Scanner è il nome dell'installazione che l'artista slovacco Matej Krén ha realizzato per il museo MAMbo di Bologna. Più di 90mila volumi impilati in una torre che supera gli 11 metri di altezza. Imponente allo sguardo, ma visitarla è un'impresa per chi ama le emozioni forti
di Alessandra Testa
Foto di Matteo Monti
Sublime claustrofobia da un lato, delirio di onnipotenza dall'altro. Sono le due sensazioni diametralmente opposte che vivrete se troverete il coraggio di abbandonarvi a Scanner, l'imponente installazione di Matej Krén in scena fino al prossimo 25 luglio al MAMbo, il museo d'arte moderna di Bologna.
Per la prima volta in Italia, il vate degli artisti slovacchi ha realizzato un vera e propria scultura di pagine per una delle sale del white cube nato nel 2007 negli spazi che un tempo furono del forno del pane.
Alta 11 metri e 70 centimetri e larga quasi altrettanto, l'enorme palizzata è costruita sull'accumulo di 90 mila volumi, quasi fossero mattoncini Lego. Di pochi si distinguono titolo e autore, della maggior parte solo il dorso o i fogli pressati. Se ne respira, però, la grandezza. L'immensità. Come se la loro presenza costringesse l'osservatore a mettersi di fronte a ciò che non sa, non capisce, ha dimenticato o gli è distrattamente sfuggito mentre era in altre faccende affaccendato.
In questa torre di Babele del sapere, quasi un termitaio di storie sconosciute accatastate una sull'altra, l'artista ci consente altruisticamente di entrare. Ma non è una gentile concessione: la traversata è impervia, il corridoio è stretto, buio. Si può entrare uno alla volta, senza complici o gregari. Soli, incapaci di decidere se camminare adagio o accelerare il passo.
Il disagio è il sentimento che la fa da padrone: qualcuno deciderà di tornare indietro, qualcun altro resterà bloccato a mezza via. Krén non vi facilita le cose. Non vi chiama, non vi prende per mano, come del resto nessuno dentro quel luminoso museo. Krén vi lascia lì, disorientati, a tratti atterriti. Schiacciati fra l'infinitamente piccolo (voi) e l'infinitamente grande (la cultura, il resto del mondo).
È però una questione di pochi secondi, raggiunto il quadrato luminoso che il padrone di casa vi indica come meta, anche voi sarete parte del tutto in un gioco di specchi e luci che, riflettendo la vostra immagine, moltiplicheranno la pila di testi che vi circonda per almeno sei dimensioni.
Pietrificati, come la valanga di libri che pare precipitarvi addosso, vi sentirete prigionieri e minuscoli, ma anche liberi e onnipotenti. Tutto insieme, con la paura e la voglia di esistere in guerra fra loro. Vorrete smettere, buttarvi giù, farvi risucchiare dal vortice che sembra soffiare sotto i vostri piedi. Vorrete scappare a gambe levate. Forse lo farete. O forse no. Spinti da un oscuro spaesamento, uscirete come si riemerge dall'acqua dopo l'apnea. Prenderete fiato e, se avrete avuto la fortuna di trovare un MAMbo semi deserto, ritornerete dentro e farete un altro giro di giostra.
Tags: Alessandra Testa, arte contemporanea, bologna, installazione, libri, MAMbo, Matej Kren, Scanner, Slovacchia,
Matej Krén, Scanner, MAMbo, via don Minzoni 14, Bologna
Fino al: 25 luglio
Curatore: Ivan Jančár, in collaborazione con il LIC, Literárne informačné centrum (centro di informazione letteraria) di bratislava, associazione culturale che fa capo al ministero della cultura della Repubblica Slovacca
Ingresso: martedì-domenica dalle 10 alle 18 - giovedì dalle 10 alle 22 - lunedì chiuso
Informazioni: www.mambo-bologna.org
Commenti
Invia nuovo commento