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SPECIALE LIBRI

Sorrentino, la voce del cafone

Tony Pagoda, il protagonista di Hanno tutti ragione, è un ex cantante di night tanto giramondo quanto tamarro. Alla sua prima prova narrativa il regista, tra i favoriti al Premio Strega, scrive un romanzo divertente e originale, proprio perché centrato tutto sul punto di vista del personaggio


di Remo Bassetti

(Illustrazione di Elide Gramegna)


Le prime quaranta pagine non rendono ottimisti, e lasciano pensare all’ennesimo sfruttamento commerciale di un personaggio mediatico. Strappano qualche sorriso, ma sembrano un assemblaggio semicabarettistico privo di un filo conduttore accettabile.
 
E invece, alla fine, si riconosce un disegno complessivo e una progressiva capacità di affabulazione che avvince il lettore e dà al romanzo una marcia in più rispetto all’ormai consueto noir morale (così potremmo definire il romanzo raccontato da un io narrante che ostenta inconsapevole la sua grettezza e i limiti della propria sensibilità, pensa in maniera spesso sgradevole e compie azioni riprovevoli nella cerchia degli affetti. Un genere in voga, tanto da essere già investito da una decadenza manierista).
 
Nonostante questa finale coerenza il taglio psicologico di Tony Pagoda, un cantante di night club miracolosamemente sospeso tra la tamarraggine della periferia partenopea da cui proviene e un cosmopolitismo malinteso e straccione maturato nei viaggi per il mondo, non tiene del tutto e non è esattamente il forte del libro. Si stentano a raccordare certe sparate baldanzose con la latente codardia, l’egocentrismo superomista con la frustrazione e la meschinità, la personalità nelle scelte decisive con la tendenza all’inazione debosciata, e nemmeno mi sentirei di definire il protagonista un incontenibile vitalista a giustificazione della sua sostanziale schizofrenia.
 
Perché, allora, è un personaggio letterario felicemente riuscito? Perché tutti gli altri soggetti che transitano per il romanzo li conosciamo per come li vede lui: anche quando apparentemente si limita a descrivere qualcosa che gli è accaduto davanti agli occhi, la potente interferenza dei pregiudizi, delle fobie, dell’immaginazione, del suo soggettivissimo apparato mentale di simboli e valori, si esplicitano con sublime leggerezza e trasfigurano l’evento.
 
Insomma, il protagonista non è tanto Tony Pagoda quanto il suo sguardo sugli altri. Detto così può sembrare poco incentivante e forse non avrei il coraggio di metterlo su una quarta di copertina, eppure è in questa chiave che Hanno tutti ragione sa essere a tratti straordinario e ritrova compattezza e armonia. Del resto la storia del protagonista è un incasellarsi di episodi che la voce del menestrello sempre soffoca nella loro fattualità. Persino un non irrilevante colpo di scena finale si limita a lambirci senza scuoterci: e questo perché, riguardando una circostanza tremenda dello stesso Tony Pagoda che egli aveva cercato di rimuovere, viene mutilato della ridondante esuberanza interpretativa riservata agli altri.
 
Paolo Sorrentino mostra tutta la sua sapienza di regista nella costruzione del ritmo. La comicità di alcune pagine ne impone la condivisione ad alta voce con qualcuno. Le pennellate sul cafonesco e il triviale, anzi la loro elevazione a sfondo circostante, sono esemplari. La scrittura, pur ogni tanto barcollando nell’urto tra una densità barocca e certe frasi più pedestri che spoglie, esibisce una bella ricerca e un espressionismo frizzante, contaminato con il dialetto ma mai pigramente adagiato al riparo di un autoesotismo seriale. In alcune pagine si ritorna con la mente al bel Via Gemito che Domenico Starnone scrisse qualche anno fa.



Tags: domenico starnone, feltrinelli, hanno tutti ragione, napoli, night, paolo sorrentino, regista scrittore, Remo Bassetti, tamarro, tony pagoda, via gemito,
14 Maggio 2010

Oggetto recensito:

Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione, feltrinelli 2010, p. 319, euro 18

giudizio:



8.450001
Media: 8.5 (9 voti)

Commenti

Ma è la terza volta che

Ma è la terza volta che recensiamo las mismas cosas.D'accordo su due ,in disaccordo su una.Comunque,bellissimo articolo

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