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TEATRO

La natura del parto

Giuliana Musso racconta con ironia e dolcezza il tempo in cui i bambini nascevano in casa, con l'aiuto delle comari, ovvero le levatrici condotte


di Marcello Garbato


Qualcosa di speciale in Veneto ci sarà pure, se da questa terra è uscito Marco Paolini, il più famoso one man show del teatro di narrazione. E se poco dopo, sempre giungendo da quelle parti, sono arrivate a fargli compagnia Maria Paiato e Giuliana Musso, due attrici-affabulatrici che riescono a tenere la scena da sole senza che ci si accorga minimamente del tempo che passa. Questo gene narrativo – se c'è – affonda probabilmente le radici nella cultura contadina di quella regione e nella tradizione dell'oralità che vi ha dominato per molto tempo.nati3.jpg 
  
Non a caso la vicentina Giuliana Musso ha costruito uno dei suoi più celebri spettacoli – Nati in casa – raccogliendo personalmente in un lungo e appassionato lavoro di intervista le testimonianze delle ex levatrici condotte, in Veneto dette da sempre “comari”. Scritto a quattro mani con Massimo Somaglino che ne cura anche la regia, lo spettacolo ha debuttato nel 2002 ed è passato anche in tv (in forma ridotta durante una puntata di Report, nel settembre 2004). Quest'anno è stato ancora in tournée, e l'abbiamo visto recentemente al Teatro Farinelli di Este. Mantiene inalterata la sua freschezza, anzi, in un certo senso è come se ne acquistasse sempre di più. All'inizio Giuliana Musso compare in scena col pancione e in uno sketch di straordinaria comicità racconta in presa diretta il momento del parto. Ma il comico – legato ai nomi astrusi dei macchinari ospedalieri, all'assurdità delle terapie e alle strane abitudini dei reparti di ostetricia - è l'altra faccia della medaglia di una situazione drammatica, in cui in Italia viene praticato il parto cesareo ormai al 40% delle puerpere (percentuale che ci allontana dagli altri Paesi europei, per collocarci invece dalle parti di quelli sudamericani). 
 
nati_casa2.jpgE' da qui che comincia il viaggio dell'attrice, che giustamente e semplicemente si è chiesta come funzionasse una volta, dal momento che i bambini sono sempre nati da che mondo è mondo. Ed è andata a cercare nel passato recente le tracce dirette, le parole vive di chi ha visto e provato un altro modo di venire al mondo e di dare alla luce i figli. La Musso salta da una storia all'altra con incredibile scioltezza, alternando italiano e dialetto veneto. E riesce a cucire insieme un racconto affascinante e divertente, tragico e commovente, in cui acquistano forma davanti ai nostri occhi i vari protagonisti. Anzi, le protagoniste. Perché quello del parto, quando si nasceva in casa, era un affare di donne. Forse l'unico in cui l'uomo - “una splendida creatura misteriosa”, nell'ironica definizione femminista dell'attrice – non potesse mettere il becco. Le protagoniste dello spettacolo dunque, ancora più che le madri, sono soprattutto le levatrici, fino a una cinquantina di anni fa sparse su tutto il territorio nazionale, e nei paesi più piccoli considerate tra le figure più importanti, alla pari col medico, il farmacista, il parroco e il sindaco. Donne dalla tempra eccezionale e dal carattere forte, capaci di macinare chilometri in bicicletta e di mettersela in spalla proseguendo a piedi quando la neve non consentiva alternative. Abili nel risolvere con l'esperienza e col coraggio, con l'intuizione e la passione anche le situazioni più difficili, in cui si rischiava di perdere la madre o il bambino, o addirittura tutti e due. Impossibile citare tutti i nomi di queste donne, che alla fine nella percezione del pubblico è come se diventassero una sola, grande donna, capace di dare la vita ai figli quasi quanto la loro stessa madre (ecco l'etimologia di “comare”, cum mater, madre insieme). 
 
Lo spettacolo è dolce e amaro allo stesso tempo. Lascia in testa un tarlo che continua a rodere per diversi giorni, mentre ci si chiede se era proprio necessario che col progresso buttassimo via tutto quello che era stato e che si era imparato. Venire al mondo dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo, e del resto la parola “natura” ha la stessa radice del verbo nascere. Eppure la natura nel parto è stata ingabbiata, circuita, ospedalizzata, ritardata o anticipata, stravolta e capovolta.



Tags: giuliana musso, Marcello Garbato, maria paiato, nascite, nati in casa, parto, veneto,
02 Aprile 2010

Oggetto recensito:

NATI IN CASA, DI E CON GIULIANA MUSSO

Durata: 1 ora e 50 minuti circa
Regia: Giuliana Musso e Massimo Somaglino
Premi: Nati in casa è valso all'attrice una nomination per il Premio Ubu del 2002 e il Premio della Critica 2005 (Associazione nazionale critici di teatro)
Prossimamente in scena: Nati in casa per ora non ha repliche in programma. Attualmente è in tournée Tanti saluti, l'ultimo lavoro di Giuliana Musso e Massimo Somaglino, che con senso della simmetria e della circolarità è dedicato al momento della morte. Per il dettaglio delle date: www.giulianamusso.it

giudizio:



8.292861
Media: 8.3 (7 voti)

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