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MUSICA - ANNIVERSARI

Il potere dell'Iguana

Corre l'anno 1972: David Bowie, a quei tempi noto come Ziggy, incontra Iggy, che ancora oggi porta il nome Pop. Gli chiede di mettere di nuovo insieme quella fantastica band con i fratelli Ashleton che si chiamava Stooges e che ha sciolto poco prima. Ne esce Raw Power, un disco in grado di chiudere un'epoca e di aprirne un'altra insieme. Domani sono trent'anni esatti


di Simone Pilotti

 


Ci sono pochi dischi a cui viene riconosciuto il merito di aver chiuso un periodo nella musica. Altrettanto pochi sono quelli capaci di spianare la via ad un genere musicale. Si contano sulla punta delle dita, invece, gli album che da un lato concludono una stagione e dall’altra ne aprono una nuova. Uno di questi è Raw Power, pubblicato dagli Stooges il 7 febbraio 1973, terzo album del complesso americano dopo The Stooges e Fun House, rispettivamente datati 1969 e 1970. Le sperimentazioni contenutevi verranno realmente apprezzate dalla critica solamente ad anni di distanza, ma già a fine decennio molti gruppi avrebbero riconosciuto il valore di questo album, prendendo gli Stooges a modello.
 
E’ il 1972 quando un David Bowie agli albori della sua carriera contatta il frontman degli Stooges, James Newell Osterberg, in arte come Iggy Pop, manifestandogli l’intenzione di portarlo a Londra per lavorare insieme ad un nuovo album. Dopo aver cercato di allestire una nuova band intorno alla “iguana del rock” vengono richiamati i fratelli Asheton (basso e batteria) e Williamson (chitarra). Si ricompongono così gli Stooges, che nei due anni successivi alla pubblicazione dell'eccellente Fun House sembravano essere giunti al capolinea della propria carriera, con l'allontanamento tra i membri del gruppo e l'imbocco di progetti separati.
 
iggy.jpgNelle registrazioni, la band riesce a raccogliere e mescolare tutte le influenze trasformandole in un suono magnetico e lacerato, atipico per il rock di inizio seventies. I riff blues, eseguiti a velocità ultrarapida, vengono sbranati dagli strumenti; atmosfere evocative, come quelle che si potevano trovare negli album dei Doors, vengono torturate e dilaniate dalle urla di Pop edella chitarra di Williamson; i suoni della Detroit industriale vengono rievocati dai ritmi martellanti, tenuti sopra una batteria elementare. Ad accompagnare tutto questo ci sono i testi scritti da Iggy Pop: tenebrosi, dissacranti, nichilisti. Raccontano la desolazione, i tormenti psichici, la fine delle speranze e dei sogni del decennio precedente ed il conseguente tuffo nei vizi, nella droga e nell’alcool. Non a caso diverrà un maestro per molti nel songwriting.
 
Tutte le innovazioni nei suoni della band detroitiana appaiono fin dalla prima parola di Pop, fin dalla prima ruvida schitarrata di Williamson, fin dalla prima traccia, Search and Destroy. Le distorsioni continuano a demolire il rock nelle canzoni successive: Gimme Danger pezzo da novanta e gemma del disco, dove una melodia classica si perde in un ciclone di suoni crudi, vulcanici e selvaggi e alle parole dell’iguana. Altro manifesto proto-punk la stessa Raw Power, su una ritmica sfrenata e le chitarre più che mai “disturbate”. Queste atmosfere ipnotiche e torbide accompagnano il disco fino alle tracce finali, se possibile ancora più rumorose delle prime. E pensare che il missaggio conclusivo di Bowie ha tolto un po’ di energia e irruenza al disco, che altrimenti sarebbe suonato eccessivo nella sua violenza.

L’album non raccoglierà il riscontro sperato, forse proprio perchè atipico rispetto al rock cotnemporaneo, una storia simile a quella dei Velvet Underground, accaduta sei anni prima. Anche per questa ragione, con questo lavoro si conclude l’esperienza discografica degli Stooges (in realtà uscirà un live tre anni dopo e Rough Power, ovvero Raw Power mixato da Pop, nel 1997). Ma già a fine decennio saranno molti i gruppi a riscoprire gli insegnamenti del quartetto americano, il suo approccio alla musica: l’esibizionismo del frontman, anche durante i concerti, diverrà spunto per molte punk band, su tutti i Sex Pistols; il modo di suonare la chitarra ultraveloce e brutale; le note distorte che lacerano le canzoni; il sound aspro e garage. Tutto questo garantirà agli Stooges una resurrezione dopo la morte.
 
Così si conclude la stagione del rock-blues anni ’60 e nasce un nuovo stile, antitetico al glamour rock lanciato anni prima da Bowie. Nasce una musica che sarà tanto ignorata all’uscita del disco, quanto ripresa dal mondo punk e garage-rock, quanto celebrata per la sua portata innovativa nei decenni successivi. Nasce una musica acida, grezza, ossessiva, decadente e ruvida; in una parola "Raw".



Tags: David Bowie, Elektra, Fun House, Iggy Pop, Raw Power, recensione, Simone Pilotti, Stooges,
06 Febbraio 2013

Oggetto recensito:

Iggy and the Stooges, Raw Power, Elektra 1973

 

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