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MUSICA CONTEMPORANEA

L'Alborada di una musica nuova

E' un quartetto d'archi classico ma percorre sentieri insoliti, andando da da Michael Nyman e i minimalisti fino ai canti religiosi della Sardegna, con inserti di elettronica. Ethos è uno dei primi cd pubblicati dalla neonata etichetta di Paolo Fresu


di Marco Buttafuoco

 


Quartettoalboriada.jpgDa pochi mesi Paolo Fresu non è più solamente uno dei musicisti italiani più presenti sui palcoscenici nazionali ed europei, ma anche un produttore discografico. Il cd di cui parliamo è il terzo della sua neonata etichetta, la Tŭk Music. Una nuova label che si propone di aprire alla ricerca sonora più disparata, non necessariamente jazzistica. “L’artista – dice Fresu- oggi si trova davanti tante porte. Magari dietro molte di queste porte non ci sono percorsi da seguire. Ma bisogna aprirle ugualmente e rischiare. Perché senza ricerca e senza rischio c’è la cristallizzazione, che è nemica dell’arte”. 
 
Ethos è, in effetti, lontano dal jazz più comunemente inteso. Il quartetto d’archi Alborada, titolare del progetto, e i vari ospiti propongono piuttosto una musica colta contemporanea, fortemente influenzata dal minimalismo e da autori come Michael Nyman, del quale viene riproposta una pagina. Ma l’offerta musicale è assai variegata: ci sono, infatti, brani come il bellissimo Andante dal Concerto per Armonica di Hector Villa Lobos o l’altrettanto affascinante Canto del fisarmonicista di Daniele Di Bonaventura .
 
Ethos è un mix piacevolissimo, molto poetico, di melodia e ritmi un po’ ipnotici, di canto e ritualità ancestrale e sommessa, che apre tuttavia anche all’elettronica. Proprio nel brano di Nyman (tratto dal Quartetto n. 2) interviene anche, con svariati ed azzeccati “effettacci” il dj Christian Orsini. Ci sono anche Rita Marcotulli, che propone un suo brano (francamente non indimenticabile), e Maria Pia de Vito che interpreta un testo napoletano da lei scritto su di una suggestiva e minimale canzone del catalano Federico Mompou.

Fresu crede evidentemente molto in questo progetto, dal momento che il disco Ethos era già stato pubblicato nel 2008 dall'etichetta Dodici Lune. Allora il trombettista sardo interveniva in un lungo brano di Aarvo Part. Per questa nuova edizione della Tŭk ha voluto inserire, al posto del brano del compositore estone la suggestiva Ave Maria dalla tradizione sarda, con la voce di Elena Ledda. Il risultato è davvero emozionante: la tromba sordinata e le sonorità classiche del quartetto esplorano, insieme alla voce, una melodia persa in una dimensione immemoriale, eppure ancora viva e palpitante.
 
Un ultima annotazione solo apparentemente filologica: Alborada significa “alba” in spagnolo e anche in sardo antico. Non è un nome casuale. La loro musica è persa in uno spazio-tempo sognante e sottilmente arcaico. Il gruppo è abituato d’altronde a confrontarsi, oltre che con i contemporanei, con Monteverdi, Gesualdo, John Dowland, Satie, Bach e via citando. E gli stessi confini fra minimalismo e classicismo divengono quanto mai sottili. Da ascoltare con cura.



Tags: ave maria, Christian Orsini, Elena Ledda, Ethos, jazz italiano, Marco Buttafuoco, Michel Nyman, Paolo Fresu, Quartetto Alborada, recensione, Rita Marcotulli, Tuk Music,
01 Dicembre 2010

Oggetto recensito:

Quartetto Alborada, Ethos, Tuk Musik

 

giudizio:



4.887693
Media: 4.9 (13 voti)

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