• Seguici su:
FILM

Sembrerebbe un sequel del fortunato Quasi Amici uscito nelle sale qualche mese fa, e invece quella di Eric Toledano e Olivier Nakache è un film più vecchio di tre anni e che in Italia trova distribuzione solo oggi. Un matrimonio e le rispettive cerchie di amicizie e conoscenze, per un film ecumenico, come si conviene sotto le feste


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Prima di impalmare qualcuno/a, bisognerebbe meditare sui trattati quasi omonimi di Sun Tsu e di von Clausewitz che, a distanza di quasi 2000 anni l'uno dall'altro, riflettono e fanno meditare a fondo sull'Arte della guerra. Non solo perché gli sposi possono diventare dei futuri nemici intimi, ma soprattutto perché il matrimonio di due persone è in realtà il tentativo di fusione per reciproca incorporazione-sopraffazione delle relative tribù al seguito. Ed ecco quindi fratelli, cugini, suoceri, nuore, cognati confrontarsi, criticarsi e tessersi agguati l
10 Dicembre 2012

FILM

Nostalgia della nostalgia, quella vissuta del gruppo di protagonisti in Piccole bugie fra amici di Guillaume Canet. Un altro esempio della rinnovata commedia francese che ricorda da vicino la pellicola di Kasdan per tematiche, atmosfere e vocazione generazionale. Una generazione di spettatori, che sempre di più, sembra vivere di memorie


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Due domande oziose: ci sarebbe stato l’Orlando furioso senza i poemi epici cavallereschi? E un bugiardo compulsivo nel deserto può ancora definirsi tale, visto che non ha modo di mentire a nessuno? Le risposte (altrettanto oziose) evidenziano come una qualsivoglia opera viva anche in funzione del suo rapporto di continuità o discontinuità rispetto al passato e come un giudizio, per essere tale, debba sempre affrontare la categoria della relatività. In Piccole bugie fra amici il legame con il passato è riferito sfacciatamente a Il grande freddo di Kasdan
10 Aprile 2012

FILM

La commedia francese diretta da Olivier Nakache ed Eric Toledano ripropone il copione da Principe e Povero: ricco, cinico e paraplegico l'uno, appena uscito di galera l'altro. Il rischio del buonismo facile è dietro l'angolo, ma la regia sa evitarlo con senso della misura tipicamente transalpino  


di Marinella Doriguzzi Bozzo

La parola buonismo - e buonista - è di conio recente e viene registrata dai dizionari a metà degli anni '90. Come tutti gli "ismi" è una derivazione, e, nel caso, un annacquamento o un'ironia ambigua sul sostantivo "bontà" e l'aggettivo "buono". Dovrebbe di fatto individuare un'ampia (e abusata) disponibilità nei confronti dell'avversario o di quell'infernale prossimo sartriano a cui noi, incattiviti dai tempi, non siamo disposti a credere fino in fondo, sia per cinismo che per pudore. E non è un caso che il film in questi
27 Febbraio 2012

LIBRI - NARRATIVA

I party, le inaugurazioni, i pettegolezzi e mille altre vuote occupazioni mondane tengono impegnati i protagonisti di Allegra street, l'ultimo romanzo di Mario Fortunato. Che con affilato humour britannico racconta le disinvolte vite (sessuali e non) di Carlo e Paula e dei loro sofisticati amici di Londra


di Giuseppe Grattacaso

E' inutile programmare con troppa sollecitudine, prevedere con cura le mosse come se gli avvenimenti potessero davvero insegnare qualcosa. La vita ci costringe sempre a sorprenderci, cambia le carte in tavola, non fa tornare i conti. E proprio i luoghi ai quali maggiormente chiediamo conforto e consolazione (la famiglia la coppia il sesso) sono quelli che più facilmente deflagrano e sorprendono.   Almeno così avviene nell'ultimo romanzo di Mario Fortunato, Allegra Street, dove le vite dei protagonisti, peraltro fin dall'inizio impegnate in uno sfrenato tourbillon di feste e
12 Maggio 2011

TEATRO

Una pellicola immaginaria riavvolge una fra le più note commedie dell'autore britannico, Il marito ideale. La regia di Roberto Valerio porta alle estreme conseguenze la satira feroce contro le ipocrisie della società 


di Igor Vazzaz

"È soltanto negli specchi che bisogna guardare. Perché gli specchi ci mostrano solo le maschere". Così sentenzia il disperato e tragicomico Erode della Salomè wildiana, fantasmagorica pièce assurta a emblema del teatro simbolista e di svariati alfieri d’avanguardie vecchie e nuove. E a queste parole sembra ispirarsi la godibile e maliziosa declinazione cui Roberto Valerio sottopone An Ideal Husband, sardonico testo che il dandy irlandese, inserendosi in un felice filone non distante dal miglior Feydeau, ambientava all’interno della upper
28 Marzo 2011

TEATRO

Sono sempre in tanti a portare in scena i lavori del commediografo francese, ma solo qualcuno sa conservarne intatta la forza provocatoria. Con musiche di ogni tipo e scene hard, il regista torinese Valter Malosti riaggiorna La scuola delle mogli, cogliendo in pieno l'ironia grottesca che nel 1662 scandalizzò Parigi
 


di Giulia Stok

Un enorme armadio rosso, casa prigione, che ricorda quegli orologi a cucù in cui sono delle statue a battere le ore. E così, come due personaggi meccanici, si muovono incrociando spade e frasi il protagonista Valter Malosti e il suo amico mascherato Mariano Pirrello, in uno scambio di battute feroce e arguto, prima scena all’apertura del sipario e una delle migliori di tutto lo spettacolo.   Arnolphe, inventatosi “Signore del Ceppo”, ossessionato dal timore delle corna (ben chiarito a tutti da un cervo che domina la scena), ha deciso di costruirsi una mogli
07 Febbraio 2011

FILM

Il politico corrotto e puttaniere che Antonio Albanese creò per la tv debutta al cinema con la regia di Giulio Manfredonia. Come la miglior commedia all'italiana, Qualunquemente mette il nostro malcostume politico e sociale di fronte ad uno specchio deformante (ma non troppo)
 


di Andrea B. Previtera

Ve li ricordate i film del Ragionier Ugo Fantozzi? Che cos'erano, infine, quei film? Un esorcismo. Una rappresentazione burlona ed esasperata del peggio di uno stato sociale. Come certe maschere grottesche di demone, o spirito maligno: inscenare, deridere, per diminuire lo spavento. Eravamo sul finire degli anni settanta, e c'erano da esorcizzare gli spettri delle caste da ufficio, del superlavoro, e di una certa pochezza piccolo borghese.   A quasi quarant'anni di distanza, quegli spettri sembrano miti apparizioni degne di Lourdes, e nelle tenebre di un panorama sociale, culturale e poli
24 Gennaio 2011

FILM

Nato dalla penna di Mordecai Richler, il personaggio simbolo del politicamente scorretto è da venerdì in sala per la regia di Richard J. Lewis. Nei panni del testardo ebreo canadese, affiancato da un eccessivo Dustin Hoffman, c'è un Paul Giamatti già in odore di Oscar


di Andrea B. Previtera

Che cos'è La Vita, quella con la vu maiuscola? Come se ne potrebbe dare un'idea, come se ne potrebbero trasferire le vette e gli abissi, la meraviglia ineffabile del grottesco che scivola tra le crepe del solenne, la fitta sottile della casualità e dell'ingiustizia, il miraggio misterioso degli amori? Barney Panofsky forse vorrebbe solo portare alla luce la sua versione, la sua versione di certi fatti, vecchi quanto un passato doppiamente offuscato, tra ricordi poco chiari e incerti sentori di omicidio. Ma nel percorso, ondivago e colorito, finisce invece con il consegnarci un es
13 Gennaio 2011

FILM

Non date retta alle allusioni del titolo: il film parla dello sciopero indetto nel '68 dalle operaie inglesi della Ford per ottenere la parità salariale. Con la scusa della commedia, Nigel Cole (autore de L'erba di Grace) semplifica troppo una tematica complessa. E ancora irrisolta


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Bel titolo equivoco, che fa pensare, da subito, ad una commedia alla Full Monty. E in effetti siamo in Inghilterra, in un mondo operaio in crisi. Ma non quella siderurgica verificatasi sotto il governo di Margaret Thatcher nel 1984, bensì nel 1968, con il laburista Wilson come premier e con Barbara Castle come ministro del lavoro.   Sicché l’iniziale frullar di gambe scoperte, di raggi di biciclette e di vestitini dagli acidulati color pastello non si riferisce ad un Grease post datato di 10 anni, ma all’apertura dei cancelli della fabbrica Ford di Dagenham, vici
13 Dicembre 2010

FILM

Un Depardieu enorme e scapigliato presta volto (e corpo) alla Francia alienata di Sarkozy. Con il personaggio dell'easy rider sessantenne il film di Kervern e Delépine satireggia sui "nuovi mostri" della società, ma esagera con il grottesco. Da oggi in sala


di Andrea B. Previtera

Con il cinema francese, è sempre una questione di rubinetti. Da una parte quello di una visione laterale delle cose, della capacità di cogliere la poesia del quotidiano e trovare il surreale nel dettaglio. Dall’altra, quello del grotesque. E quasi sempre eccolì lì, aperti ambedue a cercare una miscela che non ci lasci sotto una doccia troppo calda o troppo fredda.   Mammuth! Cinema francese in piena regola, rubinetteria spalancata a massimo regime e si salvi chi può, con il corpaccione di Gerard Depardieu - più dilatato che mai - a fare onor
29 Ottobre 2010

FILM

Un quadretto familiare tradizionale, la colonna sonora operistica, la rivisitazione del classico gioco dei doppi e degli equivoci, e persino un Andy Garcia che somiglia in modo inquietante a Bonolis. Così l'isoletta nel cuore di New York sembra fin troppo familiare...


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Il regista De Felitta ha un passato intenso di sceneggiatore e di musicista jazz. E si vede. Probabilmente ha anche lontane origine italiane, che non siamo però riusciti ad appurare. Perché fin dalle prime inquadrature spira un’arietta casereccia. Un po’ forse in ragione del fatto che Andy Garcia, condannato dalla maturità ad una circonferenza addominale da gestante, ricorda in più di un’espressione Paolo Bonolis.    Poi, perché nella presa in giro di Marlon Brando, e quindi dell’Actors’ studio e del metodo di recitaz
27 Luglio 2010

FILM

Il mio amico Eric sembra la solita storia del proletario sconfitto e depresso. Che a sorpresa ha una svolta brillante quando entra in scena l'ex calciatore, ottimo interprete di se stesso


di Gianpaolo Fissore

Eric è un ometto che dalla vita non ha avuto granché: l’ultimo bel ricordo? Una partita di calcio del Manchester United e un gol del suo idolo, Eric Cantona. Il calcio, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: dispensa illusioni e delusioni, arbitri venduti e partite truccate. Ma poi, come per incantesimo, riaccende sempre la passione, e scusate se è poco. Eric (Steve Evets) è un ometto trasandato e sfinito, prossimo alla resa. Non gli resta che un mito, nato appunto in uno stadio di calcio. Attaccante molto fisico, Cantona giganteggia nel poster della stanza
18 Dicembre 2009