• Seguici su:
WEEKEND - LIBRI

Herta, datti alla poesia!

La Müller scrive in uno stile molto lirico ma impervio per il lettore. E soprattutto poco adatto al romanzo


di Giampaolo Rugarli


Di Herta Müller, scrittrice romena di lingua tedesca e premio Nobel per la letteratura 2009, so pochissimo. Salvo errori, non credo sia mai stata tradotta in italiano, a eccezione di qualche breve prova e di Herztier proposto dall'editore Keller di Rovereto, e proprio di questi giorni giunto alla terza edizione. Herztier significa alla lettera L'animale del cuore, titolo un po' criptico che l'editore italiano saggiamente ha mutato in Il paese delle prugne verdi, metafora che allude alla Romania o a quella che è stata la Romania (l'Autrice avverte che il nocciolo delle prugne verdi è ancora tenero, così c'è pericolo che uno lo mangi e chi lo mangia muore: anche qui devo confessare la mia ignoranza, so tutto delle prugne cotte ma non so nulla di quelle acerbe).

La Müller, nata nel 1953, per sua fortuna non conosce la guerra, però la dittatura di Ceausescu riesce a soffrirla quasi tutta – scrivo “quasi” perché nel 1987 il futuro premio Nobel ripara in Germania. Due anni dopo la strage di Timisoara prelude alla caduta del tiranno, che, insieme alla moglie Elena, viene giustiziato illic et immediate. Il governo dei coniugi Ceausescu deve essere stato orribile: posso confermarlo di prima mano, perché mi trovai a Bucarest nei giorni a ridosso del crollo, e raccolsi una serie di testimonianze e ricordi angosciosi, in una città dove mancava tutto e dove, per ragioni di sicurezza, non era consentito chiudersi a chiave nel cesso della villa dove ero ospite.

 

Il mio personale amarcord conta poco, mentre conta moltissimo quello della Müller che è la trama de Il paese delle prugne verdi. E' proibito l'uso di forchetta e coltello, bisogna mangiare a morsi; fare cimiteri è una apprezzata attività imprenditoriale, però è vietato suicidarsi; si beve sangue; lettere, telefonate, conversazioni, tutto è intercettato o spiato; interrogatori, pedinamenti, perquisizioni, minacce di morte sono eventualità quotidiane eccetera eccetera.

In questo scenario, Lola, una giovane donna, si strangola (o viene strangolata?) con una cintura, e la sua drammatica uscita di scena suscita interrogativi nel giro degli amici, specie la stessa Müller (la narratrice) ed Edgar, Kurt e Georg. I superstiti (la parola non sembri eccessiva) si provano a sopravvivere, come pure le numerose figure di contorno: la nonna che prega e quella che canta, Teresa, la signora Margit, il barbiere e tanti altri personaggi ancora. Alla fine restano sul campo soprattutto i morti, è difficile respingere il dubbio che chi è caduto dalla finestra in realtà sia stato spinto, chi si è appeso a una fune sia stato impiccato e così via.

 

Ho tentato una sintesi telegrafica dei materiali narrativi proposti dalla Müller, ma il mio sommario tradisce lo spirito del racconto che in realtà è una rievocazione quasi onirica. L'autrice si abbandona a un suo personale delirio, a una sua allucinazione o a un suo incubo, preoccupata di tutto tranne che di mettere un po' di ordine, e fa strame dei nessi logici, ripete ossessivamente, propone immagini che avrebbero fatto la beatitudine di Freud. La garzantina è ancora più esplicita, e parla di una “lucidità ai limiti della follia, ma capace di poesia e a volte vibrante di paura”.

Della Müller ho letto solo Il paese delle prugne verdi, nient'altro; perciò non posso stabilire confronti con la produzione precedente e successiva della nostra Herta. Non so se scrive sempre in totale abbandono, come va va (ma presumo che questa sia la regola), oppure se il libro qui recensito sia una eccezione, una pausa nella fatica di darsi un progetto, di rispettare una architettura. Da narratore, sia pur non insignito del Nobel e quindi in tutta umiltà, mi permetto di osservare che un romanzo può atteggiarsi in mille modi, come l'esperienza del Novecento insegna, e può anche vaneggiare, purché non dalla prima all'ultima pagina. Come Amleto, deve avere metodo nella pazzia. A mio avviso la Müller avrebbe scritto un capolavoro se fosse andata a briglia sciolta per esempio nei momenti di maggiore tensione, ma avesse osservato più rigore nella costruzione del racconto che, così com'è, trabocca da ogni lato e riesce a raccontare solo lungo linee sghembe.

 

Forse la Müller, se già non lo ha fatto, dovrebbe volgersi alla poesia, dove più si vola e meglio è. A ogni modo Il paese delle prugne verdi ha pagine bellissime e momenti sfolgoranti, anche quando fa piangere le dita dei piedi (pag. 196). La scrittrice è sicuramente geniale, e le è consentito un tanto di follia o più esattamente di quel quid che noi, comuni mortali, chiamiamo follia: nondimeno, se volesse darsi una calmata, sarebbe perfetta.



Tags: ceaucescu, delirio, Giampaolo Rugarli, Giampaolo Rugarli, herta muller, il paese delle prugne verdi, keller, metodo in questa follia, poesia, romania, weekend,
28 Novembre 2009

Oggetto recensito:

Herta Müller, il paese delle prugne verdi, keller

giudizio:



6.737139
Media: 6.7 (7 voti)

Commenti

mi sembrano

7.02

mi sembrano recensioni/giudizi impietosi non vi è dubbio che la struttura sia complessa, per certi aspetti incomprensibile ma credo che non avrebbe potuto rendere meglio, anche con l'ausilio della "logica" qui invocata, il totale annullamento del pensiero, della libertà e la infinita paura e l'abbruttimento che i regimi totalitari, tutti, sono capaci di creare.

Il romanzo della Muller mi ha

1.08

Il romanzo della Muller mi ha letteralmente annoiato. Una scrittura difficile che segue i meandri della mente dell'autrice. Segue un filo logico (logico?) tutto suo. Il Nobel per la letteratura? Perchè?

un paio di ombrelli in più,

3.06

un paio di ombrelli in più, anche perché mi sembra inspiegabile il fatto che un Nobel per la LETTERATURA risulti del tutto illeggibile, con sollievo, non solo a me ed alla mia compagna, 113 anni in due ed entrambi psichiatri ( ciò per dire all'ottimo Rugarli che è stato veramente magnanimo nel dare la qualifica di delirio a qualcosa a nostro giudizio semplicemente priva di senso); che sia tutta colpa della traduzione?

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.