• Seguici su:
TEATRO

Pirandello e Camilleri fanno meglio di Lars von Trier

La compagnia Mitipretese porta in scena Festa di famiglia, in una versione riscritta dal celebre giallista che mette insieme diverse commedie del maestro. E il testo, denso delle violenze che sempre covano nel primo nucleo umano, acquista potenza contemporanea


di Sergio Buttiglieri

 


foto.jpgQuando pensi a Pirandello subito ti viene in mente Il fu Mattia Pascal letto a scuola e, in seguito, le troppe rappresentazioni dei suoi testi teatrali, che ad ogni stagione sia dei piccoli sia dei grandi centri, ritroviamo immancabilmente in scena tutti gli anni, in genere senza particolari guizzi. 
  
Nel tranquillo pubblico borghese di provincia che frequenta il palcoscenico di prosa, c'è una sorta di rito dal sapore laicamente sacrale mentre assiste all'ennesimo Pirandello. Un piacevole riconoscersi (con quel tanto di giusta, quanto lieve, riprovazione) nei meandri più nascosti dell'istituzione famigliare, così profondamente investigata da uno degli autori più significativi del nostro primo Novecento. Solo che questo continuo scandagliare nel perbenismo borghese, fatto come solitamente viene fatto dal nostro soporifero teatro di prosa (almeno quello che riempie i teatri più istituzionali), in genere allontana le nuove generazioni nutrite d'internet e facebook.
 
E le allontana proprio per quel sapore un po' fané che a un certo punto, in questa strepitosa Festa di famiglia messa in scena da Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Anna Gualdo e Mariangela Torres, percepisce ironicamente la madre ipocondriaca, osservando i discorsi e gli atteggiamente delle sue tre sballatissime figlie, riunite attorno a lei per il suo sessantesimo compleanno. Ero andato un po' prevenuto, ma a Pontedera, nel suo bel nuovo teatro Era, famoso centro di produzione teatrale, non poteva andare in scena il solito Pirandello. E poi loro le avevo già apprezzate in passato sempre con regia collettiva in Roma ore 11.
 
E così è stato. Questa versione di Festa di famiglia riscritta da Andrea Camilleri, che ha messo insieme diverse commedie pirandelliane, ha conquistato il pubblico, grazie anche alla bravura delle attrici. Manuela Mandracchia (scoperta da Ronconi e con alle spalle importanti lavori assieme a Massimo Castri) me la ricordavo fin dai tempi de Il Sapore dell'acqua, un altro interessante spettacolo visto al Teatro Due di Parma, tratto da un testo di Shelagh Stephenson, un autrice inglese contemporanea, in cui pure si ritrovava nella casa d'infanzia con le sue sorelle, ma al funerale della madre.
 
Qui la madre Ignazia non è ancora morta, ma è ugualmente distante da loro. Vive con Frida, la sorella minore non sposata, che cova dentro di se uno schifo verso tutti gli uomini che le ricordano il padre, scomparso molti anni prima dopo aver abusato di lei. E così finisce per fare sesso con gli uomini senza trasporto per vederne il ghigno bestiale e disprezzarli ulteriormente. 
 
Le altre due sorelle sono altrettanto infelici e arrivano con i loro partner (Fabio Cocifoglia e Diego Ribon, entrambi perfetti nella loro misogina variegata antipatia): uno, quello di Mommina, gelosissimo e violento; l'altro, Leone, eternamente adolescente, pieno di trovate da illusionista istrionico, che non fa altro che disprezzare Romina, la sua compagna aspirante attrice di poco successo.
 
Quello che ci troviamo davanti è una sorta di Lars Von Trier trasposto a teatro. Denso di violenze come solo la famiglia sa covare dentro di sé. E su questo Pirandello aveva certamente a lungo lavorato. Solo che c'era bisogno di un nuovo registro interpretativo, un nuovo ritmo più vicino ai nostri devastati giorni odierni: qui Camilleri ha proprio dato una mano per trovare una nuova chiave di lettura che sapesse inorridirci, ma al contempo divertirci (spassosissimi i coretti e i coinvolgimenti del pubblico). 
  
Quello che vedremo in scena è una impietosa disanima di quanto dolore c'è nei rapporti umani, quanta incomprensione, quanta delusione. I temi sono sempre gli stessi, occorre solo saperli comunicare e questa regia collettiva lo ha saputo egregiamente fare. A cominciare da quei momenti spiazzanti di teatro nel teatro, che mettono deliziosamente in dubbio se di spettacolo si tratta o di reali dissapori fra la Compagnia in scena.



Tags: Anna Gualdo e Mariangela Torres, famiglia, festa di famiglia, Luigi Pirandello, Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Sergio Buttiglieri,
12 Luglio 2010

Oggetto recensito:

FESTA DI FAMIGLIA, Da LUIGI PIRANDELLO, testi di andrea camilleri, REGIA DI Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Anna Gualdo e Mariangela Torres

Produzione: Teatro di Roma, Teatro Stabile di Napoli
 
Progetto di: compagnia Mitipretese
 
Camilleri a proposito di Pirandello: "Trovo che c´è un percorso anche da Pirandello a Emma Dante: lei trasferisce in contesti urbani la parlata contadina. Qui, in Festa di famiglia, nelle scene di raccordo ho mimato un ruvido 'linguaggio pirandelliano'. Anche lui s´avvaleva di altre fonti: il finale dei Sei personaggi lo prese da Reinhardt"
 
Date della prossima tournée:
tenere d'occhio www.teatrodiroma.net

giudizio:



7.02
Media: 7 (3 voti)

Commenti

Invia nuovo commento

Il contenuto di questo campo è privato e non verrà mostrato pubblicamente.
 
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Enter the characters (without spaces) shown in the image.