Metti una sera di fronte al palco, bagnato e "nudo" sulle rive del Po per il festival Il Grande Fiume. Tre attori intorno a un tavolo a rievocare i sermoni tedeschi di Meister Eckhart che diventano uno spettacolo dal titolo Attraverso il furore. Cornice insolita e sistemazione d'emergenza lo rendono un evento irreplicabile
di Nicola Arrigoni
C’è ancora speranza, se un gruppo di spettatori sfida la pioggia e in una notte d’estate insolitamente fredda si ritrova davanti ad un palcoscenico lungo le sponde del Po ad ascoltare tre attori che, ad un tavolo, raccontano dell’indefinibile fame di Dio, dell’amore e del mistero del vivere, tramite i sermoni di Meister Eckhart (letti da Marcello Sambati) e i tre dialoghi fra un uomo e una donna (Valentina Curatoli e Diego Sepe), scritti con incredibile incisività drammaturgica da Armando Pirozzi. Tutto ciò è accaduto con Attraverso il
Sogno di una notte di mezz'estate/2: la commedia di Shakespeare è ora in tournée con due nuovi allestimenti, nati da diverse traduzioni. Qui Massimiliano Civica gioca a contrapporre linguaggi e registri interpretativi
di Sergio Buttiglieri
Nel 2008 fu Massimiliano Civica a vincere il premio Ubu per la miglior regia dell’anno con un indimenticabile, asciutto quanto denso, Mercante di Venezia, benché Ronconi avesse diretto lo stesso spettacolo. Quest’anno il giovane regista, fra le menti più fertili e interessanti del nuovo teatro italiano, ha portato in scena Un sogno della notte nell'estate, ennesima intelligente rilettura di un altro celeberrimo lavoro di Shakespeare. Rilettura che, frutto di una specifica nuova traduzione, ci mostra fin dal titolo un' inedita interpretazione di quella commedia
In anteprima nazionale al Teatro della Tosse di Genova un commovente spettacolo diretto da Valerio Binasco
di Sergio Buttiglieri
Tutto inizia in una casa bianca senza mobili, alla John Pawson. Dentro questo ambiente dal minimalismo estremo, una coppia di anziani ci guarda. Lei, pallidissima, non mangia, lui l'assiste amorevolmente di fronte a un muro, su cui l'ombra del sole, riproducendo gli infissi di una finestra che non c'è, crea una labile flebile croce, preludio delle loro sofferenze. In questa assenza di cibo, di parole, di arredi, di sentimenti, si gioca tutta la poetica di Jon Fosse, scrittore norvegese che l'Italia ha scoperto già da vari anni. Ricordiamo un magico sfocato Inverno, con un