :) Anzi citandoti ti posso dire che se hai letto tutte le mie recensioni... allora hai la consapevolezza della nicchia a cui appartengo: quella dei saponificatori! Comunque a questo punto sottovoce ti confesso che, conclusa la proiezione dell'anteprima, mentre io uscivo dalla sala ad occhi sgranati nella tipica posizione "aiuto, sparano ad altezza d'uomo" - buona parte della platea era in plausa ad applaudire lo schermo. Le possibilità che Andrea B. Previtera abbia torto e Tutti G. Altri ragione, sono altissime.

Ok, io li ho visti tutti.

Ok, io li ho visti tutti. probabilmente quando si parla di cinema di nicchia bisognerebbe informarsi un pò sulla nicchia in cui il cineasta opera. questo non vuol dire che una maggiore conoscenza di un regista comporti una recesione positiva. ma sicuramente comporta una maggiore consapevolezza nella stesura del testo. niente di grave, eh. penso solo che con tutti i registi che si possono scongliare Solondz non sia tra questi. seconda domanda, che cosa è per te un grottesco che non sia pasticcio?

grazie per le risposte alessandra minervini

Alessandra, non nego di non

Alessandra, non nego di non essere un amante di questa particolare nicchia, ma immagino di non essere neanche troppo disinformato. Un pensiero provocatorio ma non troppo: la disinformazione non è necessariamente un male - nella condizione di dover produrre un giudizio privo di condizionamenti una posizione di tabula rasa è anzi a suo modo vantaggiosa.

E qui mi trovo a giudicare, come sempre tento di fare, l'operato del regista nel contesto della singola produzione senza entrare nel merito del suo intero "percorso". Dunque non sconsiglio Solondz, sconsiglio "Perdona e dimentica".

Setacciamo, e separiamo il grottesco dal pasticcio: grottesche sono l'ipercaricaturalità dei personaggi, la forzatura di ogni singola riga di copione a dover strappare un ghigno agli spettatori, la recitazione ipercinetica. Un pasticcio è il modo in cui questi elementi vengono mescolati tra di loro: senza misura, senza giudizio, lanciandoli qua e là a manate.

Mi sovviene, immediato, un paragone tutto racchiuso tra le due parentesi di un singolo regista: Wes Anderson. I Tenembaum era un composto di elementi ad alto contenuto grottesco, ma di potente struttura. Le avventure acquatiche di Steve Zissou, un pasticcio.

O forse no. Ah questo cinema, quante asperità, quante controversie, quante poche certezze.

ciao andrea, una curiosità ma

3.06

ciao andrea, una curiosità ma conoscevi gli altri film del regista?

Ciao AM: happyness, fear

Ciao AM: happyness, fear anxiety & depression. Non altri.

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