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TEATRO

Una pièce di mezz'estate

Metti una sera di fronte al palco, bagnato e "nudo" sulle rive del Po per il festival Il Grande Fiume. Tre attori intorno a un tavolo a rievocare i sermoni tedeschi di Meister Eckhart che diventano uno spettacolo dal titolo Attraverso il furore. Cornice insolita e sistemazione d'emergenza lo rendono un evento irreplicabile


di Nicola Arrigoni

 


C’è ancora speranza, se un gruppo di spettatori sfida la pioggia e in una notte d’estate insolitamente fredda si ritrova davanti ad un palcoscenico lungo le sponde del Po ad ascoltare tre attori che, ad un tavolo, raccontano dell’indefinibile fame di Dio, dell’amore e del mistero del vivere, tramite i sermoni di Meister Eckhart (letti da Marcello Sambati)  e i tre dialoghi fra un uomo e una donna (Valentina Curatoli e Diego Sepe), scritti con incredibile incisività drammaturgica da Armando Pirozzi. Tutto ciò è accaduto con Attraverso il furore diretto da Massimiliano Civica, spettacolo conclusivo del festival Il Grande fiume.
 
La speranza di cui si diceva è quella del pensiero "fecondo", della voglia di un gruppo di uomini – gli spettatori – di accogliere la convocazione "sacra" – in quanto separata dal quotidiano – del teatro, una risposta che è stata premiata con un’emozione intensa. Lo spettacolo è carico di intelligenza e di bellezza strabordante, accompagnato dalla forte sensazione di aver sfiorato il mistero insondabile che ci convince a vivere, malgrado la nostra condanna a morte certa.
 
attraverso-il-furore.jpgNel riferire di Attraverso il furore il contesto è importante: la "situazione di emergenza" sulla riva del Po, a detta dello stesso Massimiliano Civica, ha vestito la pièce di un'irripetibile unicità. Tutti sul palcoscenico a ridosso degli attori seduti ad un tavolo: solo Marcello Sambati con un leggio di fronte ad un capo della tavola, all’altro Diego Sepe e al centro Valentina Curatoli. Niente amplificazione, la voce nuda e sussurrata di un raccontare che, con la prossimità del pubblico diviene confidenza. In sottofondo i grilli, il suono lontano delle campane, il frusciare dei pioppi, scossi da un vento che colorerà di stelle il cielo. Tutto intorno il buio, e solo la luce di quel palcoscenico nel cuore della notte, un luogo/apparizione in cui si parla di Dio, in cui si dice di noi e del nostro interrogarci sul senso del vivere e sul nulla che ci circonda.
 
E’ questo che accade in Attraverso il furore, l’annullamento del tempo e dello spazio, perché, come scrive Meister Eckhart, mistico e predicatore domenicano tedesco contemporaneo di Dante, "niente ostacola l’anima nella conoscenza di Dio tanto quanto il tempo e lo spazio. Tempo e spazio sono parti , ma Dio è uno. Dio non è né questo, né quello, come le molteplici cose terrene: Dio è uno". Da queste parole prendono corpo le storie di uomini e donne, storie indefinite, storie concluse o in svolgimento di cui Sepe e la Curatoli ci pongono dei frammenti. Lo fanno con naturalezza e ieraticità al tempo stesso in cui un gesto, un batter di piedi, un alzar di ciglio sono azioni che squarciano un velo, che sottolineano un’assenza, che fanno esplodere un’emozione per troppo tempo trattenuta.
 
Un’inflessione della voce, il togliere dagli occhi una libellula, un sorriso o un chinar di capo dicono di un furore del cuore: furore raggelato nel narrare esistenze, incontri, storie che esistono indipendentemente da chi le ascolta, frammenti rubati ad una vita trascorsa, che emerge dal buio come scintilla che subito si spegne. E, scrive ancora Eckhart, "questa piccola scintilla è così affine a Dio, che è un uno unico, senza distinzioni, che porta in sé le immagini originarie di tutte le creature, immagini senza immagine e al di sopra dell’immagine".
 
Noi intorno a quel tavolo compartecipiamo di quelle storie, ne siamo testimoni muti ed emozionati, tutti presi in questo bagliore che rischiara una notte in cui alla fine le stelle compaiono come ultimo segno di speranza, e l’applauso commosso è abbraccio fra attori e spettatori in una notte di fine luglio.



Tags: Attraverso il furore, Diego Sepe, massimiliano civica, Meister Eckhart, Nicola Arrigoni, recensione, Valentina Curatoli,
12 Settembre 2012

Oggetto recensito:

Attraverso il furore, di Massimiliano Civica

Testo: Tre sermoni tedeschi di Meister Eckhart; Tre storie di Armando Dirozzi, uno spettacolo di Massimiliano Civica con Valentina Curatoli, Marcello Sambati, Diego Sepe 
 
Visto a:
Motta Baluffi, 22 luglio 2012, Festival Il Grande Fiume
 
Produzione: Armonia Festival In equilibrio di Castiglioncello
 

 

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