Maledetto poeta è il cantautore come lo ricordano i suoi amici, le sue donne, estimatori e collaboratori. La disordinata miscellanea di testimonianze raccolte da Gisela Scerman, e ripubblicate oggi da Arcana, è forse l'unico modo giusto per rendere omaggio allo spirito anarchico del livornese, che così poco si presta alle celebrazioni
di Marco Buttafuoco
Piero Ciampi morì all’incirca trentadue anni fa, il 19 gennaio del 1980 per l’esattezza, all’età di quarantasei anni. Sulla lunga coda dell’anniversario Arcana ha ripubblicato un libro che Gisela Scerman aveva già fatto uscire con Coniglio Editore sette anni fa. Maledetto poeta è qualcosa di più che una raccolta di testimonianze biografiche sul poeta di Livorno. Vi si trova di tutto, dalle parole di chi lo ha conosciuto personalmente condividendo con lui esperienze artistiche e importanti momenti di vita (fra gli altri i composi
Nella Livorno della ricostruzione, qualcuno erge palazzi e costruisce strade e qualcun altro va a fondo, per recuperare quello che i bombardamenti hanno fatto precipitare in mare. Il palombaro Scintilla, Andrea Gambuzza, è protagonista e autore (insieme a Gabriele Benucci) di Testa di Rame, una scrittura drammaturgica vernacolare tanto rara da essere preziosa
di Igor Vazzaz
Drammaturgia: croce e delizia del nostro teatro, d’una storia lunga, lunghissima, retta quasi esclusivamente sull’arte d’attore, sulla guittezza, quella furberia scenica che non è mera risorsa d’estemporaneo geniaccio, quanto sapere tecnico (fisico, corporeo, prim’ancora che teorico), bagaglio di risorse incarnate nel gesto più e meglio che nel pensiero. Va da sé che, in un panorama alla perenne cerca di pièce, così assetato di autori da gridare al miracolo non appena qualcuno indovini tre testi decenti in fila e così stor