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ARTE MODERNA

Morandi a confronto

Wayne Thiebaud, pop artist dall'Arizona, è l'ultimo ospite del museo dedicato al maestro bolognese. Al netto di epoche, luoghi, stili e correnti lontane, i due artisti "dialogano" e, quadro dopo quadro, scoprono di avere qualcosa in comune


di Mirko Nottoli

Da sinistra a destra. Giorgio Morandi, Natura morta, 1920; Wayne Thiebaud, Confections, 1962


Il Museo Morandi di Bologna è da qualche anno protagonista di un’iniziativa lodevole e intelligente, capace in un solo colpo di fronteggiare le due problematiche più spinose per un posto di quel tipo. Problemi condivisi da tante altre realtà museali, alle prese con la scarsa affluenza di visitatori, ovvero come rendere le proprie collezioni permanenti dinamiche e attuali al contempo, le due cose senza, ovviamente, snaturare o tradire l’originaria vocazione del museo che, nel nostro caso, è quella di raccogliere, conservare e mostrare l’opera di Giorgio Morandi.
 
Parliamo dell’artista statico per definizione, renderlo vivace è una parola. Abbastanza inutile cambiare periodicamente l’allestimento, inutile far circolare le opere o raggrupparle per temi, tanto il tema è sempre uno e se al posto di un quadro con una bottiglia ci metti un altro quadro con una bottiglia il cambiamento sarà, ai più, impercettibile. Dall’altra parte non si può nemmeno trasformare il Museo Morandi in un’altra cosa, trasformarlo in uno spazio espositivo dove esibire questo o quell’altro. Ebbene, la soluzione brevettata dai curatori è semplice e geniale quanto l’uovo di colombo: mettere a confronto Morandi con un altro artista contemporaneo allestendo una piccola personale all’interno del percorso museale.
 
In questo modo le opere di entrambi si trovano letteralmente fianco a fianco dando vita ad un dialogo continuo e immediato, che si alimenta di influenze reciproche, dirette o indirette, temi trasversali, contenuti sottotraccia che emergono quasi spontaneamente. Senza troppe parole, senza troppa esegesi, Morandi si trova così calato nel dibattito odierno, sottolineando automaticamente il suo peso e il lascito ereditario. 
 
ThiebaudThreeMachines.jpgIniziarono con Josef Albers, proseguirono con Bernd e Hilla Becher: artisti anche all’apparenza distanti per tempi e spazi, che di primo acchito sembra non abbiano nulla da spartire col maestro bolognese. Come Wayne Thiebaud, americano legato alla pop art nato in Arizona nel 1920. E cosa c’entra un artista nato in Arizona nel 1920 con Giorgio Morandi? C’entra, primo perché lo ammette lo stesso Thiebaud nel bel video-intervista presente in mostra, dalle cui parole si evince che Morandi l’ha davvero studiato e, soprattutto, compreso; secondo perchè la ripetizione ossessiva dell’oggetto banale, prelevato dall’uso quotidiano per farne oggetto di osservazione, è la medesima. Come Albers che andava ripetendo quadrati colorati uno dentro l’altro e i Becher che fotografavano a ripetizione tralicci metallici d’archeologia industriale ripresi rigorosamente in posizione frontale. 
 
Cambiano i colori, certo, vivaci e frizzanti, tipici della pop, quelli di Thiebaud, opachi e malinconici quelli di Morandi. Cambiano anche gli oggetti, sbarazzini e ironici, tipici della pop, quelli di Thiebaud - tramezzini, coppe gelato, distributori di caramelle (sopra a destra, Three Machines, 1963) - funerei e enigmatici i vasi e le bottiglie di Morandi, che però vengono da entrambi allineati ordinatamente sulla tela, con rigore e attenzione chirurgica, per studiarne la composizione, il gioco dei piani, i volumi che nei chiaro-scuri diventano semplici arabeschi bidimensionali. Purtroppo lo spazio è quello che è, limitato già per il solo Morandi. Per cui non si può parlare di una vera e propria retrospettiva, essendo solo una quindicina le opere del pittore americano chiamate a colloquiare con il padrone di casa. Piuttosto di un semplice assaggio ma che nell’accostamento dei sapori sa comunque allettare l’appetito.



Tags: Giorgio Morandi, Mirko Nottoli, mostra, Museo Morandi, Natura morta, Pop Art, recensione, Wayne Thiebaud,
01 Giugno 2011

Oggetto recensito:

Wayne Thiebaud al Museo Morandi, Piazza di Porta Maggiore, Bologna

Fino al: 2 ottobre
Orari: Dal martedì al venerdì dalle 11 alle 18. Sabato, domenica e festivi dalle 11 alle 20. Chiuso il lunedì
Ingresso: 6 euro, ridotto 4 euro. Tutti i mercoledì gratuito

giudizio:



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