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ARTE

La Biennale negli anni

In una prospettiva di spending review il museo di Ca' Pesaro punta sulla sua collezione permanente e si propone di raccontare una storia di innovazione del gusto. Si parte dal 1948, tornando a esporre le opere di Birolli, Deluigi, Santomaso e Vedova, gli astrattisti del Fronte Nuovo sgraditi al regime fascista


di Chiara Di Stefano

Emilio Vedova, Milena Milani e Giuseppe Santomaso alla mostra "Pittura francese d'oggi" a Ca' Pesaro, Venezia, 1946


La piccola selezione di quattro dipinti di Renato Birolli (1905-1959), Emilio Vedova (1919-2006), Giuseppe Santomaso (1907-1990) e Mario Deluigi (1901-1978) esposta in questi giorni a Ca' Pesaro fa parte degli acquisti operati dal museo in occasione della loro esposizione alla Biennale del 1948. Il segretario generale della Biennale e commissario alle Belle Arti del Comune di allora, Rodolfo Pallucchini (Milano, 1908-1989), aveva dato luogo alla creazione di un progetto che qualificasse Ca' Pesaro come il "museo della Biennale". In questo senso le opere che per questa occasione sono state riunite dai curatori, Laura Poletto e Cristiano Sant, nella sala numero 10, hanno il merito di farsi interpreti dello "spirito del tempo" di quella particolarissima edizione della Biennale: la prima ad essere allestita nel dopoguerra.
  

02.jpgL’arte astratta era stata identificata da Mussolini come un prodotto della "decadenza francese" e aveva subìto, durante il ventennio, una progressiva esclusione dalle manifestazioni artistiche ufficiali come la Biennale. Pallucchini, con l’intento quindi di offrire una sorta di risarcimento al pubblico italiano, aveva ideato, per la Biennale del 1948, una serie di sale dedicate all'arte dei giovani astrattisti del Fronte Nuovo delle Arti guidati dal critico Giuseppe Marchiori. Tra gli esponenti del Fronte Nuovo figuravano tre dei quattro protagonisti di questa piccola retrospettiva storica: Birolli, Santomaso e Vedova. (Giuseppe Santomaso
Interno n. 3, 1947)
 
L'acquisto da parte di un organo istituzionale come il museo di Ca' Pesaro di queste tre tele, assieme a quella altrettanto astratta di Deluigi, manifestava la chiara volontà di fare del museo uno dei luoghi privilegiati – assieme alla Biennale - per la costruzione di un gusto contemporaneo proponendo al pubblico italiano un continuo aggiornamento nel campo della cultura figurativa.
 
La piccola mostra presentata nella decima sala di Ca' Pesaro, che si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione della collezione del museo attuato già da alcuni anni, prova a rendere attuale l’operazione di educazione all’arte contemporanea ideata iniziata da Rodolfo Pallucchini. I curatori della mostra, attingendo al fondo della collezione con sapienza filologica, si ripropongono di proseguire la missione didattica dello studioso milanese, producendo il meglio che si possa desiderare in tempi di crisi: alta cultura a costo zero.


Tags: Ca’ Pesaro, Chiara Di Stefano, Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso, Mario Deluigi, Opere dalla Biennale di Venezia 1948, recensione, Rodolfo Pallucchini,
13 Marzo 2013

Oggetto recensito:

Opere dalla Biennale di Venezia 1948Ca’ Pesaro, Venezia

Fino al: 28 Aprile 2013
 
Orario: dalle 10 alle 16 fino a marzo; dalle 10 alle 18 da aprile; chiuso il lunedì
 
Ingresso: con il biglietto del museo
 
per info: www.capesaro.visitmuve.itinfo@fmcvenezia.it

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