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TEATRO

Caino siamo noi

Abbiamo visto in prima assoluta l'ultimo, visionario spettacolo del Teatro Valdoca, nato dai versi di Mariangela Gualtieri. Il primo omicida della storia è incredibilmente vicino alla confusione, alla solitudine e alla rabbia dell'uomo contemporaneo


di Cristina Geninazzi

 


caino home.JPGAncora una volta il Teatro Valdoca colpisce. Colpisce per la forza delle immagini, la novità del linguaggio e l’audacia della propria ricerca teatrale, partorendo una nuova potente creazione che non delude le aspettative di cui era stata circondata in gestazione. In un succedersi di quadri visionari, la compagnia di Cesena ci mostra il volto di un Caino (l’intensissimo Danio Manfredini) straordinariamente vicino alle confusioni orgogliose e testarde dell’uomo contemporaneo, che solo, violento e rabbioso, ormai lontano dal volto della divinità, trova nella fondazione della tecnologia, nella città, il suo luogo nero d’appartenenza. 
 
La peculiarità di questa rivoluzionaria compagnia, nata nel 1983 dal connubio tra l’occhio pungente e registico di Cesare Ronconi e la poesia cruda e immaginifica di Mariangela Gualtieri, è quella di portare sempre in scena un’energia suggestiva e visionaria, che parte dall’inconscio e a esso parla.
 

In questo spettacolo i movimenti scenici non si susseguono per dinamiche razionali e narrative, non esistono dialoghi né caratteri definiti. L’ambientazione asettica di un teatro di posa con lunghi drappi rossi, neri e bianchi diviene paradigma dello spazio vuoto originario dove si muove il primo fratricida della storia: un Caino cupamente riflessivo e dolorosamente inquieto, spirito complesso nella sua implicazione con il male e il dolore. Attorno a lui si muovono figure androgine e a tratti bestiali. Un coro dinamico come un organismo vivo ripropone lotte, inseguimenti, soprusi; dai quali a tratti emerge la salma bianca del fratello Abele. 
 
caino vert.JPGUn essere alato veleggia in questo universo scomposto, leggero e inquieto attraversa i quadri scenici come un ospite o un custode. La danza profonda e sottile della pluripremiata Raffaella Giordano dona una fragilità e un'organicità curiosa a questa figura soave, sperduta e presente allo stesso tempo, che si scontra con i gesti spezzati e secchi del seducente e luciferino Illusionista, figura ambigua e amplificazione aitante di Caino.
Il tappeto di rumori, il contrasto netto di colori creato dalla scenografia, i fasci tremolanti di luci mosse dal coro amplificano e completano un affresco grandioso e coraggioso, che pone al centro della sua indagine l’uomo contemporaneo.
 
L’utilizzo di microfoni per la poesia della Gualtieri non appiattisce e meccanicizza la voce, ma ne amplifica i respiri, la pastosità. Peccato che la scelta perentoria di microfonare il parlato vincoli visibilmente alcuni movimenti scenici creando espedienti grossolani.
Nonostante ciò è indubbio che il teatro Valdoca sia giunto ad una maturità espressiva profonda e coerente, immaginifica ma non ermetica: il suo linguaggio seducente è un dispiegamento di creatività pura. Assistere alle sue opere, così come alla visione di un rituale sconosciuto, genera stupore e fascinazione: i simboli e i codici usati sfuggono a tratti alla catalogazione dell’intelletto, ma la loro potenza ancestrale è inequivocabile e universale come un grido. Un grido di colpa e dolore alzato da ciò che di Caino è dentro di noi: "Io volevo solo un po’ d’amore".



Tags: caino, cesare ronconi, Cristina Geninazzi, danio manfredini, fratricidio, inconscio, mariangela gualtieri, recensione, teatro valdoca,
09 Febbraio 2011

Oggetto recensito:

CAINO, DI MARIANGELA GUALTIERI, regia di cesare ronconi

Visto a: Fonderie Limone teatrali di Moncalieri (To), alla prima assoluta del 13 gennaio
Tournée: 10-13 febbraio, Teatro Palladium - Fondazione Romaeuropa, Roma; 5 marzo, Teatro G. Rossini - Amat, Pesaro (PU); 19-20 marzo, Teatro A. Bonci - Ert, Cesena (FC); 13-14 aprile, Teatro Ariosto, Reggio Emilia; 18-22 maggio progetto speciale del Teatro della Luna di Assago presso Palazzo del Ghiaccio, Milano
La locandina: con Danio Manfredini, Raffaella Giordano, Mariangela Gualtieri, Leonardo Delogu e con Susanna Dimitri, Giacomo Garaffoni, Sara Leghissa, Isabella Macchi, Silvia Mai, Daria Menichetti, Mila Vanzini; musica dal vivo di Enrico Malatesta (percussioni) e Alice Berni (elettronica); costumi di Daniela Fabbri e Sofia Vannini
Produzione: Teatro Valdoca con il sostegno di Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Emilia Romagna Teatro Fondazione - Teatro A. Bonci di Cesena, con la collaborazione di Fondazione Romaeuropa, Amat - Teatro G. Rossini di Pesaro, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro della Luna di Milano
Testo: Caino di Mariangela Gualtieri è stato pubblicato nel gennaio 2011 nella collezione di Teatro Einaudi

giudizio:



4.182003
Media: 4.2 (15 voti)

Commenti

eccezzionale, anche se non

9

eccezzionale, anche se non perfetto, mira dritto e arriva senza troppe deviazioni all'anima, traduttore simultaneo del linguaggio delle emozioni. Cast di grande mestiere e "alta" sensibilità che amplifica e rafforza le ambizioni del progetto, senza il quale, rischierebbe di cadere e afflosciarsi su citazioni un po' troppo d'effetto visivo - belle sculture - non usate - non sempre giustificate. La poetessa-attrice conferma il suo elevato talento che non finisce di stupire e non delude mai le aspettative. Spettacoli con questa intensità e forza sono veramente rari. Grazie

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