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FILM

La commedia della vita nella Versione di Barney

Nato dalla penna di Mordecai Richler, il personaggio simbolo del politicamente scorretto è da venerdì in sala per la regia di Richard J. Lewis. Nei panni del testardo ebreo canadese, affiancato da un eccessivo Dustin Hoffman, c'è un Paul Giamatti già in odore di Oscar


di Andrea B. Previtera

 


Che cos'è La Vita, quella con la vu maiuscola? Come se ne potrebbe dare un'idea, come se ne potrebbero trasferire le vette e gli abissi, la meraviglia ineffabile del grottesco che scivola tra le crepe del solenne, la fitta sottile della casualità e dell'ingiustizia, il miraggio misterioso degli amori? Barney Panofsky forse vorrebbe solo portare alla luce la sua versione, la sua versione di certi fatti, vecchi quanto un passato doppiamente offuscato, tra ricordi poco chiari e incerti sentori di omicidio. Ma nel percorso, ondivago e colorito, finisce invece con il consegnarci un esempio magistralmente confezionato di questo gran pasticcio senza scampo che ci tocca, dalla nascita alla tomba.
 
E' un libro di Mordecai Richler, La Versione di Barney, ed è un film di Richard J. Lewis. E Barney, invece, chi è? Non è un personaggio particolarmente "potente". Non possiede alcuna reale eccellenza, nessun quid che lo contraddistingua davvero a parte forse un'irritante caparbietà. Eppure vorrete ascoltarlo, vorrete scoprirlo. Eppure, riuscirà a trasformare il suo interprete, il mediocre Paul Giamatti, in un candidato certo all'Oscar.
 
Per raccontare questa sua versione, l'ebreo canadese Barney Panofsky ripercorre più o meno involontariamente trent'anni di un'esistenza la cui atipicità sembra contenere - a un secondo sguardo - tutta l'aneddotica tragicomica di ognuno di noi. Trent'anni e tre matrimoni, sbocciati tra caso, danno, opportunità e persistenza. Un racconto che si piega più volte su se stesso tra piccoli sbalzi temporali, dal Barney giovane e confuso che sopravvive a stento tra amici altrettanto indigenti, avventurosi e dissoluti, al Barney facoltoso produttore televisivo più per caso che per volontà.
 
Flaversionedibarney2.pnga capolino tra queste pieghe un Dustin Hoffman in veste paterna, divertente ed eccessivo, nel ruolo di una macchietta volgare sempre immancabilmente inopportuna. Eppure, confortante nella certezza della propria presenza, e nelle pur rare spicciolate di saggezza. Tutto è esplicito, tutto è velato. Tutto è violento e rocambolesco, tutto è soffuso, accorto. Che film strano. Mutevole. Qualcosa che a tratti ricorda Harry ti presento Sally, e poi sfuma in qualcos'altro di completamente diverso, nella profondità dei rapporti tra Barney ed il suo amico (e vittima?) il disgraziato Boogie. E poi in qualcos'altro ancora, ma senza stacchi percepibili, neanche tra la risata da due soldi e l'amarezza che accorcia appena il respiro.
 
Di Barney, dei Barney, la verità è che infine le versioni non hanno alcuna importanza. Nel panorama di un'intera esistenza ogni verticalità sembra svanire. Perché, infine, questa sequenza di fotogrammi, questa storia come molte altre, questa commedia un po' più lunga di un paio d'ore, è proprio quella roba là: vita. E come tale funziona splendidamente, portando altrove lo spettatore come il buon cinema dovrebbe sempre fare. Via, via anche dal dettaglio degli aspetti tecnici, dalla necessità di leggere tra le righe per decifrare un perché, o trarre di peso un sapere nuovo. Con il conforto, allo scorrere dei titoli coda, che non si sarebbe potuto dire niente di più.



Tags: Andrea B. Previtera, Barney Panofsky, commedia, Dustin Hofmann, La versione di Barney, Mordecai Ritcher, recensione, Richard J Lewis,
13 Gennaio 2011

Oggetto recensito:

Richard J. Lewis, La versione di Barney, Canada, Italia 2010, 135 m

 

giudizio:



8.01
Media: 8 (4 voti)

Commenti

lo legga se ha tempo. avrebbe

lo legga se ha tempo. avrebbe dovuto leggerlo prima di vedere il film a dir la verità

No, difatti non lo cito

No, difatti non lo cito affatto nella recensione se non nella semplice informazione che - per l'appunto - il film è tratto da libro omonimo

ma lei ha letto il libro in

ma lei ha letto il libro in questione?

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