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Psico-bimbo

Up: senza campo base non c'è esplorazione

Il mondo dei bambini visto con gli occhi degli psicologi. Partendo dalla bella animazione della Pixar, una riflessione sulla necessità di una figura affettiva, un porto sicuro dopo le incertezze


di Jolanda Stevani

up-pixar.jpgQuella dell’esplorazione è una dimensione di fondamentale importanza nella crescita di un bambino, perché sono le progressive scoperte che giorno dopo giorno arricchiscono la sua esperienza a dargli la possibilità non solo di conoscere quanto lo circonda, ma anche di prendere coscienza della sua identità e del ruolo attivo che può rivestire nella realtà.
Tuttavia, per potersi aprire al mondo, un bambino deve poter contare sulla presenza sensibile di un adulto di riferimento che gli offra rifornimento affettivo e protezione, un porto sicuro al quale tornare e dove poter trovare ristoro e stabilità dopo le incertezze dell’esplorazione. A che cosa possono servire gli attestati di merito e persino un Gps al piccolo Russell, aspirante esploratore in carriera nel famoso film di animazione Up, se non può contare sulla presenza affettiva di una figura paterna con cui potersi identificare e con la quale condividere l’eccitazione, ma anche le inevitabili difficoltà e delusioni che le esperienze della vita comportano? E che dire della solitudine di un bambino che, come Russell, dei momenti spesi con il padre, chissà come mai, ricorda solo quelli noiosi?
 
È nella capacità di stringere legami di attaccamento che troviamo il faro per illuminare i momenti bui e solitari della nostra vita: “croce sul cuore” è la promessa che lega il vecchio Carl al piccolo Russell, fondando una base sicura e instaurando un legame dal quale si può partire, ma al quale soprattutto si può tornare, in una relazione che è soprattutto un viaggio affettivo. Alla fine anche Russell potrà avere il suo diploma di esploratore, perché sarà proprio Carl, la sua nuova base sicura, che gli appunta sul petto l’ultima medaglia mancante, quale simbolo della sicurezza raggiunta tramite la stabilità e l’affettività del loro legame.
Anche Carl e Russell si troveranno seduti su un marciapiede a classificare le macchine che passano a seconda del colore, ma quello che una volta era per il piccolo esploratore solo un passatempo banale e noioso, diventa adesso un momento di emotività condivisa. Come dice John Bowlby, padre della teoria dell’attaccamento: “Tutti noi, dalla nascita alla morte siamo al massimo della felicità quando la nostra vita è organizzata come una serie di escursioni, lunghe o brevi, dalla base sicura fornita dalle nostre figure di attaccamento”.


Tags: adulto, affetto, bambino, carl, esplorazione, John bowlby, Jolanda Stevani, Jolanda Stevani, padre, pixar, russell, up, Psico-bimbo,
01 Febbraio 2009

Oggetto recensito:

il film up e l'esplorazione dei bambini

giudizio:



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