Che cos'hanno in comune un professore scampato ad una strage, una Venezia distopica, un'esistenza salvata quasi in extremis dalla paternità? In occasione del suo ultimo libro, Il padre infedele, viaggio a tutto tondo nei temi di uno scrittore che riesce a far riflettere e intrattenere
di Marinella Doriguzzi Bozzo
Approfittiamo dell'uscita del temerario e riuscitissimo romanzo Il padre infedele per tentare un profilo di Antonio Scurati, raccomandando caldamente la lettura sia dell'ultimo titolo che degli altri suoi libri. Ci sono scrittori che si incontrano, e dall'incontro possono scaturire rapporti imprevedibili di poche ore o intermittenze variabili che durano una vita. Altri che si ri-conoscono, così da indossarli come quei vecchi maglioni irrinunciabili, fodere familiari di pori e di respiri. Per noi Scurati è appartenuto da subito alla seconda categoria, ed è difficile
La seconda mezzanotte si inserisce nel filone apocalittico: in un futuro prossimo, e nemmeno troppo improbabile, Venezia è in mano ai colonizzatori cinesi, che dopo averla salvata la trasformano in un crudele parco a tema... Chi o cosa ci salverà?
di Dario De Marco
Antonio Scurati è un raro esempio di intellettuale totale, uno che scrive saggi avvincenti come romanzi, e romanzi documentati e interessanti come saggi. La seconda mezzanotte è l'ultimo romanzo, che segue quello dell'anno scorso: Il bambino che sognava la fine del mondo. Qui la fine del mondo è già avvenuta, però non siamo dalle parti della narrazione post-apocalittica in senso stretto, alla McCarthy de La strada. In quel genere ultimamente very cool, infatti, di solito l'apocalisse viene lasciata nelle premesse, e anzi il fascino vorrebbe essere proprio que