Lo storico quatetto d'archi statunitense, di scena al Teatro della Pergola di Firenze per il cartellone degli Amici della musica, presenta entrambi i programmi della sua tournée e si misura con le tarde composizioni di Beethoven e Mozart. Per vederli all'opera, stasera a Genova e mercoledì a Torino
di Giovanni Desideri
Se i buoni quartetti d'archi sono rari come i buoni poeti, e se da puristi preferiamo la musica dal vivo (che però possiede lo svantaggio dell'evanescenza e richiede quindi il contributo della memoria per sopravvivere) ebbene non potevamo mancare ad un appuntamento come quello con l'Emerson String Quartet (Philip Setzer e Eugen Drucker violini, Lawrence Dutton viola, David Finckel violoncello), formazione statunitense la cui tournée internazionale tocca in questi giorni l'Italia, con due distinti programmi. Unica città in cui vengono proposti entrambi è Fire
Il quinto centenario dalla nascita è un'occasione per ritornare sulle eclettiche personalità dell'architetto, artista e storiografo fiorentino: proprio tra il capoluogo toscano e la città di Arezzo prendono luogo alcune mostre a suo nome, ora per celebrarne il lavoro ora per rivisitarlo in maniera critica
di Cesare de Seta
"Historico, poeta, philosopho e pittore", lo definì Pietro Aretino grande amico ed estimatore di Giorgio Vasari, celeberrimo autore delle due edizioni giuntina e terroniniana delle Vite del 1550 e del 1568, fonti primarie per la nascita della moderna storiografia artistica. La sua personalità riesce ancora a stupire per la poliedrica e straordinaria ricchezza delle sue attività. Sono trascorsi cinquecento anni dalla sua nascita e le celebrazioni a go-go non si contano: due rilevanti mostre, una a Firenze sull’architetto che rischia di essere visto
Una parodia della Divina Commedia recitata da un barchino che naviga sotto i ponti di Firenze: sembra un banale spettacolino per turisti, invece è una godibilissima performance dello Zauberteatro
di Igor Vazzaz
S’arriva da Ponte a Santa Trinità e, prima ancora, da quelli di Vespucci e alla Carraia: l’estate fiorentina è stranamente indulgente e non s’accanisce afosa, come spesso accade. Lo scorcio mozza il respiro, abbiam voglia di sottilizzare noi detrattori del Giglio: Ponte Vecchio, anzi, il complesso di finestrucole, pertugi, terrazze esigue e variopinte che lo incoronano, offre una vista incomparabile. La scarpinata, però, ci porta oltre, sino a Ponte alle Grazie, percorrendo prima il lungarno degli Acciaiuoli e poi quello intitolato ad Anna Maria Luisa, gr
Scoprire come crea Francesco Carone, giovane senese tra i nomi più quotati del nostro panorama, andando a curiosare nel suo rifugio: il luogo in cui accumula collezioni infinite e dove nascono le idee per i suoi nuovi progetti. Il CCC Strozzina importa in Italia la pratica della studio visit
di Riccardo Bonini
Partendo dall’esperienza diretta della visita allo studio di Francesco Carone, artista senese classe 1975 ormai ben affermato sulla scena nazionale (il suo nome compare anche nella collezione della Farnesina), è interessante cercare di capire che valore può assumere una pratica piuttosto intima e personale come la studio visit importata in un contesto che prevede un interlocutore collettivo, sebbene piuttosto ristretto. Con Open Studios il CCC Strozzina ha tentato di "aprire" letteralmente la pratica contemporanea: l’artista prova a mettere
E' in mostra a Firenze la discussa opera For the love of God: un cranio del Settecento rivestito di diamanti, stimato più di cento milioni di dollari. Ecco perché non si tratta (soltanto) di una bieca operazione commerciale
di Riccardo Bonini
“Il teschio incrostato di diamanti di Damien Hirst simbolizza la vacuità dell’arte contemporanea, in sostanza i soldi più che il messaggio?”. “Cari miei, i soldi sono il messaggio” (Charles Saatchi) Se un’opera d’arte divenga tale nel momento in cui viene creata o nel momento in cui viene venduta è un quesito che affascina e contrappone artisti, critici e operatori del contemporaneo. Qual è il fine ultimo a cui tende l'atto artistico? Jeff Koons, con il suo trash d’élite, e lo stesso Damien Hirst han
I monaci suoi compagni di meditazione lo chiamano il "silenzioso". E ci volevano delle profanissime questioni di portafoglio per convincere il cantautore canadese a rompere il suo voto e a tornare in tour dopo più di dieci anni. Lo abbiamo visto a Firenze, nella sua unica apparizione italiana
di Sandra Petrignani
Tanti anni fa, nei primi anni settanta, a Roma, un professore di letteratura inglese molto amato dagli studenti, Agostino Lombardo, aveva avuto l’idea di invitare all’Università la Sapienza un oscuro poeta canadese, che allora viveva in un’isola greca, Hydra. Non sapeva, il professore, che quel poeta, un ancora giovane Leonard Cohen, era noto agli studenti come autore di una canzone che era già cult, Suzanne, e l’Aula Magna di Lettere si riempì come un uovo. Ero seduta in uno dei primi banchi centrali quel giorno, vedevo Leonard Cohen a distanza rav
Come avrebbero suonato le big band degli anni Venti se, anziché a New Orleans, fossero nate sui colli del Mugello? In Una banda così i 15 musicisti dei Funk Off provano a immaginare una risposta. I ritmi afroamericani incontrano le marce popolari italiane: sempre a passo di danza
di Marco Buttafuoco
Nello slang americano "funk" è un termine di difficile traduzione: dovrebbe indicare principalmente l’odore che una persona emette quando lavora duramente o quando fa sesso. Nel linguaggio jazzistico sta a significare una musica ritmicamente rocciosa, che richiama le funzioni delle chiese nere e i canti di lavoro, il blues e il r'n'b. Riff marcati, sonorità ruvide, trance emotiva. In realtà “funk” è parola mobile: la si può applicare a Sly and the Family Stone quanto a James Brown e ai rapper dei ghetti. In ogni caso,&
Un componente del noto collettivo ha percorso a piedi il tratto d'Appennino tra Bologna e Firenze che verrà attraversato dalla TAV. Ne è uscito Il sentiero degli dei, un'escursione letteraria tra narrativa e saggio giornalistico nei luoghi dove la nostra Storia ha lasciato il segno
di Giovanni Zagni
Altro che binari davanti al Duomo: il sindaco di Firenze ha pedonalizzato tutta l'area. E il trasporto pubblico è nel caos. Ma per Renzi, come per tutto il centrosinistra, l'importante è comunicare
di Peppino Ortoleva