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FILM

venezia.GIFIl film, presentato a Venezia e da oggi in sala, è tutto dentro la testa di Nicola, ospite di un istituto di malattia mentale dove vive fin da piccolo assieme ai suoi fantasmi. La "colonna sonora" è quella cantilena incessante di pensieri e di parole che rende i monologhi di Ascanio Celestini toccanti ed efficaci, al teatro come al cinema. 


di Marinella Doriguzzi Bozzo

Più che "ambiziosa", è davvero difficile l'operazione di Ascanio Celestini di prestare anche al cinema i suoi monologhi teatrali e televisivi mantenendo intatto non solo il suo personaggio, ma anche la scansione musicale dei suoi spartiti teatrali. Anche nel film l'attore si porta dietro l'inevitabile Pancotti Maurizio, protagonista dei monologhi e suo primo antagonista infantile tra alienità ed integrazione. Un pretesto di radicamento della lotta di classe in un mondo che dagli anni '60 continua a cambiare. Grazie all'ambientazione in un
10 Settembre 2010

DVD CLASSICA

L'ultima incursione del cantante nella musica colta è Twin spirits, in cui lui e la moglie Trudie Styler recitano le lettere della tormentato amore tra il compositore romantico e la pianista Clara Wieck. E non manca la musica


di Marcello Garbato

Forse nessuna coppia è riuscita a incarnare l'amore romantico in musica quanto quella formata dal compositore Robert Schumann e da sua moglie, la pianista Clara Wieck. Ben tre film nel corso del Novecento hanno cercato con alterna fortuna di raccontare l'osteggiata e tormentata love story, finita tragicamente con l'internamento in manicomio di lui e poi con la morte precoce (a 46 anni). Il primo fu Träumerei (1944) del regista tedesco Harald Braun; poi Il canto dell’amore (1947) di Clarence Brown, pellicola hollywoodiana con Katharine Hepburn come Clara Wieck; la quale invece
29 Gennaio 2010

ARTE

Il capofila della corrente macchiaiola abbandonò presto lo stile delle origini. Alla sua fase internazionale è dedicata la mostra di Palazzo Zabarella a Padova

di Francesca Castellani

Se decidete di andare alla mostra di Telemaco Signorini a Padova con l’idea di vedere uno dei capofila dei macchiaioli preparatevi a una smentita. A Palazzo Zabarella ci sono sì alcuni dei lavori di Signorini che hanno dato l’impronta alla pittura di “macchia”, come il Merciaio a La Spezia (1859) o il Il quartiere degli israeliti a Venezia (1860). L’artista era giovane e con piglio sperimentale è andato a scovare, nei tagli netti di luci e di ombre affocate dal sole, l’abc di una nuova e semplificata “grammatica” pittorica entro cu
24 Novembre 2009