La penna di Annibale Ruccello è tra quelle che hanno contribuito a rendere il dialetto partenopeo una vera e propria lingua franca per il teatro italiano. Il suo outsider Ferdinando torna a far mostra di sé, sotto la regia di un sapiente "direttore d'orchestra"
di Igor Vazzaz
Una delle maggiori ricchezze del teatro italiano è costituita, non da ieri, dalla dimensione plurilinguistica di un idioma per secoli costretto a un peculiare cabotaggio, costantemente affiancato, quando non superato, schiacciato o messo in crisi, dalla presenza massiva dei dialetti. Caleidoscopio di lingue, colori, sonorità, il nostro palcoscenico, assai più di altri ambiti espressivi, ha saputo piegare la propria natura a un campionamento degli accenti e delle calate, sfruttando la preziosa metamorfosi implicata nel processo tutto poetico che rende teatrale un idioma sot
Il documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero denuncia le ricadute dell'emergenza monnezza sull'allevamento e l'agricoltura campana. Sono passati tre anni e quasi nulla è cambiato
di Alessandra Testa
"Questa è la terra mia". E’ la frase che si scolpisce nella mente durante la visione di Biùtiful cauntri, il documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero sull’infinita emergenza rifiuti in Campania realizzato nel 2007, e che risuona ancor oggi nel cervello mentre si cammina per le strade di Napoli. Una Napoli, soprattutto la periferia, ancora in preda ai rifiuti nonostante il governo giuri e spergiuri il contrario. "Questa è la terra mia" è molto più di un grido di dolore, è un mon
Che ci è andato a fare il noto comico milanese nella tristemente nota cittadina campana? In RCL - Ridotte capacità lavorative, lo si vede girare senza meta, guidato da Massimiliano Carboni (regia) e Alessandro Di Rienzo (autore): che cercano di spiegarci il dramma degli operai Fiat, lasciandoci con più domande di prima. Da oggi nelle sale
di Andrea B. Previtera
C'è Paolo Rossi. Ha la bocca semiaperta, e barcolla verso un angolo indefinito dell'inquadratura. Incespica. Sembra voler dire qualcosa, poi resta in silenzio. L'inquadratura cambia per qualche secondo e torna alla precedente, come nel filmino di un compleanno a cui sono state portate due cineprese. Paolo Rossi parla, e dice qualcosa di inintelleggibile, poi barcolla ancora un po'. Di nuovo la seconda inquadratura. Ridotte Capacità Lavorative. In questi giorni, qualcuno potrebbe avervi spacciato la pellicola in oggetto per un docufilm sulla situazione degli operai Fi
Dopo aver portato le favole calviniane a teatro, l'attore John Turturro ritorna sulle sue origini italiche e dirige una commedia musicale che omaggia la canzone partenopea. Ma che ne dicono gli "omaggiati"? Cediamo la parola a un inviato del luogo
di Dario De Marco
Cchiù luntano me stai cchù vicino io te sento... E' il distico iniziale di Passione, canzone napoletana del 1934 scritta da Libero Bovio e musicata da Tagliaferri e Valente. Sono parole d'amore per una donna, come usuale, ma potrebbero essere lette anche come espressione di saudade per una città, se messe in bocca a un emigrante di lungo corso. Perciò non abbiamo saputo resistere alla tentazione di prenderne uno di nostra conoscenza e cedere a lui la recensione di questa pellicola. Gli perdonerete una certa inflessione dialettale, che l
Ragioniere al carcere di Napoli, ogni sera perde al tavolo i soldi che ha rubato dalla cassa. Finché non sceglie di puntare tutto sull'amore per Lila. La regia è di Stefano Incerti, la sceneggiatura dello scrittore Diego De Silva, ma Gorbaciof si regge soprattutto su una straordinaria prova d'attore
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Insomma, non c’è niente da fare: pur non essendo degli sfegatati fanclubbisti da curva sud, già dal primo fotogramma in cui Toni Servillo compare si comprende che il film è lui. Spavaldo e consuntamente aitante, in un completo uguale dall’inizio alla fine e che lascia presupporre esercizi fisici e cattivo cibo, il sesso canino libero sotto i pantaloni, le gambe arcuate e i capelli piatti di brillantina: Marino Pacileo, alias Gorbaciof (dalla voglia di vino sulla fronte), trasuda disincanto e solitudine. Siamo dalle parti di Le conseguenze dell’am
Tony Pagoda, il protagonista di Hanno tutti ragione, è un ex cantante di night tanto giramondo quanto tamarro. Alla sua prima prova narrativa il regista, tra i favoriti al Premio Strega, scrive un romanzo divertente e originale, proprio perché centrato tutto sul punto di vista del personaggio
di Remo Bassetti
Le prime quaranta pagine non rendono ottimisti, e lasciano pensare all’ennesimo sfruttamento commerciale di un personaggio mediatico. Strappano qualche sorriso, ma sembrano un assemblaggio semicabarettistico privo di un filo conduttore accettabile. E invece, alla fine, si riconosce un disegno complessivo e una progressiva capacità di affabulazione che avvince il lettore e dà al romanzo una marcia in più rispetto all’ormai consueto noir morale (così potremmo definire il romanzo raccontato da un io narrante che ostenta inconsapevole la sua grettezz
Il testo di Patroni Griffi che mette in scena trans e omosessuali creò scandalo alla sua prima rappresentazione. Oggi però nella regia di Melchionna appare ingessato e anacronistico
di Anna Colafiglio
Dalle poltrone del Parlamento alle luci della ribalta: sempre di teatro trattasi, potrebbe obiettare qualcuno, e noi non potremmo dargli torto. Sta di fatto che Vladimir Luxuria, l’unica a non essere dichiaratamente attrice, è colei che meglio riesce a portare avanti il dispiegarsi del dramma a più voci scritto da Patroni Griffi. Paradossale? Forse si. L’ancora di salvezza dell’ultima fatica di Luciano Melchionna è proprio il testo del celebre drammaturgo e regista napoletano. Graffiante, duro, a tratti esilarante. Una camera ad ore nell
Il prezioso Amalfi Skizzenbuch, eredità del viaggio in Costiera del pittore tedesco, torna per la prima volta nel nostro paese. La Casa di Goethe di Roma lo espone nella mostra Disegnato con la Luce
di Cesare de Seta
Sul finire del Settecento l’area tedesca fu assai rilevante per l’arte europea: da Berlino a Monaco numerosi pittori, scultori e architetti assunsero un ruolo che ancora oggi, abbagliati dalla luce di Parigi, si fatica a vedere. Costoro erano tutti invaghiti del Sud, tutti aspiravano al sole del Mediterraneo e in particolare elessero l’Italia a loro destino. Carl Blechen (1798-1840) appartiene alla generazione successiva, a quella di Jacob Philipp Hackert - e difatti il suo sentimento del dipingere e del disegnare fu perfettamente antagonistico a quello del grande pit
Tra due domeniche blocco del traffico proposto da Chiamparino: aderisce tutto il Nord. Ma non basta: per evitare i terribili effetti delle polveri sottili servono misure più drastiche
di Dario De Marco
Una mostra a Napoli suggerisce una nuova chiave di lettura dell'arte contemporanea
di Massimo Balducci
In questo periodo, Napoli è una città dominata dal Barocco. Intanto per la mega-mostra Ritorno al Barocco: da Caravaggio a Vanvitelli, distribuita in sei differenti sedi; e quindi per la complementare Barock al Madre (Museo d’Arte contemporanea Donna Regina), dedicata appunto ai legami ed alle analogie fra l’arte barocca e quella contemporanea. Insomma dove ti volti in città è tutto uno spuntare del Barocco in forme più o meno prevedibili, e se l’esposizione principale è fin troppo completa - tanto quasi da raschiare il fondo del bari