L'album è il secondo, ma porta il suo stesso nome, Petrina. Lei è italiana, ma canta anche in inglese e un po' in francese. La musica sarebbe rock, ma frutto della commistione tra pop, cantautorato d'avanguardia, jazz, funky, canzone-recitazione e sprazzi di elettronica
di Simone Pilotti
Se dovessimo descrivere Petrina con una parola, l'aggettivo adatto sarebbe poliedrica. Innanzitutto per la capacità della giovane padovana di destreggiarsi nelle varie forme d'arte: dal teatro alla composizione di colonne sonore, dal cinema al pianoforte, dalla danza al cantautorato. Poliedrica anche per le numerose influenze che emergono tanto dal suo esordio discografico In Doma, 2009, tanto da questo secondo lavoro, omonimo, in uscita nel 2013 per Alabianca. Il sound che attraversa questo nuovo Petrina è un rock sperimentale, frutto della commistione tra pop, cantautora
Cloud Room Glass Room ci restituisce i Pan American di Mark Nelson nella loro versione più d'atmosfera. La sua chitarra potrà non stupire come una volta, ma conferma una capacità di giocare con i suoni e con gli ambienti fuori dal comune
di Simone Pilotti
Dopo vent'anni di lavori discografici, dopo aver militato in due band e dopo aver preso parte ai più svariati progetti musicali è difficile che un artista possieda ancora la capacità di stupire. E' il caso di Mark Nelson: dapprima chitarrista e cantante negli americani Labradford e in seguito protagonista di un'avventura da solista, celandosi dietro il nome Pan American. E' il caso, nello specifico, di Cloud Room, Glass Room, sedicesimo album dell'artista a stelle e strisce, in uscita quest'estate per l'etichetta Kranky. Si diceva dell'incapacità di stupire,
Dopo un esilio quasi decennale David Bowie di recente si è rifatto vivo con The Next Day. E' l'ultima incarnazione in una galleria che l'ha visto cambiare pelle senza mai fermarsi. Di una tra le più riuscite cade proprio in questi giorni il quarantesimo anniversario
di Simone Pilotti
All'inizio si faceva chiamare Ziggy Stardust, inanellando un album dietro l'altro. Grazie alla stravaganza e la creatività mostrate sui palchi di tutto il mondo è presto diventato un'icona del glam rock. La voglia di rinnovarsi continuamente l'ha spinto a pubblicare lavori diversi, spesso anche non all'altezza della sua produzione. Poi ha vestito i panni del "celebre desaparecido" per l'ultimo decennio: ora, col suo ultimo album (The Next Day), si guarda allo specchio, con un pizzico di ironia e una punta di autocelebrazione. Il nostro eroe si chiama David Bowie, e in 4
Quarant'anni orsono, l'Italia conobbe il suo momento di gloria al centro del panorama musicale rock europeo ed internazionale. L'influsso innovatore delle formazioni inglesi era giunto fino a noi, e sotto il segno di Genesis e Van der Graaf Generator fiorivano le nuove band. Dai famosi Pfm, Banco e Area, fino a gruppi quasi dimenticati ma altrettanto validi, viaggio in un anno magico e irripetibile
di Simone Pilotti
Immaginate un'Italia divisa dagli estremismi politici. Immaginate Il Padrino che riempie le sale cinematografiche. Poi immaginate i Doors che si sciolgono ed i Pink Floyd che pubblicano The Dark Side Of The Moon. Immaginate un giovanile fervore musicale che, da Palermo ad Aosta, si riversa in numerosissimi festival. E poi immaginate moltissimi gruppi progressive-rock nostrani e altrettanti validi album dello stesso genere. E' il 1973, in ogni angolo d'Italia nascono band, musicalmente innovative, accostabili al genere progressive rock, sulla scia di Genesis, King Crimsom, Van Der Graaf
Corre l'anno 1972: David Bowie, a quei tempi noto come Ziggy, incontra Iggy, che ancora oggi porta il nome Pop. Gli chiede di mettere di nuovo insieme quella fantastica band con i fratelli Ashleton che si chiamava Stooges e che ha sciolto poco prima. Ne esce Raw Power, un disco in grado di chiudere un'epoca e di aprirne un'altra insieme. Domani sono trent'anni esatti
di Simone Pilotti
Ci sono pochi dischi a cui viene riconosciuto il merito di aver chiuso un periodo nella musica. Altrettanto pochi sono quelli capaci di spianare la via ad un genere musicale. Si contano sulla punta delle dita, invece, gli album che da un lato concludono una stagione e dall’altra ne aprono una nuova. Uno di questi è Raw Power, pubblicato dagli Stooges il 7 febbraio 1973, terzo album del complesso americano dopo The Stooges e Fun House, rispettivamente datati 1969 e 1970. Le sperimentazioni contenutevi verranno realmente apprezzate dalla critica solamente ad anni di distanza, ma gi&
Il tre folkpunkrockers pisani fermano il loro never ending tour per una meritata sosta. Dopo i lavori in inglese, e il successo di Andate tutti Affanculo e Nati per subire il trio annuncia un ritiro tempo indeterminato. Un'occasione per ripercorrere la parabola di uno dei gruppi più in vista dell'Italia alternativa
di Simone Pilotti
Quando una band deve preparare il disco più importante della propria carriera è bene che si prenda una pausa da live e impegni vari. E infatti gli Zen Circus, atipica band folk-rock pisana, non saliranno su alcun palco durante tutto il 2013, cercando di produrre al meglio il seguito di Nati per Subire, album uscito l’anno passato. Sicuramente non sarà stata una scelta facile, viste le centinaia di concerti tenuti dal “Circo Zen” negli ultimi anni, una sorta di Never Ending Tour dei nostri tempi. D’altra parte, sarebbe troppo facile rovinare
Un quarto di secolo da che John Lydon detto "il Marcio" fece la sua comparsa sulle scene cantando di essere l'Anticristo e avvertendo il gentile pubblico che non c'era futuro. In Never Mind the Bollocks si ritrova ancora tutta la rabbia di quei giorni di crisi, economica e di valori. Ricorda qualche cosa?
di Simone Pilotti
I mitici Sixties erano superati da un pezzo e con loro se n’era andata la speranza di cambiare la società a suon di motti pacifisti sulle note di Beatles, Rolling Stones e Jimi Hendrix vari. Le adunate di hippies e i mega-concerti stile Woodstock erano ormai dimenticati. La seconda metà degli anni ’70 riuscì ad esprimere solamente il crescente disagio giovanile, le forti tensioni sociali e un pessimismo diffuso. A Londra, in particolare, tutto questo si sommava a una pesante disoccupazione e una crisi economica che sfociava molto spesso in scontri di piaz
Trent'anni fa usciva nei negozi Combat Rock, quinto album della punk band londinese capitanata da Joe Strummer, e ultimo ad essere inciso con la formazione storica. E' un nuovo stadio evolutivo in un suono che non ha mai smesso di cambiare, ma anche il disco che segnerà un punto di non ritorno
di Simone Pilotti
No, non si erano stancati. E no, non si erano neanche venduti. E poi no, non erano ancora in declino. I Clash, dopo la pubblicazione di Sandinista!, non avevano scambiato la spontaneità del punk e i testi sferzanti con il facile successo, come in molti insinuavano. Il 14 maggio 1982 realizzavano Combat Rock, album che segnava la conclusione dell’evoluzione del suono della band e la prosecuzione della loro denuncia alla guerra, agli abusi di potere e agli imbrogli della politica. Certo, i suoni di Combat Rock differiscono chiaramente da quelli contenuti nell’albu
Era la fine di febbraio 1983 quando l'urlo di Sunday Bloody Sunday si levava contro la guerra fratricida tra cattolici e protestanti in Irlanda. In quei giorni usciva War degli U2, un disco intriso di cronaca "sanguinosa" che traghettava la band di Bono Vox e soci verso la maturità
di Simone Pilotti
"I can’t believe the news today" pensava il 30 gennaio di quarant’anni esatti fa Paul Hewson, in arte Bono Vox, mentre veniva a conoscenza dei fatti avvenuti il giorno stesso, che avrebbero stravolto i rapporti tra Irlanda e Inghilterra. Non riusciva a cancellare dalla sua mente le immagini delle tredici vittime e degli scontri tra i repubblicans nordirlandesi e il I Battaglione del Reggimento Paracadutisti britannico. Era una domenica e a Derry, città non distante da Belfast, gli abitanti cattolici sfilavano per le strade manifestando il loro dissenso per i