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TELEVISIONE

Le nontizie del Tg1

L'informazione dell'ammiraglia Rai segue una semplice linea editoriale: se il Paese va bene, è merito del Governo; se va male, è colpa degli altri.


di Francesco Signor


Ore 20. Sette milioni di italiani, neurone più neurone meno, ogni santa sera si fanno trovare con la tavola apparecchiata davanti al televisore per sorbirsi la loro razione quotidiana di notizie. Lo fanno servoassistiti dall’ammiraglia dell’informazione Rai, il Tg1. Molti italiani gli sono affezionati, come lo si potrebbe essere a un vecchio nonno rincoglionito. Del resto è il primo telegiornale di questa Repubblica, sempre più minacciato negli ascolti dal Tg5 e da Striscia la notizia. Detta così sembra una boutade, invece no. Nei fatti l’offerta informativa di questi tre ipermercati della notizia non è poi così diversa. Questi mostri dell’ascolto sono assolutamente omologhi con l’unica eccezione delle denunce populiste che, ormai, sono evidente appannaggio di Striscia la notizia. In tutto questo, il Tg1 si è progressivamente adattato ai gusti, affiancando alle solite immarcescibili veline, due trappole acchiappascolti: il gossip e le notizie modello “strano, ma vero”. La linea editoriale del Tg1 si riduce a due filoni tematici: il paese va bene, merito del Governo; il paese va da culo, colpa degli altri (dove gli altri, a seconda della legislatura, coprono un ampio spettro sociale che va dall’integralismo islamico al riscaldamento globale, passando per il disagio giovanile e la crisi della scuola). Un’impostazione strutturale che non muta mai, indipendentemente dal colore del Governo in carica. Un elogio supremo alla stabilità dell’alternanza.
 
Quindi, in realtà, le notizie del Tg1 sono sempre del nontizie, a cui si aggiungono periodicamente delle fughe in avanti, quasi ai confini della realtà, come nel caso della collega Susanna Petruni che, nell’edizione delle 13.30 del 7 aprile 2009, celebrava i trionfanti dati auditel del Tg1 dopo il terremoto in Abruzzo con i morti ancora caldi. Se al Tg1 la menavano con gli ascolti, da un’altra parte, come si legge in questi giorni a proposito dell’inchiesta G8, qualcuno ridacchiava nel sonno pensando ai soldi che avrebbe fatto con la ricostruzione in Abruzzo.
Molto lunga anche la serie di gaffe che hanno allietato negli anni gli affezionati teleutenti. Per restare nel nostro secolo, basta ricordare il “pizzino misterioso”, infilato tra le notizie, che esortava Nicoletta Manzione ad alzarsi e fare qualcosa. Le congetture sono state molte, ma la scenetta è rimasta incompiuta ed è ancora godibile su Youtube con un titolo suggestivo “Tg1, Nicoletta Manzione alzati e fai un...”. Tra le indimenticabili anche Laura Mombelli, che in un’edizione notturna del 2007 fece esplodere lo shuttle Atlantis che, fortuna sua, invece era decollato tranquillamente. Tutto frutto, si racconta sul web, di un banale errore di traduzione.
 
Tra direttori e conduttori i volti noti che hanno fatto il Tg1 sono una galleria impressionista: Emilio Fede, Paolo Frajese (l’unico ad essere riuscito a prendere a calci il disturbatore Gabriele Paolini), Bruno Vespa, Piero Badaloni, Enrico Mentana, Giulio Borrelli, Lilli Gruber, Francesco Giorgino, Lamberto Sposini, David Sassoli, solo per citarne qualcuno a vanvera. Oggi ci dobbiamo accontentare di Maria Luisa Busi che sembra Morticia Addams ossigenata e Attilio Romita, detto Yoghi. L’attuale direttore è, nientepopòdimenoche, Augusto Minzolini, famoso per aver intervistato ad Hammamet Bettino Craxi senza impallare la telecamera con la lingua, per aver partecipato negli anni ‘70 a due film di Nanni Moretti (Ecce bombo e Io sono un autarchico) e per essere stato promosso editorialista da Carlo Rossella. E’ stato lui a scoprire il luogo dove fu firmato il mitico “patto della crostata” dal quartetto cetra della seconda Repubblica: Berlusconi, Fini, D’Alema e Marini. Gli Annali del Lessico Contemporaneo Italiano del 1995 gli attribuiscono il nuovo vocabolo minzolinismo, sostantivo maschile che definisce una “forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza alcuna verifica delle affermazioni raccolte”. Una bella soddisfazione per un giornalista che ha l’attendibilità del mago Otelma e che lascerà la sua impronta, se non nella storia, almeno sulla poltrona del Tg1.


Tags: augusto minzolini, Francesco Signor, informazione, minzolinismo, politica italiana, rai, striscia la notizia, tg1,
16 Febbraio 2010

Oggetto recensito:

TG1, Rai 1

giudizio:



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