• Seguici su:
LIBRI

Una cena pesante

Filetto di faraona e parfait al cioccolato, mentre si discute di come coprire l'omicidio commesso dai figli adolescenti. Così i colti e progressisti protagonisti de La cena di Herman Koch trasmettono al lettore la loro algida inquietudine


di Giampaolo Simi


La cena di Herman Koch arriva in Italia per i tipi di Neri Pozza. Il momento è quello delicato in cui un successo inaspettato (250.000 copie in Olanda) può trasformarsi in un successo annunciato negli undici Paesi in cui è in corso di pubblicazione.
L'idea di base non brilla per originalità. Anzi. Diremmo casomai che brilla per presunzione, giacché poggia interamente su un topos come il rituale della riunione intorno al cibo. Un topos declinabile all'infinito, certo, dal banchetto luculliano al pranzo di famiglia, dal sacro al profano, sfruttato incessantemente anche dal cinema. Può essere il caso di ricordare che proprio dal Nord Europa sono arrivati film come Il pranzo di Babette di Gabriel Axel, tratto da un racconto di Karen Blixen, o come Festen di Thomas Vinterberg.
La cena di Herman Koch ha però alcune cose che non funzionano. O almeno, non funzionano come ci si immaginerebbe. Cioè secondo i canoni assodati del topos.
 
La prima è l'occasione in sé. Schierati al tavolo del ristorante di lusso ci sono Serge Lohman, politico progressista in procinto di candidarsi come Primo Ministro, e sua moglie Babette. E poi suo fratello Paul, professore in aspettativa da ben nove anni, con la moglie Claire. Lo scopo della cena è parlare dei loro figli, Rick e Michael, responsabili di un pestaggio ai danni di una senzatetto. Un pestaggio nato per futili motivi e finito malissimo, a causa dei vapori di una tanica di benzina vuota e di un accendino. Finito con la morte della donna. E finito pure su youtube. I ragazzi non sono direttamente riconoscibili, ma quella tanica esplosa in faccia alla barbona potrebbe diventare anche la bomba a orologeria sotto la poltrona di primo ministro di Serge Lohman.
Ora, viene da chiedersi per quale motivo quattro persone di famiglia non scelgano, per esempio, la riservata residenza agreste di Serge in Dordogna per parlare di un segreto così tremendo. Oltretutto Serge è un volto noto, tant'è vero che durante la cena verrà avvicinato per una foto ricordo. Senza considerare l'imbarazzo che il tavolo crea nel ristorante, quando la discussione fra i quattro arriva alla temperatura drammatica che la faccenda, prima o poi, avrebbe imposto.
 
Prima o poi. Perché, altro aspetto bizzarro, in questo libro ci vogliono cento pagine per avere il primo accenno al motivo della cena, al cuore del problema. Certo, se avete acquistato il libro avrete sicuramente letto il risvolto della copertina, ma questo è un altro discorso, fa parte del packaging, del prodotto libro, non del testo narrativo in sé.
Da quel momento in poi partono una serie di lunghi e continui flashback, sia sulla vicenda del pestaggio, sia su altre vicende familiari e professionali di Paul, voce narrante del romanzo. Sono inserti necessari per illustrare fatti a cui il lettore non ha assistito, in quanto fuori dall'orizzonte degli eventi scelto, circoscritto programmaticamente a una serata. Anche perché, quei fatti, i personaggi intorno alla tavola li conoscono già e ne parlano con grande e comprensibile disagio. Non a caso, l'abbiamo detto, per cento pagine discorrono amabilmente d'altro.
Queste considerazioni non sembrano oziose nel momento in cui Herman Koch stesso, in un'intervista, dichiara che un eventuale film tratto dal romanzo dovrebbe sbarazzarsi in qualche – non facile – maniera proprio di quei flashback. Dichiarazione ancora più interessante se considerate che Koch è autore televisivo. Koch quindi scrive un libro riluttante alla sintassi del racconto per immagini, sfruttando tutta l'elasticità con cui la pagina scritta si adatta al tempo interiore del personaggio (e del lettore). E se questo già basta a rendercelo simpatico, non basta forse a esaurire le ragioni di questa scelta. 
 
Il debordare della narrazione dal contesto ristretto è un errore di calcolo del narratore, ma non del narratore-autore Koch. Del narratore-personaggio Paul Lohman. Ed è l'errore più mostruoso e imperdonabile. È mostruosa l'idea stessa di assorbire un evento come un omicidio all'interno della famiglia e durante una cena al ristorante in cui tutti devono prenotare con tre mesi d'anticipo, tranne suo fratello. È agghiacciante illudersi che le intrusioni del maitre di sala e le goffaggini delle cameriere possano meritare più righe (almeno fino a un certo punto) del fatto di avere un figlio adolescente assassino. È agghiacciante che il vero problema siano i filmati on-line su youtube o quelli ancora presenti sui cellulari dei ragazzi, spezzoni in cui i loro volti e le loro voci sono riconoscibili. Quell'omicidio esiste dunque solo perché è filtrato nella realtà virtuale della Rete e da lì in quella dei telegiornali. Riassorbire in tempo quello sgocciolamento significa cancellare la barbona pestata e uccisa dal novero degli eventi dotati di una qualche influenza sulla realtà. Raccontare quel pestaggio sempre e solo al passato e in presa indiretta ne ammortizza la devastante portata emotiva. Imprigionandoci nell'algida inquietudine dei protagonisti.
Perché quell'omicidio è grave non perché totalmente gratuito, ma per le ripercussioni che può avere sulla vita dei due adolescenti e sulla carriera politica di Serge Lohman. È un rischio per il futuro, non una condanna silenziosamente emessa dal passato. Quel passato che invece ritorna in disarmonici ed estenuanti flashback
 
Agiati, colti, progressisti. I loro matrimoni sono ancora in piedi dopo quasi vent'anni e le loro esistenze non hanno conosciuto catastrofi. Questi sono i quattro protagonisti de La cena. Scelgono tournedos e filetto di faraona, Dame Blanche e parfait di cioccolato con mandorle sfilettate. Ma alla fine discettano sulla mancia. Come i cani da rapina di tarantiniana memoria.



Tags: adolescenti, Giampaolo Simi, herman koch, il pranzo di babette, la cena, neri pozza, nord europa, omicidio, orrore, scandalo, youtube,
18 Febbraio 2010

Oggetto recensito:

HERMAN KOCH, LA CENA, NERI POZZA 2009, P. 288, EURO 16

Il pregio: è scritto con cura e senza inutili virtuosismi
Il difetto: riesce a comunicare talmente bene la disarmonia emotiva dei personaggi che anche il lettore rischia di emozionarsi poco. Il che, se state al gioco, è il vero colpo di scena tenacemente perseguito
Il tormentone: il mignolo del maitre di sala che rende didascalica qualsiasi portata.
Nota all'edizione italiana: a qualche lettore della nostra penisola sembreranno bizzarre le intenzioni che Serge Lohman manifesta a un certo punto della vicenda. È bene ricordare come, in alcuni Paesi dell'Occidente civilizzato, i politici che si trovano in situazioni personali tali da arrecare danno o imbarazzo al proprio ruolo pubblico prendano seriamente in considerazione l'ipotesi di dare le dimissioni. A prescindere dallo schieramento a cui appartengono

giudizio:



7.39125
Media: 7.4 (8 voti)

Commenti

Perchè a me il libro è

4.05

Perchè a me il libro è sembrato tutt'altra cosa rispetto a quanto risultava dal "packaging"? Nel senso che, mentre il fratello ministro corrisponde alla descrizione (colto, progressista etc...), Paul e Claire si scoprono, man mano, essere due persone quanto meno disturbate e, soprattutto Paul, violente, spesso gratuitamente. A me il libro ha deluso. E non tanto per il romanzo in sè quanto per il fatto che non mantiene affatto quello che la terza di copertina promette. Non si tratta di scandagliare i motivi che spingono dei genitori a proteggere comunque i figli, anche se hanno compiuto uno (o più) gesti tremendi, si tratta quasi di arrivare ad una accezione genetica del crimine. E dire che le vite dei quattro genitori non hanno conosciuto catastrofi mi sembra quanto meno azzardato...

Mi sembra che abbia colto il

8.01

Mi sembra che abbia colto il senso del libro nello stesso modo in cui l'ho visto io. Non penso sia un capolavoro ma è interessante e scritto bene, e molto ricco di cose a cui pensare.

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.