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ARTE

Tutte le vite del Vasari

Il quinto centenario dalla nascita è un'occasione per ritornare sulle eclettiche personalità dell'architetto, artista e storiografo fiorentino: proprio tra il capoluogo toscano e la città di Arezzo prendono luogo alcune mostre a suo nome, ora per celebrarne il lavoro ora per rivisitarlo in maniera critica


di Cesare de Seta

Giorgio Vasari, Autoritratto, 1566-1568


"Historico, poeta, philosopho e pittore", lo definì Pietro Aretino grande amico ed estimatore di Giorgio Vasari, celeberrimo autore delle due edizioni giuntina e terroniniana delle Vite del 1550 e del 1568, fonti primarie per la nascita della moderna storiografia artistica. La sua personalità riesce ancora a stupire per la poliedrica e straordinaria ricchezza delle sue attività.
 
Sono trascorsi cinquecento anni dalla sua nascita e le celebrazioni a go-go non si contano
: due rilevanti mostre, una a Firenze sull’architetto che rischia di essere visto come “barocco” (sic!), l’altra ad Arezzo sul disegnatore e pittore, nella restaurata Casa Vasari (con un fondo cospicuo di documenti e testimonianze) che si continua a leggere essere in vendita. Cosa assurda ed improbabile, perché la legge italiana non lo consente.
 
Nella Firenze del Cinquecento di Cosimo I dei Medici, Vasari progettò e costruì gli Uffizi tra il 1560 e il 1580: un’architettura elegante e possente che collega piazza della Signoria e giunge sul lungo Arno a veder le colline che circondano Firenze. Se facciamo attenzione la sua lunghezza di 140 metri e la distanza tra i due corpi, solo 18 metri, sono un vero e proprio cannocchiale prospettico per meglio inquadrare il panorama. Gli Uffizi riunivano le tredici Magistrature del ducato, solo più tardi divennero una pinacoteca e un museo tra i più importanti al mondo che, nonostante tutto, funziona bene.
Uffizi.jpgGli Uffizi, con l’elegante membratura architettonica in pietra serena, assumono una funzione urbana preminente. La facciata è costituita da un modulo che si articola in tre campate trabeate, suddivise da colonne doriche: una composizione seriale d’avanguardia, dove i debiti con la tradizione fiorentina e romana sono verificabili in un’analisi dettagliata. La doppia stecca degli Uffizi ha una facciata sull’Arno con cinque campate: quella che volge all’interno della stretta piazza ha un sua solennità con una serliana, con coppie di colonne ai lati. Un’evocazione dell’arco di trionfo. Più sobria la facciata sull’Arno.
   
Vasari ebbe eccezionali estimatori: lo testimonia la lettera originale scritta nel 1560 da Michelangelo a Cosimo I (Archivio di Stato di Firenze), con parere favorevole circa il progetto per i lavori a Palazzo Vecchio, dove tra l’altro, con un suo allievo, il fiammingo lo Stradano, affrescò una della più spettacolari vedute di Firenze. Nel Palazzo della Cancelleria a Roma affrescò per il papa, in soli cento giorni, un’intera sala che ancora oggi così si chiama.
   
Vasari veniva da Arezzo: una piccola città di provincia, rispetto alle grandi capitali dell’arte come Firenze, Roma o Venezia. Ma questo provinciale conquistò non solo i Medici col suo versatile talento, ma altre corti italiane e illustri privati che collezionarono le sue opere. Tra i suoi titoli c’è senza alcun dubbio la sua capacità di organizzatore impareggiabile di cicli affrescati e di opere architettoniche. Seppe essere testimone e protagonista, capace di esprimere i gusti e le tendenze del suo tempo.
   
Ad Arezzo vedono, in due importanti mostre parallele, il Vasari ufficiale, al servizio di Cosimo I e altre corti, e quello privato; il pittore encomiastico e l’autore di opere di devozione; il collezionista, lo storico dell’arte, teorizzatore e interprete del concetto di "bella maniera moderna". Il Vasari acquista nel 1541 “una casa principiata in Arezzo, con un sito da fare orti bellissimi nel borgo di san Vito, nella migliore aria della città”, attuale sede del museo omonimo. Si trasferisce a Firenze e a Venezia: lavora per i Farnese e la famiglia del Monte a Roma, a Cortona. 

 
La mostra della Galleria Comunale d’Arte

vasari.jpg

 Contemporanea di Arezzo ci offre le prime opere come la Cristo portato al Sepolcro, 1532 - prova acerba ma ambiziosa, influenzata ancora dalla pittura visionaria e cangiante del Rosso e segnata da alcune asprezze formali e di segno bandinelliano – o il bellissimo ritratto del duca Alessandro de’ Medici armato, 1534 circa, degli Uffizi, perfetto connubio di erudizione e pittura. Splendidi sono i disegni, del Louvre, con gli studi per gli affreschi della Cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze: impresa rimasta interrotta alla morte dell’artista e continuata da Federico Zuccari.
   
Questo grande artista e intellettuale del Rinascimento ha mille meriti, ma proprio la sua imperitura opera delle Vite rivela i tratti di un egocentrismo superlativo e di familismo amorale: il Ritratto di Giorgio Vasari e della moglie Niccolosa Bacci come San Lazzaro e Santa Maddalena (a destra), è opera assai significativa in tal senso: ci presenta l’uomo dal volto incorniciato dalla folta barba arruffata all’apice del successo, arbitro della scena artistica fiorentina e detentore delle maggiori commissioni ducali.
 
Nonostante i suoi impegni lo portassero spesso lontano da Arezzo, non scordò mai la città ove aveva mosso i primi passi sotto la guida di Guillaume de Marcillat, tanto da volersi collocare nelle Vite, in una genealogia di pittori propriamente aretini, comprendente Spinello, Bartolomeo Della Gatta, Piero della Francesca e Luca Signorelli. Non era certamente uno che peccasse di modestia, né di lui possiamo dire che “Istudio, diligenza et amorevole fatica", gli facessero dimenticare la città nativa, Firenze, i suoi mecenati, protettori e committenti.
 
L’altra mostra, la più originale forse, si tiene nella Basilica inferiore di San Francesco ed ha per titolo Il Primato dei Toscani nelle Vite del Vasari, e offre disegni di Leonardo, tavole di Piero di Cosimo, Lorenzo di Credi, di Andre del Sarto, di Rosso Fiorentino, del Beccafumi, del Pontormo, sculture di Andrea Sansovino, un meraviglioso Dio fluviale e uno stentoreo Cristo risorto di Michelangelo.
 
Le Vite
sono un monumento storiografico alla base della storia dell’arte, scritta in lingua scorrevole e agevole che ne ha determinato l’eccezionale fortuna. Ma questo monumento è una piramide alla cui cima c’è Michelangelo Buonarroti e poi tutti i comprimari toscani. Basta scorrere l’indice per capire che il suo cannocchiale prospettico ha deformato per molti secoli la percezione dell’arte italiana ed è questo un peccato mortale, ché ha trasmesso a tutti per cinquecento anni una deformata immagine di questo vasto paese che lui a stento faceva giungere a Venezia al nord e a Roma al sud. Ad esempio: l'invettiva di Vasari contro l'aristocrazia napoletana che, a suo dire, avrebbe mostrato scarsa sensibilità per le arti, trovò una puntuale smentita dalle ricerche di Gérard Labrot sugli inventari delle collezioni private e dal bel volume di Francesco Abbate, La scultura napoletana del Cinquecento (Donzelli editore). Schiacciato dall'eminente tradizione tosco-romana a fatica questo ricco patrimonio artistico ha risalito la china di un lungo oblio. Basti ricordare solo per la scultura Giovanni Tommaso Malvito, Giovanni da Nola e Gerolamno Santacroce che s'affiancano alle originalissime personalità dei due spagnoli Ordones e de Siloe.
 
Si spense Vasari il 27 giugno del 1574, lo stesso anno di Cosimo I, e la sua morte segnò la fine di un mondo che il pittore, l’architetto e lo storiografo dominò nei suoi molteplici aspetti, ma il primato dei toscani non ci convince e ci sono voluti dei secoli per giungere ad una visione più equa dell’arte in Italia.


Tags: Arezzo, Cesare de Seta, Duca, firenze, giorgio vasari, Giorgio Vasari. Disegnatore e Pittore, il primato dei toscani, mostre, recensione, Uffizi,
28 Ottobre 2011

Oggetto recensito:

500 anni dalla nascita di Giorgio Vasari

Vasari. Gli Uffizi e il Duca: a Palazzo degli Uffizi, Firenze, fino al 30 ottobre 2011 
Orari: dal Martedì a Domenica, dalle 8.15 alle 18.50
Ingresso: 11 euro, 5,50 euro ridotto
catalogo della mostra a cura di C. Conforti, F. Funis, A. Godoli, F. de Luca, Giunti editori,
due soli
 
Giorgio Vasari. Disegnatore e Pittore: Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea, Piazza San Francesco 4, Arezzo, fino all'11 dicembre 2011 
Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
Ingresso: 6 euro, ridotto 4 euro
Catalogo della mostra: a cura di A. Cecchi con A. Baroni, L. Fornasari, Skira.
quattro soli
 
Il Primato dei Toscani nelle Vite del Vasari, Basilica inferiore di San Francesco, fino all'8 Gennaio
Orari: dalle 10 alle 22
Ingresso: 6 euro, ridotto 4 euro 
catalogo della mostra, a cura di P. Refice, Edifir. Edizioni Firenze
quattro soli (Eccellente il testo di Michele Campisi, Il primato è dell’architettura e di Mario Scalini, Vasari e i maestri della prospettiva che apre un nuovo fronte di ricerca.)

giudizio:



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