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MUSICA JAZZ

Saluzzi, il bandoneon diventa un classico

Il maestro argentino e veterano dell'etichetta ECM, raggiunge i tre quarti di secolo e si celebra con El Encuentro, disco registrato dal vivo con un'orchestra d'archi


di Marco Buttafuoco

 


Dino Saluzzi, settantaseienne bandoneonista argentino pubblicò il suo primo disco con la ECM nel lontanissimo 1983. Si chiamava Kultrum Pampa ed era un piccolo capolavoro. Un lungo solo nel quale il musicista utilizzava anche voce, flauti e tamburi, alla ricerca delle anime profonde delle Ande e delle pianure senza fine.
 
Da allora di Saluzzi sono uscite numerose incisioni per la mitica etichetta tedesca, della quale è oggi una delle voci più ascoltate e longeve, fedele al suo spirito di inquieta ricerca. Nei suoi dischi sono apparsi jazzisti come Charlie Haden ed Enrico Rava, hanno suonato quartetti d’archi e musicisti classici come la violoncellista Anja Lechner o Gideon Kramer (quest’ultimo in un cd uscito per un’altra etichetta). Molti hanno tentato di istituire paragoni e paralleli fra la sua arte e quella di Piazzolla, ma sono accostamenti che hanno scarso respiro critico. Saluzzi è molto meno legato al tango del suo grande connazionale. La danza nazionale argentina è solo uno dei tanti colori di una ricca tavolozza 
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In occasione del suo settantacinquesimo compleanno l’ECM gli ha regalato la possibilità di incidere con un’ orchestra d’archi. El Encuentro è un vero e proprio concerto per bandoneon, anche se in realtà articolato in quattro brani distinti e prevede l’intervento del violoncello di Anja Lechner in tre delle quattro parti (nella terza suona anche il sax di Felix Saluzzi, fratello di Dino). Alcuni critici hanno giudicato questa incisone, registrata dal vivo ad Amsterdam, con l’orchestra condotta da Julian Buckley, un capolavoro.
 
Si tratta di una musica indubbiamente molto suggestiva, basata su lunghi percorsi melodici che fanno pensare alla scrittura wagneriana, la melodia infinita. E quella di El Encuentro è in effetti un atmosfera tardo romantica, intrisa di malinconia un po’ decadente. Nelle parti orchestrali si possono cogliere echi di Mahler, di Ravel, e di tanti altri dal periodo fra fine ottocento e novecento. Il bandoneon racconta nostalgie antiche, citando spesso la musica argentina; la voce purissima del violoncello della Lechner fa sognare la musica che gli Elfi suonarono una volta lasciata la Terra di Mezzo.
 
La formula può anche affascinare ma, a lungo andare, nonostante qualche passaggio più inquieto e turbolento, la musica di Saluzzi finisce per specchiarsi troppo in sé stessa, per essere troppo compiaciuta, estetizzante, priva di nerbo. E, soprattutto, troppo spesso si ha l’ impressione del già sentito. Non bastano a riscattare completamente il tutto alcune bellissime sequenze improvvisate di bandoneon o certi dialoghi ispiratissimi fra la Lechner e lo stesso Saluzzi.



Tags: argentina, Astor Piazzolla, bandeon, Dino Saluzzi, ecm, Encuentro, Julian Buckley, Kultrum Pampa, Marco Buttafuoco, recensione,
08 Marzo 2011

Oggetto recensito:

Dino Saluzzi, El Encuentro, ECM 2010

 

giudizio:



8.37
Media: 8.4 (11 voti)

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