TELEVISIONE
Un quarto d'ora di fashion per tutti
In Ma come ti vesti? esperti di immagine trasformano il guardaroba dei malcapitati protagonisti
di Francesco Signor
Non è che i reality mi facciano ribrezzo, ma se non li guardo, sto meglio. Lo dico così vi fate subito un'idea di quanto sia pieno di pregiudizi. Credo sinceramente, però, che abbiano rivoluzionato profondamente il modo di guardare la televisione. Quando Andy Warhol disse che nel futuro ognuno sarebbe stato famoso per quindici minuti, non immaginava certamente che quello stramaledetto quarto d'ora sarebbe diventato, per taluni, giorni e notti davanti alle telecamere per il piacere malato di tanti voyeur televisivi. Fatta questa inutile, ma doverosa premessa, mi dedico al tema di questa recensione: il programma Ma come ti vesti?, in onda su Discovery Real Time, condotto da Enzo Miccio e Carla Gozzi, due esperti d'immagine e non aggiungo altro. Ogni puntata dura all'incirca 60 minuti che sembrano non finire mai. C'è questo simpatico pennellone, Enzo Miccio, che sembra vestito dalla Foppapedretti. Non si sa perché, ma indossa sempre abiti con due taglie in meno. Napoletano, diplomato all'Istituto Europeo di Design, magro come un'asta di microfono, ha una simpatia contagiosa come l'herpes e due orecchie che sembrano appena messe su da un installatore Sky. Se mia moglie mi regalasse uno dei vestiti che indossa Enzo Miccio, la lapiderei. La sua comare platinata, Carla Gozzi, è una fashion consultant. I famigliari ancora la ricordano, quando da piccola alla domanda innocente "ma cosa vuoi fare da grande", rispondeva risoluta "la fashion consultant". E giù di esorcismo. Porta benissimo i suoi cinquant'anni, anche se ne ha svariati meno. Tra una puntata e l'altra, fa l'assistente di Ermanno Scervino, marchio fiorentino che qualche mese fa ha annunciato in pompa magna l'apertura di un nuovo shop nella cittadina siberiana di Surgut, grande centro di estrazione e distribuzione di gas naturale. Un luogo ameno dove molti vorrebbero mandare questa allegra coppia di conduttori. Sul suo blog dice di sé: "La mia biografia è tremendamente noiosa...". Se lo dice lei, bisogna fidarsi. Le piacciono molto i cani, che fortunatamente non veste.
Ogni puntata si divide in 5 parti, più o meno come il pollo. Si parte da una simpatica delazione via sms. Il contenuto del messaggio lo potete immaginare da soli: 160 caratteri per sputtanare amabilmente lo sciatto o la trasandata di turno. Ovviamente mandato dai parenti più stretti o, in alternativa, dai migliori amici. E chi altri se no? A questo punto Enzo e Carla si mettono a spiare i protagonisti sui quali tagliano e cuciono con gioioso accanimento, come due perfide comari. Dopo averli stropicciati come uno strofinaccio da pavimento, montano a bordo della loro 500 superfashion e raggiungono i casi umani. Quindi, li deportano in un loft dove, facendo il gioco dello stilista buono e quello cattivo, fanno la raccolta differenziata dei guardaroba. Vengono giusto salvati quei due o tre capetti con i quali le cavie da esperimento meriterebbero di essere irrise sulla pubblica piazza. Come se non bastasse, i due coacervi di stile lavorano di candeggio sui neuroni, appioppando ai concorrenti degli abiti che neanche Dolce e Gabbana rifilerebbero a Simona Ventura in una gag di Scherzi a parte. Di peggio potrebbe esserci solo una mise di pece e piume. A questo punto, i soggetti rigenerati sono convinti di aver svoltato sull'autostrada della moda. Solo che non sanno di essere contromano. Così vengono dati loro 1500 euro, gentilmente offerti dalla Magnolia, geniale acquirente del format What not to wear dalla BBC (che non malediremo mai abbastanza). Diciamo che due stipendi di un contratto a progetto potrebbero essere spesi meglio, non so, magari per pagare un trasloco e non farsi più trovare dai parenti e amici di cui sopra. Invece, no. Le sciagurate vittime di questo programma ci provano davvero, sempre sotto gli occhi impietosi dei due aguzzini del corredo. Di solito, dopo un'altra compilation di sberleffi, li recuperano prima che facciano troppi danni e completano il disastro, conciandoli peggio di prima. La puntata si conclude con un defilé che ricorda tanto il “modello numero 4: Giuditta” di Benigni nel Piccolo Diavolo.
Diciamo che il livello culturale della trasmissione è quello di Italia's next top model, ma più nazional-popolare. Speriamo che Pippo Baudo non si offenda.
Tags: abbigliamento, cattivo gusto, discovery real time, dolce e gabbana, fashion, Francesco Signor, ma come ti vesti?, Moda, reality show, simona ventura,
02 Febbraio 2010
Oggetto recensito:
MA COME TI VESTI?, DISCOVERY REAL TIME
giudizio:
(45 voti)
Commenti
il commento molto simpatico è
il commento molto simpatico è di natura accattivante, ma dire che i nostri due conduttori non hanno stile o che non lo sanno applicare non è proprio vero, io ho conosciuto Carla e ho visto come descrive l'abbigliamento altrui dato che lo ha fatto anche con me! e il suo lavoro lo fa alla perfezione! è gentile e spiritosa e anche se a volte critica lo fa in maniera da non risultare antipatica anche se a qualcuno può sembrare irritante non è affatto così! per quanto riguarda Enzo non ho ancora avuto la possibilità di incontrarlo, ma non penso sia poi così perfido, è il loro lavoro e sanno come farlo, se poi risultano antipatici allora proprio non avete capito nulla!!
Ammetto che questa recensione
Ammetto che questa recensione mi ha fatto fare qualche bella risata...nonostante io ami questo programma! Io penso che questa sia una critica superficiale: chi ha visto per bene anche due puntate capisce che il vero intento di Enzo e Carla non è omologare stilisticamente le persone, ma valorizzarle senza snaturarne i gusti. Non facciamo i moralisti ipocriti: siamo i primi che, vedendo una persona, per strada, vestita con improponibili tinte scozzese-arancioni e addobbata con un sombrero ridiamo o ci chiediamo se a casa questa abbia degli specchi. La "missione" dei due conduttori, diciamo, è quella di portare le persone ad una maggiore cura di sè, visto che l'aspetto, per immediatezza e ovvietà, è il nostro biglietto da visita. Personalmente, qualora io mi rivolgessi a qualche professionista, quale avvocato, medico, agente o consulente, non "sarei tranquilla" nel vederli sciatti o rozzi (alla fine, bastano dieci minuti al giorno per un'aggiustatina senza pretese). E, veramente, certe persone aiutate da "Ma come ti vesti?" erano troppo, troppo trascurate o senza un minimo di gusto (quale sposa vorrebbe vedere al suo matrimonio un'invitata in nero o in scarpe da ginnastica?).
Certo, l'immagine non deve essere nè la prima, nè l'unica cosa...ma un minimo di rispetto per se stessi e per il nostro aspetto è doveroso. E, se ci si sente adeguati e ben vestiti, ci si comporta anche in maniera più disinvolta!
Sig Francesco ma come sei
Sig Francesco ma come sei acido e cattivo....c'e ' molto di peggio in tv!!!
Una volta l'apparenza
Una volta l'apparenza ingannava, ora è tutto. 30 anni di condizionamenti televisivi ci hanno resi tali. Questa trasmissione vuole dirci che dobbiamo rassegnarci?
no questa trasmissione vuole
no questa trasmissione vuole dirci che dobbiamo ritornare ad usare un gusto di abiti decenti!!
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