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MUSICA CLASSICA - CONCERTI

Emerson, artisti della fuga

Lo storico quatetto d'archi statunitense, di scena al Teatro della Pergola di Firenze per il cartellone degli Amici della musica, presenta entrambi i programmi della sua tournée e si misura con le tarde composizioni di Beethoven e Mozart. Per vederli all'opera, stasera a Genova e mercoledì a Torino


di Giovanni Desideri


Se i buoni quartetti d'archi sono rari come i buoni poeti, e se da puristi preferiamo la musica dal vivo (che però possiede lo svantaggio dell'evanescenza e richiede quindi il contributo della memoria per sopravvivere) ebbene non potevamo mancare ad un appuntamento come quello con l'Emerson String Quartet (Philip Setzer e Eugen Drucker violini, Lawrence Dutton viola, David Finckel violoncello), formazione statunitense la cui tournée internazionale tocca in questi giorni l'Italia, con due distinti programmi.
 
Unica città in cui vengono proposti entrambi è Firenze, dove la stagione degli Amici della Musica prevede due concerti il sabato e la domenica, al Teatro della Pergola. Qui vi raccontiamo dell'esibizione toscana del 3 marzo, con una locandina dedicata alla tarda e più complessa produzione di Mozart e Beethoven, con un riferimento particolare al genere musicale della fuga. Di Mozart erano infatti in programma l'Adagio e Fuga in do min. K546 e il Quartetto n. 21 in Emerson 1.JPGre magg. K575; di Beethoven il Quartetto in si bem. magg. op. 130 nella sua versione originale, ovvero con la Grande Fuga in si bem. magg. op. 133 come sesto e conclusivo movimento. E tanto per ribadire il concetto, come bis è stata eseguita la Fuga in mi magg. K405 dal Clavicembalo ben temperato di Bach, trascritta per quartetto d'archi dallo stesso Mozart.
 
Sentimento e complessità: Mozart e Beethoven che in queste pagine parlano di se stessi attraverso un linguaggio libero e articolato al tempo stesso, fino a dimensioni monumentali (Stravinskij definì la Grande Fuga “il più perfetto miracolo di tutta la musica”). Un programma monstre per formazioni meno abili di questa, che invece si è confermata all'altezza della propria fama ultratrentennale: forse un po' imprecisa inizialmente (e comunque sempre ad altissimo livello, per esempio nella Fuga K546, nel Trio o nell'Allegretto conclusivo del K575), ma in seguito straordinaria, proprio in corrispondenza delle maggiori difficoltà di scrittura, ovvero nell'esecuzione di Beethoven.
 
Tra tanta ricchezza musicale, gli ultimi due movimenti hanno segnato altrettanti vertici interpretativi. La Cavatina è stata eseguita con infinita delicata espressività, grazie ad un ispiratissimo primo violino Philip Setzer. Di questo brano Beethoven stesso disse che “mai la mia musica ha avuto un tale effetto su di me”: ci piace pensare che avrebbe molto apprezzato questa interpretazione. L'op. 133, infine, ha davvero esaltato l'Emerson nel suo complesso, che ha mostrato tutta la propria capacità di tenere testa ad un torrente musicale in piena, senza mai mettere all'angolo la capacità di comunicare: un vero e proprio meccanismo di precisione, sempre in grado di trasmettere emozioni ad un teatro pieno ed entusiasta.



Tags: amici della musica, Emerson quartet, firenze, Giovanni Desideri, quartetto d'archi, recensione, Teatro della Pergola,
05 Marzo 2012

Oggetto recensito:

Emerson quartet, concerto al Teatro della Pergola di Firenze, 3 marzo 2012

Prossimamente: questa sera, lunedì 5 marzo, al Teatro Comunale Carlo Felice di Genova e mercoledì 7 marzo al Conservatorio di Torino. Qui il calendario
 
Amici della musica: il sito della manifestazione

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